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The Museo Nazionale dell’Ebraismo
Italiano e della Shoah (MEIS) in
Ferrara was established by law
number 91 on April 17th 2003
with subsequent modifications. Its
establishment represents an
overdue homage to the history of
the Jewish Italians in that it is a
witness and a record, almost an
“act of reparation,” of the
suffering and sacrifice. At the same
time, it is an enduring warning
against abuse and violence, a
reminder to the generations of
today and tomorrow of the
universal values of liberty,
tolerance, solidarity and peaceful
cohabitation. And yet we still
wanted it to represent something
more. It is also a symbol of the
traditions and civilization of a
people who have been present in
our country for over 2000 years,
and who are an integral part of the
history of Italy.
The MEIS fills a void in our artistic
and cultural heritage and offers a
tribute of recognition to the Jewish
community that has participated in
building our democratic society,
contributing to the solidarity and
pluralism of this country. The
enhancement of Jewish culture
represented in this country allows
many Italians to recover some of
their roots and an awareness of
our cultural wealth, of which we
should be proud. But the Museum
also shows the unimaginable
violence to which the Jews were
victim.
The memory of the Holocaust is for
all a warning that the universal
values of human dignity and
equality for all, in spite of diversity,
are always at the foundations of
political institutions and their
works.
The projects illustrated in this
catalogue were presented for the
competition for the building of the
Museum and are in themselves
part of our museum heritage. They
show how different cultures and
insights from the world of national
and international architecture have
been put in the service of reaching
such a high goal; a project which
is of great significance for the city
of Ferrara and the entire country.
The restoration of the ex-jail in
via Piangipane is also important in
that from a place of segregation,
by hosting theMuseum, it becomes a
point of cultural reference, to
disseminate knowledge, provide
training, and develop strategies
for peace and coexistence among
peoples.
Il Museo Nazionale dell’Ebraismo
Italiano e della Shoah colma un
vuoto del nostro patrimonio arti-
stico e culturale offrendo un tri-
buto di riconoscenza agli ebrei che
hanno partecipato alla costruzione
della cultura democratica, solidale,
pluralista di questo paese. La valo-
rizzazione della cultura ebraica
consente quindi a molti Italiani di
recuperare parte delle proprie
radici e la consapevolezza della
nostra ricchezza culturale, di cui
dobbiamo essere orgogliosi. Ma il
Museo testimonia anche le inim-
maginabili violenze di cui gli ebrei
sono stati vittime. La memoria
della Shoah è per tutti un monito
affinché i valori universali della
dignità della persona e dell’ugua-
glianza di tutti gli esseri umani, pur
nella loro diversità, siano sempre a
fondamento delle istituzioni e del-
l’operato della politica.
I progetti presentati al concorso per
la realizzazione del Museo, illustrati
in questo catalogo, costituiscono
essi stessi patrimonio museale, per-
ché sono espressione di culture e
sensibilità diverse, che il mondo
dell’architettura nazionale e inter-
nazionale ha messo al servizio di
un obiettivo così elevato, di grande
impatto per la città di Ferrara e per
l’intero paese. Significativo appare
anche il recupero dell’ex carcere di
via Piangipane, che da luogo di
segregazione diventa, ospitando il
Museo, luogo di riferimento cultu-
rale, diffusione di conoscenza, for-
mazione, elaborazione di strategie
per la pace e la convivenza tra i
popoli.
G
IANNI
L
ETTA
Sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri
Undersecretary of Presidency
of the Council of Ministers
Il Museo Nazionale dell’Ebraismo
Italiano e della Shoah (MEIS), isti-
tuito a Ferrara dalla legge 17 aprile
2003, n. 91 e successive modifi-
che, rappresenta un doveroso
omaggio alla storia degli ebrei
d’Italia, la testimonianza e il ricordo
– quasi un “atto di riparazione” –
per i dolori e i sacrifici subiti, e, al
tempo stesso, un monito perenne
contro la sopraffazione e la vio-
lenza, un richiamo, per le genera-
zioni di oggi e di domani, ai valori
universali della libertà, della tolle-
ranza, della solidarietà e della paci-
fica convivenza. Ma vuole rappre-
sentare anche qualcosa di più. Il
simbolo della tradizione e della
civiltà di un popolo presente nel
nostro paese da oltre duemila
anni, che è parte integrante della
storia d’Italia.
