l morti e i feriti fra i civili si contano rapidamente a migliaia mentre le
campagne accolgono i superstiti fuggiaschi da un inferno di odio e di
piombo.
L'inverno del '44 è il più lungo e difficile. Gli alleati si propongono di
imporre all'azione di resistenza limiti gravissimi con conseguente scarsità di
armi e viveri . La rigidezza del clima, l'intensificarsi dell'azione repressiva dei
tedeschi ormai alla vigilia della sconfitta, sono tutti elementi negativi che
pongono alle forze partigiane problemi acutissimi per la stessa sopravvi–
venza delle formazioni protese ad avvicinare l'agognato momento dell'in–
surrezione finale. In queste condizioni proibitive, coi rifugi nel fango e
nell 'acqua, nella campagne isolate e gelate, le formazioni non abdicano.
Le azioni continuano mandando in fumo le disperate speranze del
nemico.
L'entusiasmante cronaca dei giorni della liberazione
è
fin troppo nota
per essere qui di nuovo rievocata. L'adesione popolare al movimento di lotta
contro il fascismo e la guerra, che si era <nanifestata sino ad allora nelle
forme più disparate di solidarietà, di sostegno, d 'aiuto morale e materiale
nei confronti dei combattenti , dei prigionieri alleati sfuggiti alla cattura , degli
ebrei perseguitati, di quanti potevano correre il pericolo della vendetta e
dell 'odio fascista, questa adesione divenne in quei giorni d 'aprile, atteggia–
mento aperto di lotta contro l'invasore in appoggio all'azione militare delle
forze alleate ormai in decisiva fase di avanzata.
l reparti alleati entrano nella città già liberata dalle forze di Resistenza.
La vita civile ha già ricominciato a pulsare e a fluire sotto la direzione del
Comitato di Liberazione Nazionale, espressione dell 'unità antifascista rea-
lizzatasi nella lotta. ·
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Quatr le rag ion i storiche profonde di un movimento che, mai spentosi dai
primi anni della prevaricazione fascista attraverso il lungo itinerario dell 'a–
zione clandestina, dei sacrifici e delle sofferenze patiti nelle carceri e al
confino, riemerge in una dimensione popolare senza precedenti nella storia
della provincia? Quali le componenti sociali fondamentali di questo movi–
mento? Gli operai delle scarse industrie ferraresi , i braccianti delle cam–
pagne, i pescatori di Comacchio , giovani intellettual i
é
studenti della città.
La parte della popolazione cioè più legata ai problemi reali della vita e ai temi
della ricerca ideale. Sono le forze fondamentali di ogni comunità contro le
quali nessun regime può, nel tempo, illudersi di governare. Il fascismo
ferrarese , partorito dagli interessi agrari locali e del capitale finanziario
nazionale, fu costituzionalmente incapace, nonostante la demagogica azio–
ne scissionista svolta nelle campagne durante i primi anni (le pletoriche
distribuzioni di lotti di terra arida ad alcune famiglie), di integrare nel regime
il bracciantato che restò, seppure a volte solo passivamente, all'opposizione.
La politica del fascismo consolidò rapidamente le posizioni agrarie sul
piano economico mentre ogni azione rivendicativa dei lavoratori veniva
ingabbiata e isterilita dentro lé maglie inflessibi li del corporativismo. l sin–
dacati corporativi funzionarono come finzione di una dialettica rituale
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