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48) Bentham J.,
Panopticon
, (a cura di), Foucault M. e Pierrot M., Marsilio, Venezia, 1983.
49) Ibidem.
L’autore, per una prigione, o scuola, o ospedale, o fabbrica, o comunque una realtà da
sorvegliare, prevedeva un edificio a forma di anello; al centro una torre. Nella torre
erano aperte larghe finestre che davano sulla facciata interna dell’anello. L’edificio era
diviso in celle, ciascuna delle quali ne attraversava l’intero spessore. Le celle avevano
2 finestre: una aperta verso l’interno, che corrispondeva alle finestre della torre; l’altra
che dava verso l’esterno, permetteva alla luce di attraversare la cella da parte a parte.
Era sufficiente allora mettere un sorvegliante nella torre centrale, e in ogni cella rin-
chiudere un soggetto da sorvegliare. Per un effetto di controluce, si potevano vedere
dalla torre le sagome rinchiuse nelle celle che si stagliavano nella luce.
50) Ibidem, pg. 16; pg. 23.
51) Saracini E.,
Storia…
(op. cit.). pp. 23-25.
Pavan I.,
Il podestà ebreo
, Laterza, Roma-Bari, 2006. pg. 9; pg. 35.
Bassani G.,
L’odore del fieno
, Mondadori, Milano, 1980. pg. 7.
52) Cerini A.,
Il Ghetto di Ferrara
, in Strenna ’72 della Ferrariae Decus, SATE, Ferrara,
1972. pg. 33.
53) Zanardi Bargellesi F. e Falconi Formica M.G.,
Il complesso di fabbricati ex-Pisa nel
Ghetto di Ferrara
, in Ferrariae Decus, SATE, Ferrara, 1994. pg. 29.
54) Ibidem. pg. 29.
55) Ascoli Vitali-Norsa G.,
La cucina nella tradizione ebraica
, ADEI. WIZO, Padova, 1970.
pg. 86.
56) Marighelli I.,
Voci ebraiche popolari fra i commercianti ferraresi di tessuti e confezioni
,
estratto da Atti e Memorie della Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria, Vol.
24, Ferrara, 1977. pp. 206-207.
L’autore come esempio di metafora dal doppio senso fisiologico-furbesco, indica “
In-
taktumar
” sodomizzare-imbrogliare (in commercio); “
Kañar
” coire, appioppare qual-
cosa a qualcuno; “
Steiatàr
” mangiare, approfittare.
Come esempio di metatesi o trasposizione di suoni all’interno di una parola indica:
“
Drem o Drema
”:
ma/dre
; “
Nitpa
”: testicoli dal popolaresco ferrarese
pa/nit
(let. Pa-
netti); “Sinka”: casino o postribolo, dal popolaresco ferrarese
ka/sin
; “
Tanapu
”, dal
dialetto ferrarese
pu/tana
; “
Fazi
”: città dal dialetto ferrarese
zi/tà
.
Terracini B.,
Le parlate giudaico-italiane negli appunti di Raffaele Giacomelli
, in Mila-
no A. e Romano G. (a cura di). Volume speciale in memoria di Federico Luzzato, Mila-
no, 1962.
Anche due celebri glottologi, Raffaele Giacomelli e Benvenuto Terracini, hanno fissato
alcune espressioni della parlata giudaico-ferrarese sottolineando in queste tipiche frasi
l’aspetto di fusione e di interazione tra il dialetto locale nelle sue forme furbesche po-
polari e la sottile ironia, tipica del gruppo ebraico, con la quale è solito questo popo-
lo diluire e stemperare la tragicità della propria storia.
Max Ascoli e Ferrara
Note