esterne del MEIS sono state pen-
sate come un unico grande giar-
dino,
in
continuità
con
l’articolazione degli spazi interni.
L’elemento acqua all’ingresso ri-
manda alla presenza dell’acqua dei
quattro fiumi nel
Gan Eden
; l’agru-
meto (limoni e aranci) tra la super-
ficie del
tallèd
e la vetrata a lato dei
percorsi che salgono ai vari piani;
un unico grande albero di melo-
grano, che simboleggia la rinascita
del luogo nell’ingresso principale,
che dal lato nord-orientale è se-
gnalato da ulivi “piantati”; il per-
corso longitudinale diretto che
collega le due facciate urbane del
MEIS, trattato come un parco li-
neare dove pochi alberi di prima
grandezza (cedri, dunque sempre-
verdi) fanno ombra; i ciottoli, come
nella tradizione ebraica del dono,
simbolo non deperibile. Ciascun vi-
sitatore porterà al MEIS il suo ciot-
tolo che consegnerà in biglietteria.
Esso diventerà patrimonio del
museo e della città; su di esso verrà
apposta l’incisione con il logo del
MEIS e, uscendo, il visitatore ne
prenderà con sé un altro che a sua
volta conterrà un pensiero… il
dono.
L’esposizione permanente è dedi-
cata alla conoscenza e all’appro-
fondimento dei temi della storia e
della tradizione della cultura
ebraica, veicolati attraverso allesti-
menti interattivi che possano coin-
volgere un pubblico anche
giovanissimo. Si articola in sei am-
bienti esemplificativi: l’“albero ge-
nealogico”, proposto come
elemento aggiuntivo dell’ingresso
al museo; “tavoli di famiglia”, nella
sezione del ciclo della vita e delle
feste all’interno del percorso intro-
duttivo; gli “angoli della musica”,
allestimento proposto come
stanza aggiuntiva al percorso in-
troduttivo; la “bottega ebraica”,
nella sezione storia medievale del
percorso storico; il “vuoto della
Shoah”, all’interno degli spazi del-
l’ex carcere; il “giardino”, come
parte del percorso museale, sul
lato est del lotto.
feature at the entrance brings to
mind the four rivers in the “Gan
‘Edhen” (Garden of Eden); the
citrus orchard (lemons and
oranges) lining the “tallèd” and the
glassed-in walkways that connect
the different floors, with a single
large
pomegranate
tree,
symbolizing the rebirth of the
place at the main entrance. The
northeast side is marked by olive
trees, while the longitudinal path
that directly links the two urban
façades of the MEIS is treated as a
linear park where a few trees of
the first magnitude (cedars,
i.e
.
evergreens) provide shade; and
finally, pebbles, which represent
gifts in the Jewish tradition, a non-
perishable symbol. Each visitor to
the MEIS leaves a pebble here,
which they will be given in the
ticket office. These become part of
the patrimony of the museum and
of the city, and each one is
inscribed with the logo of the
MEIS. When leaving, the visitor will
be given another to take with
them, as a souvenir.
The permanent exhibition is
dedicated to understanding and
studying the history, customs and
traditions of the Jewish people
through interactive displays that
are aimed at all ages. These will be
divided into six themes: the “family
tree,” proposed as an extra at the
entrance of the museum; the
“table of families,“ in the section
on rituals and feasts at the
beginning of the introductory
pathway; the “music corner,” an
additional hall on the introductory
path; “the Jewish workshop,” in
the medieval section of the
historical tour; “the void left by the
Holocaust,” within the ex-jail; and
the “garden,” on the east side of
the lot, which would all be part of
the museum visit.
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