25
24
«Dal nulla tutti i fiori»: il romanzo di Bassani
A guardarla con un po’ di attenzione, questa scrittura scioglie un
equivoco che è stato, mi sembra, di molti ed anche mio: di aver
supposto cioè la pagina di Bassani molto raffinata e preziosa.
(…) Voglio dire che, contrariamente alla opinione corrente,
Bassani, non più di Lampedusa, non
scrive bene
.
(…) Tutto, dal bacio sulla soglia, all’ingresso nella sala, in quello
straziante ottimismo, in quella festività angosciosa – angosciosa,
perchè il passaggio a questa dalla tenebra e tristezza della casa
paterna è solo un passaggio ad un altro, più sontuoso, antinferno
– è di una bellezza grande.
Franco Fortini,
Comunità
, marzo-aprile 1962
Simbolo primario, immobile quanto impersonalmente affet-
tuoso, è il cimitero: non uno qualsiasi, ma il cimitero ebraico,
nella cui terra sconsacrata e sacra si sciolgono le ossa anonime
della tribù; quasi un ghetto intemporale, che dietro le sue mura
isola esseri fatalmente diversi, riluttanti alla storia, usi alla asten-
sione dall’esistenza.
Giorgio Manganelli,
L’Illustrazione italiana
, marzo 1962
Grazie alla meravigliosa memoria del Bassani, a cui abbiamo
accennato, si può dire che in questo romanzo è delineata la vita
degli Ebrei sotto il fascismo con una validità forse maggiore di
quanto abbia fatto il De Felice nel suo libro di carattere storico.
Leo Neppi-Modona,
Ha-Tikwà,
marzo-aprile 1962
Cara Ferrara
Gli echi e i prestiti sono pesanti, le parentesi di stanchezza supe-
rano le pagine felici, e in tutto il libro è una cert’aria di vanità,
sia pure raffinatissima e, alla crosta, seducente.
Tempo Medico: Rivista di Attualità per il Medico
, marzo 1962
Il romanzo di Bassani mi piace molto: parlo, parlo, grido, sudo,
mi lancio, mi commuovo, mi affanno. Ho la sensazione esatta di
pretendere troppo dal mio fisico. Il calore raggiunto dall’am-
biente è ormai insopportabile: l’aria è paragonabile a quella di un
lunghissimo tunnel o di una lunghissima caverna senza uscita.
(…) E finisco. Sono in un lago di sudore. Mi abbandono su una
sedia. Gli aspiratori sono riattivati. Lentissimamente l’élite se ne va.
Mario Soldati,
Il Giorno,
3 marzo 1962
LETTO il romanzo di Giorgio Bassani, “Il giardino dei Finzi-
Contini”. Non voglio parlarne da critico. Ma è uno dei pochis-
simi romanzi d’oggi in cui sono riuscito a entrare e camminare
in compagnia del loro autore.
Guido Piovene,
L’Espresso
, 4 marzo 1962
In pieno inverno un giardino in fiore
Da anni si attendeva un suo nuovo libro. Eccolo, ora. Appena
uscito, tutti i maggiori critici ne hanno ampiamente parlato.
Lodandolo, naturalmente, quasi senza riserve. E le vendite del
romanzo sono salite immediatamente alle stelle.
Alla fine del mese, in cinque città, tra le quali Roma, era in testa
alla graduatoria dei libri più venduti. A Milano è esploso con un
certo ritardo, ma fragorosamente.
La Notte
, 6 marzo 1962
Leo Neppi-Modona,
Ha-Tikwà,
marzo-aprile 1962
Franco Fortini,
Comunità
,
marzo-aprile
1962