Max Ascoli e Ferrara - page 70

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Il fascicolo “Max Ascoli” della Questura di Ferrara
Il fascicolo di Max Ascoli, consultabile presso l’Archivio di Stato di Ferrara,
fa parte della documentazione versatavi tra luglio e settembre del 1961,
per una disposizione dell’allora Presidenza del Consiglio dei Ministri
[98]
. Il
carteggio, proveniente dal Gabinetto di Prefettura e dal Gabinetto di Que-
stura di Ferrara, costituito da 166 fascicoli personali di cittadini Ebrei, po-
sti, nel passato ventennio fascista, a stretta sorveglianza perché sospettati
di attività sovversiva, ma in prima istanza perché appartenenti ad una “raz-
za” diversa, è registrato anche oggi con l’originaria classificazione: catego-
ria A8, sigla che al quel tempo indicava “persone pericolose”
[99]
.
Il plico, relativo a Max Ascoli, inizia quasi casualmente il 6 agosto
1924
[100]
, quando una “riservatissima” del Ministero dell’Interno chiedeva
informazioni al Prefetto di Ferrara, che girava la richiesta al Questore, sul
conto di Max Ascoli per disporre “
la più oculata vigilanza
”.
Le richieste di questo tipo, allora frequentissime, letteralmente intasava-
no la macchina dell’esecutivo dello stato fascista che, in tal modo, presu-
meva di poter controllare, prevenire ogni dissenso al suo interno. Un ta-
le sistema prevedeva una ridda gerarchica di istanze, girate da un ufficio
all’altro, con una produzione cartacea impressionante, sia con carta inte-
stata ufficiale, sia con veri e propri “pizzini” manoscritti.
Questo sistema, che pretendeva con la “capillarità” di informazione di
poter avere pieno dominio, raccoglieva anche il “gossip”, i – si dice, o la
gente dice –, dal momento che in quel tempo era osservato il detto “vox
populi, vox Dei”. Con questa “critica” chiave di lettura si ipotizzavano
tresche e relazioni amorose, se uno era visto in compagnia di una don-
na, o si investigava quale fosse la sua condotta morale, come se la “pru-
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