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Max Ascoli e Ferrara
I luoghi della formazione giovanile di Max Ascoli
sere di una personalità autentica per cui la vera religione, sull’esempio
del Cristo che ha saputo amare in modo assoluto e totale, rende l’uomo
padrone di sé, libero nel suo lavoro, pienamente coerente e in armonia
con se stesso e con la realtà che lo circonda. Il lavoro non adempie una
semplice necessità quotidiana, ma è garanzia, per chi lo produce, di go-
dimento di ciò che è prodotto in una dimensione di sviluppo e di cresci-
ta autenticamente umane
[59]
.
Le vie allora, che partono dall’esempio di Cristo e dalla sua croce “
vo-
gliono l’uomo libero, amante della vita, audace nell’imprimere alla esi-
stenza sempre nuove azioni, compiute in tensione verso un mondo in cui
impera la libertà
” (Ascoli, 1924 a)
[60]
.
Anche dopo il trasferimento a Roma continuarono i contatti di Ascoli
con i familiari e gli amici rimasti a Ferrara, con un’assidua frequenza fino
al 30 settembre 1931, quando, ottenuto il passaporto, e tramite l’interces-
sione di Giovanni Gentile, espatriò a New York come borsista della Roc-
keffeller presso la New School for Social Research.