Che bel romanzo. Bassani e il giardino dei Finzi Contini attraverso un mosaico di immagini e parole tratte da quotidiani, periodici e riviste del 1962 - page 8-9

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Il lascito forse più significativo di Giorgio Bassani nei confronti della città di
Ferrara, consiste nella riattualizzazione dell’immaginario della nostra città in
Italia e nel mondo. un luogo in precedenza conosciuto per il Castello
Estense, l’invenzione dell’urbanistica moderna da parte di Biagio Rossetti,
l’immaginario poetico di Ariosto e il Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia,
è divenuto un perimetro di vicende e personaggi palpabili e reali, fra la far-
macia di Pino Barillari ed il giardino dei Finzi-Contini, fra la lapide in Via
Mazzini e lo studio medico di Athos Fadigati in Via Gorgadello. Ferrara si è
trasformata in questo modo nel fondale di un “romanzo” in più capitoli, con
Micol Finzi-Contini nel ruolo indubbio della protagonista.
In questo contesto, la mostra
Che bel romanzo
è un prezioso documento della
trama di relazioni e della ricezione del capolavoro di Giorgio Bassani
all’epoca della sua pubblicazione, attraverso l’esposizione degli articoli e
delle recensioni de
Il giardino dei Finzi-Contini
apparsi nel 1962, che ren-
dono conto del ruolo centrale di Giorgio Bassani nel panorama culturale e
nella cerchia degli scrittori e degli intellettuali di quegli anni. Attraverso que-
sti documenti, che riportano sul proscenio protagonisti indiscussi nel campo
delle lettere in Italia nella seconda metà del ‘900 come Montale, Fortini, Del
Buono, Citati e Asor Rosa, Ferrara acquisisce un ruolo di primo piano come
luogo dell’immaginario letterario, al pari della Macondo di Gabriel Garcia
Marquez, della Parigi di Hemingway o della Vienna di Joseph Roth, un pae-
saggio dell’anima che vive di vie reali e spazi costruiti nella sfera dell’im-
maginazione (il “giardino”), popolato da personaggi che narrano allo stesso
tempo umili vicende private e i grandi eventi della Storia, in un riuscito equi-
librio fra invenzione letteraria ed impassibile documento di un’epoca, una
società, una cultura.
Ferrara è il centro attorno al quale ruotano le storie di Bassani, con le sue vie
nebbiose, i piatti della tradizione ebraica, i giardini, gli interni di abitazione
rischiarati da una luce fioca, i muri del Castello dove le tragedie collettive
della Storia incontrano i dolorosi accadimenti privati di un fortuito testimo-
ne: un ambiente concreto ed impalpabile al tempo stesso, dove si dipana il
“bel romanzo” dei suoi abitanti.
Tiziano Tagliani
Sindaco del Comune di Ferrara
un passo avanti.
una delle novità dell’edizione 2012 della Festa del Libro Ebraico è certa-
mente la presenza già operativa di una prima propaggine, di un primo avam-
posto del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.
Era stato detto e promesso che la cosiddetta Palazzina, l’edificio prospicente
via Piangipane, restaurato ed inaugurato a fine dicembre 2011 in occasione
della festa di
Hannukkà
con la mostra
MEIS versione Beth[a]
, avrebbe svolto
un’attività propedeutica, di anticipazione, rispetto alle attività culturali che
caratterizzeranno nel futuro il MEIS in tutte le sue potenzialità.
Ed è proprio quanto sta avvenendo: la mostra
Che bel romanzo
, biglietto da
visita che il MEIS presenta alla sua prima partecipazione alla Festa, celebra
con un profilo di semplicità imposto dallo spazio ancora limitato ma con ispi-
rata passione, il ricordo di Giorgio Bassani, scrittore ferrarese e figura di intel-
lettuale di rilievo internazionale.
Sono passati cinquant’anni dalla prima edizione di uno dei suoi libri più amati
dal pubblico,
Il giardino dei Finzi-Contini
. Libro di presagi, di allontana-
mento dal mondo, di profondi sentimenti interiori, di mura di cinta, scelto
invece per celebrare un’apertura, un invito ad entrare.
Il MEIS è aperto, alla città ed ai visitatori, per quanto più è possibile con
un’altra interessante proposta culturale che include, oltre l’allestimento docu-
mentale sul cinquantesimo anniversario della pubblicazione del romanzo,
anche la realizzazione interna al cortile del museo di un piccolo giardino.
Giardino certamente come luogo di intima evocazione ma anche in questo
caso, per un curioso e voluto ribaltamento dei valori, terra di incontro tra il
“fuori” e il “dentro”, frontiera tra il nuovo museo e la città.
È veramente importante e significativo che la voce del MEIS, che non può che
eseguire per il momento altro che brani per piccola orchestra, sia parte del
programma complessivo della Festa del Libro Ebraico 2012.
L’interesse sempre vivo e il carico di aspettative che le Istituzioni nazionali e
locali mostrano concretamente verso il progetto MEIS a Ferrara, il clamoroso
ritorno di stampa sia locale sia nazionale registrato in occasione dell’inaugu-
razione della Palazzina che ebbe luogo sul finire dell’anno passato ed il
numero davvero sorprendente delle persone che hanno visitato il primo
evento culturale che ha realizzato la Fondazione MEIS, stanno a testimoniare
che la via intrapresa e l’idea del “grande MEIS” hanno una ragione in più per
essere portate avanti con tenacia ed entusiasmo.
un ringraziamento a Raffaella Mortara che con originalità ci presenta con
questa mostra l’opera di Bassani vista dagli “altri”, dai suoi contemporanei,
attraverso una documentazione precisa ed una scelta di testi critici ponderata
con grande sapienza.
Carla Di Francesco
Direttore Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici
dell’Emilia-Romagna
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