In un tempo non troppo lontano, le donne di quasi tutte le cul-
ture e le estrazioni sociali avevano l’abitudine, mentre facevano
da mangiare, tiravano la sfoglia e impastavano il pane, di rac-
contare, intorno al loro tavolo di cucina, le storie di famiglia:
era un modo per tramandare, di generazione in generazione,
un’infinita e semplice saggezza, quella saggezza e quella sapien-
za che ci può permettere di vivere una vita che abbia un vero
significato. Perché, spesso, una persona normale, in realtà, può
essere un vero eroe.
Uno dei precetti più ripetuti dai tempi della Torà, della Bibbia
ebraica, è quello che ti invita a ricordare. Gli ebrei devono
ricordare che furono schiavi in terra d’Egitto, debbono ricor-
dare il giorno di Sabato per santificarlo e bisogna ricordare,
attraverso quello che ci ha fatto il re Amalék, il male che ci
hanno fatto i nostri nemici.
Il ricordo, la memoria, quella semplice delle donne intorno al
tavolo di cucina, quella della grande Storia che si legge nei libri,
sono i fondamenti di ogni Popolo, perché senza memoria della
propria Storia comune è difficile che un Popolo sia veramente
unito. Senza comprensione delle proprie radici che affondano
nel passato è difficile avere una coscienza collettiva.
E come le donne di casa mia avrebbero fatto in quel tempo non
troppo lontano, vi invito a sedervi intorno al tavolo di cucina e
ad ascoltare la storia lunga, singolare e affascinante degli ebrei
italiani, una parte importante e troppo spesso ignorata della
nostra identità nazionale.
Alla radice della conoscenza
Uno dei metodi ebraici di esegesi biblica si chiama
midrash*
.
La parola ebraica deriva dalla radice Dalet-Resh-Shin che signi-
fica “cercare, indagare”. Spesso, i
midrashim
classici sono pic-
coli racconti che esplorano la vita di personaggi biblici, altri-
menti sconosciuti o senza nome. Negli anni più recenti molte
donne, soprattutto americane, hanno rinnovato l’arte del
midrash
, espandendone il significato, per ridar voce alle Madri,
Sorelle, Mogli, Sagge d’Israele, che in altro modo sarebbero
rimaste mute.
Una di queste donne si chiama Penina Adelman e insegna al
Women’s Studies Reserch Center della Brandeis University.
Per redigere questo breve testo, ho preso spunto da un suo
lavoro affascinante, in cui narra (aiutata da altre quindici scrit-
trici) la vita nascosta di ventidue antiche donne di valore.
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Di là dal fiume
Breve racconto sugli ebrei italiani
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Raffaella Mortara