MEIS come luogo di memoria,
quindi e anche, e soprattutto, di
confronto e di sviluppo di modelli
di convivenza sociale basati sullo
scambio, sul baratto tra idee e
identità culturali diverse che, matu-
rate e raffinate dalla ragione, dallo
studio e dalla conoscenza, cammi-
nano insieme verso un mondo in
cui la dignità della persona e
l’uguaglianza di tutti gli uomini,
pur nella loro diversità, siano indi-
scussi valori universali.
Luogo di pace, quindi, e di rifles-
sione sui concetti di minoranza, di
diversità, di cittadinanza; museo
“trasparente”, così come concepito
dal progetto vincitore del con-
corso.
Rendo atto anche alla Commis-
sione che l’esattezza con cui sono
state individuate dalla maggior
parte dei progetti presentati le
caratteristiche funzionali di un edi-
ficio destinato ad un’attività così
delicata e complessa, è dipesa dalla
precisione con cui è stato impo-
stato il bando: un esempio virtuoso
di come la sinergia tra istituzioni
differenti come, in questo caso, il
Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, il Comune di Ferrara e la
Fondazione MEIS, possa produrre
progetti di alto profilo e di respiro
internazionale.
Ferrara, for its history, for its urban
design upon which can still be
traced the centuries old presence
of the Jewish community, for the
Jewish figures and intellectuals
(Giorgio Bassani above all) who
have expressed themselves over
time: perhaps, of all the Italian
cities, this is the one which has the
right characteristics to be a natural
host for the Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano e della
Shoah (MEIS).
A Museum which doesn’t conserve
works of art, but memories, texts,
pictures, and records from the
Jewish communities that have
found acceptance in our country
for more than 2000 years.
A presence that is small in
number, but significant in terms of
the cultural and economic
contributions they have made in
Italy over the centuries.
The MEIS as a place of memory,
and above all, of comparisons and
of developing models for a society
based on exchange, between
different ideas and cultural
identities which have been
matured and refined by reason, by
study and knowledge, that
together walk towards a world in
which human dignity and equality
for all people, despite their
differences, are recognized as
indisputable universal values.
A place of peace, then, and for
reflecting on ideas of minority,
diversity, and citizenship: a
“transparent”
museum,
as
conceived by the winning design in
the competition.
Credit is due to the competition
panel for the precision of the
guidelines which allowed the
majority of the projects to
clearly identify the functional
characteristic of a building that will
be devoted to such a delicate and
complex activity; this is a
praiseworthy example of how the
synergies between different
institutions such as, in this case,
the Ministry of Cultural Heritage
and Activities, the Comune of
Ferrara, and the Foundation of the
MEIS, can result in projects of such
high profile and international
scope.
G
IANCARLO
G
ALAN
Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Minister of Cultural Heritage and Activities
Ferrara, per la sua storia, per il dise-
gno urbano che conserva ancora
netta la traccia della presenza seco-
lare della comunità ebraica, per le
personalità e gli intellettuali ebrei
che ha espresso nel tempo (Gior-
gio Bassani per primo), è forse tra
le città italiane quella che più di
altre ha le giuste caratteristiche per
essere il luogo naturale di acco-
glienza del Museo Nazionale del-
l’Ebraismo Italiano e della Shoah.
Museo che non conserva opere
d’arte ma memorie, testi, imma-
gini, tracce della presenza delle
comunità ebraiche che hanno tro-
vato accoglienza nel nostro paese
da più di duemila anni.
Una presenza esigua in termini
numerici, ma significativa sotto il
profilo dell’apporto culturale ed
economico dato nei secoli all’Italia.
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