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Max Ascoli; un aspetto sino ad oggi mai adeguatamente valorizzato, più
legato in questo caso alla personalità stessa di Max Ascoli. Egli era uomo
colto, estremamente raffinato, amante della cultura e della musica, dei libri:
con una forte autoironia e uno spiccato
sense of humor
. Era un uomo in-
transigente, spigoloso e difficile per certi versi, ma era anche un uomo ge-
neroso. Di questa generosità che esercitò continuamente negli anni dell’e-
silio ed anche nel secondo dopoguerra attraverso varie modalità, abbiamo
cercato, molto parzialmente, di dare conto nel nostro articolo selezionando
alcuni casi ed alcune situazioni particolarmente significative.
Non solo un liberale, dunque, ma anche un gentiluomo.
Cambridge, Massachusetts, Center for European Studies
Harvard University, novembre 2011
Ringraziamenti
Nel dare alle stampe questo lavoro vorrei prima di tutto associarmi ai
ringraziamenti rivolti da Anna Quarzi alle autorità che al tempo seguirono
le diverse fasi di realizzazione del convegno di cui questo volume raccoglie
gli atti, e vorrei in particolare ringraziare l’allora assessore alla cultura del-
la Regione Emilia-Romagna Alberto Ronchi che per primo si era interessa-
to a questo progetto. Parlo volutamente di progetto perché di un intervento
a vasto raggio, comprendente anche il convegno, si era nel 2006 comincia-
to tra i primi a parlare con Paolo Ravenna pensando ad una serie di iniziati-
ve editoriali e di studio dedicate alla figura di Max Ascoli che ci piacerebbe
potessero nei prossimi anni trovare concreta realizzazione. Questo convegno
voleva essere l’inizio e non la tappa conclusiva di un percorso di ricerca. Ra-
venna è sempre rimasto in questi anni un attento e acuto interlocutore, pro-
digo di consigli e di suggerimenti: mi sento quindi in obbligo di ringraziarlo
calorosamente per questa sua prolungata amicizia e disponibilità.
Quest’esperienza mi ha inoltre offerto l’opportunità di conoscere da vi-
cino Ezio Raimondi nella sua duplice veste di studioso e, in quegli anni, di
presidente dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regio-
ne Emilia-Romagna. A lui, al direttore dell’Istituto, Alessandro Zucchini, e
a Ivan Orsini dell’ufficio di presidenza va un sentito ringraziamento: le pro-
fessionalità messe in campo dall’Istituto hanno consentito di coordinare al
meglio le diverse fasi di realizzazione del convegno, la cui dimensione in-
ternazionale ha richiesto un particolare sforzo organizzativo.
Ringrazio inoltre tutti i relatori che con le loro relazioni e i contribu-
ti portati alla discussione collettiva hanno consentito di portare a termine
un convegno che definirei “non convenzionale”. Il ringraziamento è este-