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nell’insieme costituiva una testimonianza orale di una civile
convivenza
” (Marighelli, 1977)
[56]
.
Infine, ma non per questo meno influenti nel processo di superamento
dell’obbligo di separazione controllata posto dall’internamento, agirono
con modalità sinergiche alcune strutture proprie del Ghetto.
La sinagoga, fulcro della comunità ebraica, si trovava nel centro del
ghetto, al n. 95 dell’odierna Via Mazzini, allora Via Sabbioni. Il luogo
non era solo lo spazio deputato al conforto e alla pazienza religiosa, ma
proprio per la natura dei testi sacri ivi contenuti, era insieme luogo di
preghiera e di elaborazione di un filtro culturale, per leggere ed interpre-
tare la realtà. Fervore e capacità intellettuale testimoniati da Isacco Lam-
pronti, rabbino, medico e filosofo vissuto a Ferrara tra il 1679 e il 1756,
autore del Pachad Ysaak (il timore di Isacco), che è la più conosciuta e
divulgativa enciclopedia talmudica strutturata in venti volumi. Il Ghetto
era, insomma, un mondo apparentemente quieto perché controllato, ma
era fremente di desideri, di libertà e di cultura, che l’oppressione rende-
va più forti e più sentiti.
Poco lontano dalla sinagoga, dal 1849, grazie alla protezione di Moise
Elia Pisa, vennero istituiti l’asilo e la scuola elementare, come attenzione
della Comunità all’infanzia, perché non “
fosse abbandonata per strada
”,
ma crescesse “
salda nella fede dei padri… e preparata e robusta nell’af-
frontare i tempi nuovi
” (Ascoli J., MDCCCLIV)
[57]
. Dopo un ventennio
l’istituzione “
difettava di locali adatti sia dal lato igienico, sia da quello
del comodo collocamento delle varie classi. Perciò si rese necessario erige-
re un nuovo edificio che rispondesse alle impellenti esigenze pedagogiche,
inaugurato nel 1875 al n. 79 di via Vignatagliata. Tra i maggiori finan-
ziatori l’avv. Cavalieri Adolfo e la sorella Allegrina Cavalieri Sanguinetti
”
(Pesaro, 1878)
[58]
.
In Via Gattamarcia, dal 1860 denominata Via Vittoria, al n. 39, presso la
scuola spagnola, venne istituito, nella seconda metà dell’Ottocento,
l’ospizio per gli anziani indigenti della Comunità
[59]
, intitolato poi ad Alle-
grina Cavalieri Sanguinetti, diventato famoso per la sua organizzazione
modello
[60]
.
Nel 1912, per “
portare nuova linfa all’ebraismo cittadino
”, il prof. Silvio
Magrini istituì il Circolo di Cultura Israelitico, sede di confronto intellet-
tuale e di dibattito di temi religiosi, politici, sociali
[61]
. Le discussioni e le
Max Ascoli e Ferrara
Il Ghetto