Ferrara. Immagini della Resistenza. - page 12

Tre dei sequestrati venivano ritrovati uccisi; uno, l'ing. Nurizzo r iusciva a
scampare.
Presentatosi subito alle autorità, dichiarava che nelle circostanze sopra
descritte, invitato ad uscire da persone qualificatesi militi, veniva subito
trattenuto da borghesi armati, indi trasportato sotto scorta. Insieme ad altre
cinque persone veniva condotto in località isolata, dove furono fatti scendere
ed allineati dagli armati . Il tentativo di fuga di uno dei prelevati provocava
uno sbandamento tra gli armati, che gli permise di buttarsi oltre la scarpata
del retrostante canale, che egli attraversò, dandosi alla fuga.
Sulle persone armate egli non ha potuto fornire particolari, perché egli
non potè distinguerle in quanto tutto avvenne durante la notte, particolar–
mente oscura. Ha insistito, però, nell 'affermare che può escludere che si trat–
tasse di ferraresi , in quanto li udì parlare in perfetto italiano senza una parola
in dialetto e senza accento tipico di Ferrara o provincia.
l tre uccisi non avevano alcuna figu ra caratteristica politica, anzi si può
ritenere che fossero dei simpatizzanti. L 'ing. Nurizzo, invece, era non solo
elemento molto vicino al Partito, ma, in occasione d i una assemblea del
Fascio di Le Venezie era stato ad unanimità chiesto quale Podestà per quel
Comune. Invitato, nel corso stesso della assemblea ad accettare la carica,
aveva chiesto di potersi prima curare, perché molto malato di cuore. Gli era
stato però comunicato pubblicamente che col primo aprile avrebbe dovuto
assumere la carica, in sostituzione di un funzionario (Commissario Prefetti–
zio) che chiedeva di essere esonerato .
3) Sul prelevamento dell'Ing. Stefani e del T. Col. Gelmetti ben poco si
è
pot uto appurare.
Il primo era nel suo ufficio, quando alle ore 17 circa si
è
presentata una
persona che ha chiesto alla dattilografa di parlare col principale.
Dopo un breve periodo di attesa, venne introdotto. Appena visto il
visitatore , l'Ingegnere lo avrebbe riconosciuto, ma con piacevole sorpresa in
quanto avrebbe pronunciato con tono cordiale : " Toh, chi si vede ! " ·
Le due persone si sarebbero trattenute da sole nello studio qualche
tempo , dopo di che sono uscite insieme. L'Ing. Stefani avvertì la dattilografa
che sarebbe tornato subito .
Il giorno dopo, non avendolo visto rientrare, la dattilografa (la famiglia
era sfollata) si recò a denunciare quanto era accaduto.
Nulla si è potuto sapere sul suo conto, nonostante le ricerche fatte.
Per quanto riguarda il Gelmetti, soltanto parecchi giorni dopo la sua
scomparsa si venne a sapere che egli mancava da qualche giorno da casa.
La notizia, però, era ed
è
del tutto vaga, perché nessuna denuncia
è
stata
fatta, quindi non si conoscono le circostanze dell'eventuale prelevamento.
Il Gelmetti era stato fermato fino dall'ottobre scorso per ordine ed a disposi–
zione della Milizia. Poiché, in ottemperanza al disposto che vieta il fermo per
più di giorni sette, non poteva più essere trattenuto, né era stata presentata
regolare denuncia alla competente autorità, era stato rimesso in libertà ed
era stato visto circolare tranquillamente per la città. Riesce quindi assai diffi–
cile poter stabilire se la sua scomparsa debba o meno attribuirsi a preleva–
mento. Sul suo conto esistevano vaghe accuse si badoglianesimo.
l fatti sopra esposti - riferiti con la massima obiettività- permettono le
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