Max Ascoli e Ferrara - page 36

L’antifascismo ebraico non nasceva dall’emotività, da un timore perso-
nale o da uno spirito di vendetta, dal carrierismo o da manovre politiche.
Era saldamente radicato nella tradizione intellettuale e culturale del po-
polo ebraico che aveva il disgusto per il culto dello stato, il rispetto per
l’umanità e un severo senso di responsabilità politico-civile… per cui era-
no consci e fieri della loro particolarità etnica ma italianissimi
” (Gerbi,
2002)
[82]
. In altre parole, i principi liberali, che avevano portato nel 1860
all’emancipazione, furono le idee che gli Ebrei difesero e preservarono
negli anni venti e trenta, codificandole e diffondendole nei diversi ceti,
anche attraverso giornali clandestini come il “
Non Mollare
”.
Alcuni, infine, percepirono chiaramente, nella presa del potere da parte
del fascismo, la drammatica fase della politica italiana ed, attivamente,
cercarono di opporvisi manifestando la loro volontà di lottare con il mo-
vimento insurrezionale fiorentino “
Giustizia e Libertà
”. Accanto ai fratelli
Carlo e Nello Rosselli, agirono giovani ebrei, perlopiù dell’ambiente uni-
versitario come Max Ascoli, che elaborarono nuove basi con modalità
democratiche pluraliste, su cui fondare la vita associata dello Stato
[83]
.
La loro riflessione teorica innescò ed informò il movimento di reazione
antifascista attiva. Per questo furono costretti, prima, ad una stretta sor-
veglianza da parte del regime e, poi, ad un amaro espatrio, per alcuni
mentre altri erano vocati a testimoniare, con la loro stessa vita, l’umanità
e la giustizia della nuova visione politica.
Il ripercorrere le tappe, che hanno contrassegnato la storia dell’insedia-
mento del gruppo ebraico a Ferrara, ha evidenziato alcune caratteristi-
che, che se non esauriscono, manifestano in certa misura quel “
quid
”,
che si percepisce col termine “
ebraicità
”.
La cultura, l’intraprendenza, il senso di responsabilità verso se stessi, la
comunità e il proprio paese, la profonda laicità e il forte senso del priva-
to e della famiglia, evidenziati dalle vicende di questo popolo, appaiono
così connaturati in ogni suo appartenente, da provare concretamente co-
me l’ontogenesi ricapitoli la filogenesi.
Sulla base di questa suggestiva ipotesi di lettura, della presenza ebraica
nei secoli a Ferrara, delineeremo il quadro della Ferrara nel periodo in
cui Max Ascoli, e la sua forte personalità, si forgiarono in campo cultura-
le, politico e sociale.
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Max Ascoli e Ferrara
L’antifascismo ebraico
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