Max Ascoli e Ferrara - page 86

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Max Ascoli e Ferrara
Note
82) Cazzola F.,
Per una ricerca su sviluppo economico e politico…
, in A.A.V.V., Lo sviluppo
sommerso, Bovolenta ed., Ferrara, 1979. pp. 9-10.
83) Ambrosoli L.,
Qualche appunto sulla scuola ferrarese…
, in A.A.V.V., La cultura ferrare-
se fra le due guerre mondiali, (a cura di) W. Moretti, Cappelli, Bologna, 1980. pg. 45.
84) Quilici N.,
L’interventismo… (op. cit.)
. pg. 7.
85) Roveri A., L’affermazione dello squadrismo nelle campagne ferraresi 1921-22, Bovolen-
ta ed., Ferrara, 1979. pp. 130-141.
Nel febbraio del 1921 Balbo stipulò per £ 1500 al mese il suo “contratto” con l’Agraria.
Assunse la carica di segretario del Fascio a Ferrara, estromettendo Olao Gaggioli, che
l’aveva fondato nel 1919, ritenuto sensibile a quelle vaghe simpatie del fascismo della
prima ora verso i proletari. Balbo impose, con il manganello delle sue squadre, la vo-
lontà dell’Agraria nel ferrarese e zone limitrofe con circa 150 azioni punitive.
86) Corner P.,
Il fascismo…
(op. cit). pp. 238-245.
Il 1922 segnò l’apice delle azioni squadriste:
il 12-05-1922 ci fu l’occupazione di Ferrara per il ritardo del finanziamento statale per
i lavori pubblici. Per due giorni la città visse la presenza di 63.000 manifestanti, accam-
pati per le strade. L’autorità (prefetto Bladier) non impedì o limitò la manifestazione,
che divenne il capolavoro demagogico di Balbo.
Il 28-05-1922 Bologna venne occupata, come punizione per la morte del fascista Cele-
stino Cavedani, rimasto ucciso da una bomba che voleva lanciare contro i socialisti. La
forza pubblica (prefetto Mori) si limitò ad incanalare i manifestanti.
Il 27-07-1922 Ravenna, città in cui era stato ucciso un fascista, visse per due giorni le
imprese degli squadristi, tanto che Balbo stesso scrisse nel suo Diario (
Diario 1922
,
Mondadori, Milano, 1922) “
dobbiamo dare agli avversari il senso del terrore…Il nostro
passaggio era segnato da alte colonne di fumo
”. Il Prefetto di Ravenna, pensando di
riuscire a controllare la situazione, se i fascisti se ne fossero andati, mise a loro dispo-
sizione dei camion, con i quali Balbo e le sue squadre impunemente scorazzarono per
la Romagna.
È storia che Bladier e Mori fossero in seguito allontanati dalle rispettive sedi, non per-
ché il potere centrale avesse disapprovato la loro condotta, ma perché a posteriori,
avevano denunciato negli avvenimenti successi la collusione tra gruppi economici e
fascismo, come pericolo per lo stato liberale. Ma, ormai, anche centri nevralgici del
potere, come anche la Corona, erano schierati su posizioni favorevoli al fascismo.
87) Rochat G.,
Italo Balbo nel regime fascista
, A.A.V.V., La cultura ferrarese fra le due
guerre mondiali, (a cura di) W. Moretti, Cappelli, Bologna, 1980. pg. 7.
88) Roveri A.,
Le origini… (op. cit.)
. pp. 11-15.
89) Longhi G.,
La mia contrada
, Grafiche Magnani, Bologna, 1971. pp. 45-124.
90) Pozzati F.,
Il palazzo della Ragione di Ferrara
, 2G ed., Ferrara, 2007.
Il Palazzo della Ragione, così chiamato perché destinato alla residenza di giudici e no-
tai, era stato fatto costruire nel 1326 in Piazza San Crispino (ora Trento Trieste). Nel
1473, in occasione delle nozze tra il Duca Ercole I ed Eleonora da Aragona, per abbel-
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