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Max Ascoli e Ferrara
I luoghi della formazione giovanile di Max Ascoli
ri che richiedevano il certificato di “miserabilità” per non pagare l’affitto.
Il cognome Ascoli era stato anche di Jsach, rabbino comprimario, capo
religioso dell’oratorio a rito tedesco, insegnante del Talmud Torà, nel pe-
riodo 1838-1875
[8]
ed autore di una “
Storia degli ebrei ferraresi
”
[9]
, impor-
tante punto di riferimento per i compendi storici successivi.
Nulla si sa di eventuali legami di parentela tra le famiglie Ascoli, nome
che indicava, secondo l’usanza ebraica, la loro lontana provenienza
d’origine, ma che non implicava necessariamente affinità consanguinee.
Il giovane Max aveva frequentato come, tanti altri giovani Ebrei, le cin-
que classi del Regio Ginnasio e successivamente le tre del Liceo Ario-
sto
[10]
.
Il percorso scolastico, nella severa scuola, come risulta dalle pagelle tri-
mestrali, ebbe nell’insieme un normale andamento: qualche insufficienza
nello scritto di latino e in matematica, compensate all’orale.
Tuttavia, nell’anno scolastico 1914-15, il giovane Max, che doveva fre-
quentare la classe seconda del Liceo, non appare nell’elenco degli iscrit-
ti, poiché l’anno precedente non aveva sanato, ad ottobre, la situazione
di insufficienza in latino, greco e matematica. Perciò, l’iscrizione nell’an-
no 1915-1916 alla classe III liceale è indice che l’allievo aveva recupera-
to l’anno privatamente e che pertanto era ammesso all’ultima classe del
ciclo scolastico.
Le cause precise delle difficoltà di rendimento scolastico non è dato sa-
perlo, ma il tono di commossa e sofferta partecipazione che pervade il
suo primo scritto del 1919 “
Commemorazione di Giacomo Sinigaglia-
Bruno Pisa-Gilberto Finzi
”
[11]
, sembra convalidare una nostra ipotesi.
L’Italia era entrata nel primo conflitto mondiale, dopo mesi di accese di-
scussioni sull’opportunità di restare neutrale o intervenire nelle dinami-
che belliche. I dibattiti avevano infiammato il Paese e soprattutto i giova-
ni, che perseguivano il sogno di un totale e radicale cambiamento politi-
co-innovativo. Questi ultimi erano schierati, nell’intervento ritenuto ne-
cessario, a fianco degli Alleati e contro gli Imperi Centrali, con una moti-
vazione nazionalista-irredentistica. Tra i giovani, che da tutta Italia parti-
rono immediatamente come volontari per portare il loro personale con-
tributo alla guerra “doverosa e sacra”, ci furono numerosi Ebrei, e tra
questi anche Bruno Pisa e Giacomo Sinigaglia, compagni di studi di Max
Ascoli.