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Max Ascoli e Ferrara
I luoghi della formazione giovanile di Max Ascoli
lente presenza nell’Istituto di Italo Balbo
[16]
, futuro leader non solo della
politica ferrarese, ma protagonista del fascismo nazionale e, in campo
mondiale, famoso per le sue imprese aviatorie.
Conseguita la maturità classica, nel 1916, Max Ascoli si iscrisse ai corsi di
Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, dove, il 10 luglio 1920, si lau-
reò con il massimo dei voti, con una tesi in Filosofia del diritto intitolata
Intorno alla concezione del diritto nel sistema di Benedetto Croce
[17]
.
L’intento dell’elaborato era di ricercare, secondo l’insegnamento di Cro-
ce, “
nonostante l’impostazione positivista del docente di diritto, prof.
Alessandro Levi… il concetto fondamentale del Diritto nella sua totalità e
in qualcuno dei suoi aspetti particolari
” (Taiuti, 2006)
[18]
.
Lo studio testimoniava la grande influenza, sul giovane Ascoli, della ri-
flessione filosofica di Benedetto Croce, ma, evidenziava soprattutto,
l’esempio di coerenza morale del grande maestro come oppositore al fa-
scismo
[19]
.
Infatti, lo stesso Ascoli, nel suo saggio filosofico giuridico del 1928, scri-
veva “
A tutti noi che ci opponevamo al regime fascista, Croce stava dan-
do un sostegno non molto solido col suo sistema, ma un’enorme forza col
suo esempio morale e politico
[20]
. In altre parole, l’idealismo costituiva lo
“strumentaria” per svelare e denunciare come “
i capricci di un tiranno
non riuscissero o non dovessero annullare la solidità “
del sistema giuri-
dico… strutturato e radicato nel passato
” (Ascoli, 1991)
[21]
.
Il rifiuto di Ascoli del fascismo, non fu palese solo a partire dalla sua
adesione al contromanifesto degli intellettuali antifascisti del 1925
[22]
, ma
l’idea di uno stato totalitario era così aliena dalla sua formazione teorica
e dalla sua storia personale, che già i suoi primi contributi intellettuali,
prima ancora della laurea, implicavano con l’esaltazione dei valori di li-
bertà, di responsabilità individuale, di coerenza tra pensiero ed azione,
una decisa ripulsa di una assoluta e piena eterocondotta politica.
L’articolo “
Il gigante cieco
”, che Ascoli scrisse per “Rivoluzione Liberale”
il 17 aprile 1923, conteneva già un’articolata disanima delle ragioni e del-
le responsabilità che avevano portato, nel Paese, il fascismo al potere
[23]
.
Prima ancora del contromanifesto degli intellettuali antifascisti del primo
maggio 1925, e dell’articolo di Croce, pubblicato sul “Giornale d’Italia”
nel 1925, con il quale l’autorevole maestro di pensiero dava inizio all’op-
posizione liberale, Ascoli individuava le dinamiche che avevano indotto
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