documentazione superstite dell’Università
israelitica di Lugo di Romagna, rimasta le-
gata al capoluogo ferrarese sulla scia di secoli
di tradizionali legami all’interno della «Ro-
magna estense» prima, e poi della Legazione
di Ferrara dello Stato pontificio.
Una presenza ebraica a Lugo è testimo-
niata fin dal XIII secolo, con una comunità
per più secoli fiorente data la vivace attività
mercantile del centro lughese e la sostanziale
protezione accordata anche qui agli ebrei
dagli Estensi, cui Lugo appartenne a partire
dal 1376.
Dopo la devoluzione di Ferrara e
della Romagna estense alla Chiesa nel 1598,
Lugo fu una delle tre città della nuova lega-
zione pontificia (assieme a Ferrara stessa e a
Cento, della cui comunità - unita a quella di
Ferrara nel 1902 - per ora non si sono repe-
rite tracce documentarie) in cui fu consen-
tito agli ebrei di permanere, giungendosi
però alla loro effettiva chiusura in un ghetto
- richiesta dalla municipalità nel 1624 - sol-
tanto nel 1639, nel borgo di Codalunga.
I portoni del ‘chiuso’ furono abbattuti
una prima volta nel 1797, ripristinati nel
1826 e di nuovo abbattuti nel 1831, per non
essere poi più innalzati. All’atto dell’Unità
d’Italia e della piena emancipazione ebraica,
anche a Lugo sorse una «Università israeli-
tica» ai sensi della legge 2325/ 1857, che
continuò la sua attività nell’ambito della vi-
gente legge, così come testimoniato dalla do-
cumentazione, fino all’applicazione del r. d.
30 ottobre 1930 n. 1731, per cui la Comu-
nità lughese fu unita a quella di Ferrara.
Non è dato sapere se la documenta-
zione d’archivio di questa Comunità fosse
stata concentrata a Ferrara già all’atto del-
l’unione delle due comunità o meno; il fatto
che non vi si accenni nel verbale di sequestro
dell’archivio della Comunità ferrarese nel
1944 fa ipotizzare che essa fosse rimasta a
Lugo, dove comunque la sinagoga con gran
parte dell’
ex
ghetto fu distrutta da diverse in-
cursioni aeree, e che quindi questi ridotti nu-
clei siano stati consegnati in prosieguo di
tempo dagli ebrei lughesi superstiti alla Co-
munità da cui il territorio lughese (con par-
ticolare riguardo alla
manutenzione del
locale cimitero ebraico della Via di Giù) con-
tinua a dipendere a tutt’oggi.
All’interno dell’archivio dell’Università
israelitica di Lugo si conservano ridotte serie
di:
Liste elettorali
(1905-1929),
Corrispon-
denza
(1864-1920),
Bilanci
preventivi
(1908-1929),
Conti consuntivi
(1869-1913),
Bollettari delle entrate
(1927),
Fatture e rice-
vute
(1917-1922),
Rogiti e cause
(1816-
1928)
e
Permessi
di
seppellimento
(1924-1928). Presso di esso si trovano anche
gli archivi aggregati della
Compagnia della
Misericordia di Lugo
(6 fascicoli dal 1885 al
1949), esistente sin dal XVIII secolo, eretta
in corpo morale con r. d. del 29 luglio 1878
e avente lo scopo di «somministrare carne e
medicinali ai poveri appartenenti alla locale
Università Israelitica e anche a forestieri,
quando cadono ammalati, e di provvedere
in caso di morte alle spese occorrenti alla loro
tumulazione, e alla celebrazione delle prati-
che religiose prescritte dal culto ebraico per
l’agonia e pel suffragio delle anime», e del-
l’
Amministrazione «Malbis Harumim»
(cioè
«Vestire gli ignudi»: un solo registro di
Bol-
lettari delle offerte
dal 1907 al 1923), confra-
ternita assistenziale dedita alla carità - al pari
delle numerose associazioni omonime testi-
moniate presso altre comunità ebraiche ita-
liane - e caratterizzata come partecipata
esclusivamente da contribuenti di sesso fem-
minile.
E
NRICO
A
NGIOLINI
*Ora: A
RCHIVIO DI
S
TATO DI
F
ERRARA
,
Que-
stura, Gabinetto, categoria A4a, I versamento,
busta 3, fascicolo 74.
29
Ospizio marino israelitico italiano “Lazzaro Levi”
L’Ospizio marino israelitico italiano “Lazzaro Levi” viene istituito a Ferrara nel 1917 per volere testamentario
di Lazzaro Levi , il quale spirato a Cento il 23 febbraio 1917, lasciava tutti i propri averi allo scopo di fondare
un istituto dedito «alla cura marina dei ragazzi più bisognosi appartenenti alle varie comunità israelitiche
d’Italia con particolare riguardo ai ragazzi delle province dell’Emilia», ordinando che nell’Ospizio fossero
scrupolosamente osservate tutte le prescrizioni del rito ebraico.
L’istituto fu eretto in ente morale con decreto luogotenenziale n. 550 del 27 marzo 1919 che ne approvava
lo statuto. Amministrato da un consiglio direttivo presieduto da Felice Ravenna, esecutore testamentario di
Lazzaro Levi e composto da altri quattro membri delegati rispettivamente dalle Università israelitiche di Fer-
rara, Firenze,
Milano, Roma, l’istituto iniziò ad operare presso l’ex villa Menicanti a Caletta di Castiglioncello
(Li), dapprima presa in affitto poi acquistata nel 1922.
Per motivi sia di guerra che razziali, l’istituto che nel 1940 aveva dovuto chiudere la propria colonia di Ca-
stiglioncello dopo aver funzionato per più di un ventennio prestando cure salsoiodiche a fanciulli di un’età
compresa tra 6 e 12 anni e affetti da varie patologie, limita la propria attività alla semplice erogazione di
parte delle proprie rendite a favore dei bambini bisognosi di assistenza fino all’estinzione di ogni residua at-
tività nel novembre del 1943 quando viene nominato dalla Prefettura un commissario sequestratario.
L’edificio della colonia fu distrutto dagli eventi bellici e poté essere ricostruito soltanto negli anni sessanta
del secolo scorso.
L’Ospizio marino israelitico italiano “Lazzaro Levi” viene soppresso nel 1989 con legge n. 101 del 8 marzo
1989 e trasferiti i beni alla Comunità ebraica di Ferrara.
La
brochure
di presentazione dell’attività dell’Ospi-
zio marino israelitico italiano «Lazzaro Levi», 1930
ca. (A
RCHIVIO DELLA
C
OMUNITÀ EBRAICA DI
F
ER
-
RARA
,
Ospizio marino israelitico italiano «Lazzaro
Levi»
,
Regolamenti
, 1).
Il «Regolamento interno» (s. d.,
ma del 1930 ca.)
per il funzionamento della colonia dell’Ospizio ma-
rino «Levi» (A
RCHIVIO DELLA
C
OMUNITÀ EBRAICA
DI
F
ERRARA
,
Ospizio marino israelitico italiano
«Lazzaro Levi»
,
Regolamenti
, 1).
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