Ebrei a Ferrara. Ebrei di Ferrara. Aspetti culturali, economici e sociali della presenza ebraica a Ferrara (secc. XIII-XX) - page 286

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Agnese Faccini – Mauro Perani
3. [Fu un aiuto] per la vergine e per la confraternita della misericordia per lei. Ancora
fiorirà […….…] il suo corpo rivivrà grazie
4. alla luce della preghiera e al lume del (suo) denaro con essa [………….].
Questa stele funeraria è venuta alla luce recentemente, durante i lavori di rifa-
cimento del pavimento di un edificio sito in via Vignatagliata, a Ferrara.
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La pie-
tra sepolcrale, scolpita con caratteri ebraici, ha forma di piramide, conforme a una
tipologia nota, ad esempio in un cippo simile, incompiuto, oggi conservato presso
il Museo Ebraico di Bologna. Il manufatto è in buone condizioni di conservazione,
l’iscrizione è quasi completamente integra e in gran parte leggibile; misura cm 30 di
altezza, 120 di larghezza, con una base di 40.
Per evidenziarle, ho sottolineato le rime baciate che si rincorrono nel testo, che è
un vero poema in rima e ritmo secondo lo schema seguente:
fronte
retro
1. -
ti -ti -im -im
AA B B
1. -
im -im -aw -aw
AA B B
2.
-ti -ḥo
-min -ḥo
A C D C
2.
-im -ḥo -aw -ḥo
A C D C
3. -
na -na -ken -ken
E E F F
3. -
lah -lah -laḥ -laḥ
E E F F
4.
-na -ḥo -ken -ḥo
E C F C
4. -
lah -lah ....
....
E E … …
Chi è questo defunto? Conosciamo alcune persone con lo stesso nome. Ci è noto
ad esempio un ‘Mosè da Fano che ottenne la condotta del banco ebraico di Modiglia-
na nel dicembre del 1566. Un altro omonimo Moise da Fano «hebreo» è menzionato
da Alessandra Veronese, che cita un documento dell’Archivio di Stato di Pesaro,
Concessioni ducali
, c. 90r, Pesaro, 23 agosto 1563. Questi ha portato sue mercanzie
da Fano a Pesaro dove avrebbe voluto trasferirsi, ottenendo le esenzioni promessegli,
ma gli ebrei della città si sono opposti. Non siamo tuttavia in grado, al momento, di
identificare con esattezza questo defunto, anche perché sia il nome sia il cognome e
la combinazione dei due sono frequenti. Solo ulteriori indagini potranno stabilirlo.
L’epitaffio fissa nella roccia la memoria del defunto, come dice Giobbe nel suo
libro: «Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero impres-
se con stilo di ferro sul piombo, per sempre s’incidessero sulla roccia!» (Gb 19,24).
Ma, più o meno dura, anche la pietra subisce l’insulto del tempo e tutto rischia
di finire nel nulla. Per questo dobbiamo assolutamente salvare ciò che è possibile,
finché siamo in tempo.
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Un ringraziamento va a Michele Sacerdoti per le informazioni fornite sulla scoperta.
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