59
Max Ascoli e Ferrara
I luoghi della formazione giovanile di Max Ascoli
Ascoli si recava spesso a Firenze dai Rosselli che lo contraccambiarono
facendogli visita, soprattutto a Roma, dove dalla primavera del 1924 si
era trasferito da Ferrara. Casa Rosselli, in via Giusti a Firenze, era meta e
ritrovo dei giovani, soprattutto Ebrei, intellettuali e antifascisti.
Carlo Rosselli aveva frequentato per un certo periodo la Facoltà di Giuri-
sprudenza a Ferrara, prima di completare il Corso di Laurea a Siena, e
nella città estense aveva coltivato legami di amicizia con il professore di
diritto Alessandro Levi, suo lontano parente, e con Max Ascoli, Massimo
Levi, Renzo Bonfiglioli
[44]
. Iniziò uno scambio ed un confronto di idee, di
opinioni culturali, storiche, politiche e filosofiche. I loro incontri non sor-
tivano un dotto e sterile dibattito culturale, ma l’agone era così stringen-
te e coinvolgente, tanto da arrivare allo scontro verbale e, in qualche ca-
so, ad un temporaneo allontanamento tra i contendenti
[45]
. Carlo Rosselli,
infatti, negli anni ‘30, rimproverava a Max Ascoli la non aperta e piena
militanza politica e lo accusava di essersi ritirato nel suo guscio di inse-
gnante universitario. Ascoli rispondeva, che la sua attività di insegnante
era invece una forma diversa di militanza, in quanto l’insegnamento era
un mezzo per preparare, attraverso l’impegno scientifico e teorico, una
nuova cultura democratica nel paese
[46]
. Riteneva, infatti, l’insegnamento
come la sua “missione” costruita su un categorico dovere morale che te-
stimoniava, integralmente, la coerenza tra idee e prassi. Allora, accanto
alle opere scientifiche ed accademiche, in cui le idee di libertà, di diritto,
di giustizia, di solidarietà prendevano forma e corpo all’interno di un si-
stema fatto di principi, di rapporti e relazioni, c’erano anche le opere
pubblicistiche, la collaborazione a diversi periodici antifascisti, come au-
tentica prassi militante. La collaborazione di Ascoli ai fogli antifascisti si
concretò, dapprima, con la Rivista Letteraria Mensile “Primo Tempo”, per
cui scrisse nel 1922 la “
Postilla
” ad un articolo di Ernesto Buonaiuti su
cristianesimo ed arte
[47]
. Già nel 1920, su “Pagine Libere”, aveva pubblica-
to il Saggio su “
Gorge Sorel
”. Collaborazioni che riflettevano, ancora
troppo, i contenuti e uno stile accademico e che non rispondevano alla
necessità di testimoniare apertamente la sua avversione ad uno stato to-
talitario. Serviva un mezzo di espressione più idoneo a tradurre le idee
in operatività immediata, serviva cioè un mezzo più politico e la rivista
“Rivoluzione Liberale”, fondata da Piero Gobetti nel 1922
[48]
,
accolse fin
dall’inizio le denuncie di Ascoli, relative alla violazione, con il fascismo