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Introduzione
Il liberale gentiluomo
di
Renato Camurri
Nel luglio del 1980, a poco più di due anni dalla sua morte, la figura di
Max Ascoli fu ricordata a Ferrara nel corso di una giornata di studi orga-
nizzata dall’Istituto per la Storia del Movimento Liberale e intitolata:
Max
Ascoli, quando l’Italia non fu tagliata in due
. Aperta da una prolusione di
Giovanni Spadolini, il programma dell’incontro comprendeva le testimo-
nianze di Giovanni Malagodi e di Enzo Tagliacozzo oltre alle relazioni di
Sandro Rogari, Raffaello Franchini, Antonio Varsori
1
.
A distanza di molti anni la città Ferrara è tornata ad occuparsi di Ascoli
con il convegno internazionale di studi svoltosi il 23-24 ottobre 2008, in oc-
casione del trentennale della sua morte. Il presente volume raccoglie le re-
lazioni allora presentate: si tratta in molti casi di testi completamente rivisti
dagli autori ai quali si sono aggiunti tre contributi di Ercole Camurani, gen-
tilmente messi a disposizione dall’autore, di cui uno ha trovato collocazione
nell’indice del volume e tre sono andati ad arricchire una appendice docu-
mentaria in cui viene pubblicato un testo inedito di Ascoli risalente al 1917.
Sin dal titolo scelto (
Max Ascoli, Antifascista, intellettuale, giornali-
sta
) si può intuire che l’obiettivo principale del convegno era stato quello
di tentare di ricomporre in un unico quadro i vari aspetti della personalità
di Ascoli. Quali furono le ragioni di questa scelta? Dopo il primo appunta-
mento del 1980 la figura di Max Ascoli cadde nuovamente nel dimenticato-
io. L’oblio che lo aveva circondato era stato spezzato solo dalla ripubblica-
zione di qualche sua opera
2
e da un unico articolo degno di segnalazione
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.
1. Gli atti di quella giornata non furono mai pubblicati, ma alcune delle relazioni trova-
rono collocazioni in svariate riviste come puntualmente segnala Ercole Camurani alla no-
ta n. 32 dell’Appendice 1.
2. Cfr. F. Riccobono (a cura di),
L’interpretazione delle leggi: saggi di filosofia del di-
ritto
, presentazione e postfazione di Renato Treves, Giuffrè, Milano, 1991.
3. Ci riferiamo in particolare a S. Gerbi,
Max Ascoli e Carlo Levi. Il burbero e l’olimpi-
co
, in «Belfagor», 301 (1996).