Ebrei a Ferrara (XIII-XX sec.). Vita quotidiana, socialità, cultura - page 16

Dopo l’Unità la comunità degli ebrei
ferraresi si costituì subito in «Università israe-
litica» ai sensi della legge del Regno di Sarde-
gna n. 2325 del 4 Luglio 1857 sulle
Università israelitiche («Legge Rattazzi»), di-
venendo una delle comunità-guida della rina-
scita morale e materiale dell’ebraismo italiano:
fu infatti a Ferrara che si tenne, nel 1863, il
primo convegno delle Comunità israelitiche
italiane e la città fu a lungo un luogo di piena
e assoluta integrazione, con gli ebrei ferraresi
presenti nell’economia, nella cultura e nella
politica cittadina ai
massimi livelli e in tutti
gli schieramenti, con casi eclatanti come
quello di Renzo Ravenna, il «podestà ebreo»
assai vicino al
ras
dello squadrismo fascista fer-
rarese Italo Balbo e «dimissionato» soltanto
nel 1938 all’atto delle leggi razziali.
L’Università israelitica assunse poi, in
piena continuità istituzionale, il nuovo profilo
giuridico di Comunità ebraica previsto dal
r.d., 30 ottobre 1930 n. 1731, con cui fu ri-
conosciuta come una delle 26 «comunità me-
tropolitane» del Regno d’Italia, unendo a sé
(dopo che nel 1902 vi era già stata aggregata
la Comunità di Cento) anche la Comunità
ebraica di Lugo di Romagna.
Tuttavia, se già la promulgazione delle
sempre più stringenti leggi antisemite avviate
dal regime fascista a partire dal 1938 colpì vio-
lentemente la compagine degli ebrei di Fer-
rara,
spingendone
molti
membri
all’emigrazione, dopo l’8 settembre 1943 la
Repubblica Sociale Italiana si applicò alla spo-
liazione sistematica del patrimonio mobile e
immobile della locale Comunità e all’attua-
zione del progetto nazista di deportazione e di
sterminio, a seguito del quale gli ebrei ferraresi
pagarono il tributo altissimo di circa un cen-
tinaio di vittime. Soltanto dopo la Liberazione
del 21-22 aprile 1945 poté ricominciare la fa-
ticosa opera di ripresa umana, patrimoniale,
amministrativa della Comunità.
L
E VICENDE DELL
ARCHIVIO DELLA
COMUNITÀ EBRAICA FERRARESE
Di fatto, purtroppo e prevedibilmente,
ben poco della persistente e secolare presenza
ebraica a Ferrara fino al 1943 rimane testimo-
niato dall’archivio della Comunità così come
lo si vede oggi: questo perché - se pure in ap-
plicazione del decreto legislativo della Repub-
blica Sociale Italiana n. 2 del 4 gennaio 1944,
che disponeva la confisca generalizzata di tutti
i «beni ebraici», il 23 febbraio 1944 la Guardia
di Finanza repubblichina aveva preso possesso
dei locali di Via Mazzini n. 95 dove avevano
le loro sedi i luoghi di culto, gli uffici, la bi-
blioteca e l’archivio, redigendone un assai
puntuale inventario e ponendo i sigilli agli
edifici interessati - di fatto tra l’estate e l’au-
tunno del 1944 gli stessi locali vennero più
volte violati e saccheggiati, con l’asportazione
furtiva di tutti gli oggetti di valore e la distru-
zione vandalica di quanto restava.
Pertanto oggi soltanto l’analitico verbale
di sequestro compilato tra il 23 e il 25 feb-
braio 1944 (conservato in: A
RCHIVIO DI
S
TATO DI
F
ERRARA
,
Questura
,
Gabinetto
,
Fondo riservato
, Cat. A4, b. 4P,
Sinagoga - Se-
questro di oggetti e valori
)* tramanda la memo-
ria di un archivio in cui si conservavano carte
di contabilità e di amministrazione dal XVII
secolo, epoca in cui l’istituzione del ghetto
L
e istituzioni ebraiche ferraresi postunitarie
27
aveva, per così dire, «obbligato» la Comunità
ebraica ferrarese a darsi forme istituzionali so-
lide. Vi erano infatti:
Libri di assegnazione di
case del Ghetto
dal 1642,
Filze dei massari del
Ghetto
dal 1661 e assai più atti deliberativi,
contabili, contrattuali e di gestione patrimo-
niale del Settecento e dell’Ottocento.
Perciò, a parte contenuti lacerti di
Cor-
rispondenza
(dal 1850) e di
Contabilità antica
(1635-1906), per lo più relativa in maniera
desultoria ai negozi di private persone, di do-
cumentazione fino alla prima metà del XX se-
colo restano un solo registro della
Scuola
spagnola levantina
(1882-1883), i
Repertori
degli atti e contratti
(1909-1960), i
materiali
relativi alla gestione del
Cimitero israelitico
(dal
1873), con i
Permessi di seppellimento
(1883-
1954) e i
Permessi d’ingresso al cimitero
(1897-
1927); documentazione ottocentesca è poi
stata in variomodo raccolta
ex post
a costituire
i precedenti per il recupero dei beni razziati,
con le serie di
Confisca dei beni della Comunità
israelitica
(1883-1949) e di
Ricostituzione del
patrimonio
(1945-1955). Particolarmente im-
portante anche il solo fascicolo della
Scuola
Media Israelitica
(1938-1946), sorta dopo
l’esclusione degli studenti di religione ebraica
dalle scuole pubbliche a seguito delle leggi an-
tisemite del regime fascista.
Si sono invece conservati inmaniera re-
lativamente più continuativa gli archivi aggre-
gati delle istituzioni educative e assistenziali
che operavano nell’ambito della Comunità
ebraica ferrarese, probabilmente perché depo-
sitati presso privati o nelle sedi di quegli stessi
enti.
Così è ad esempio per l’archivio del-
l’Ospizio marino israelitico italiano «Lazzaro
Levi», sorto a seguito del lascito testamentario
di Lazzaro Levi di Cento († 1917), che fondò
questo istituto allo scopo di «fornire di cura
marina i ragazzi più bisognosi appartenenti
alle varie comunità israelitiche d’Italia, con
particolare riguardo ai ragazzi delle provincie
dell’Emilia», precisando che in esso fossero
scrupolosamente osservate le prescrizioni ri-
tuali ebraiche. L’istituto fu eretto in ente mo-
rale e vide il proprio statuto approvato con il
decreto luogotenenziale n. 550 del 27 marzo
1919; iniziò a operare dal 1918 a Caletta di
Castiglioncello (LI) e negli anni di più intensa
attività giunse a ospitare anche più di 100 fan-
ciulli in due turni di cura marina, per poi co-
noscere una lunga parentesi di forzata
inattività dal 1940 (limitandosi quindi a ero-
gare sussidi) e più ancora dal 1943, quando
fu anch’esso commissariato come le altre isti-
tuzioni ebraiche ferraresi. L’edificio della co-
lonia, distrutto dagli eventi bellici, poté essere
ricostruito soltanto negli anni Sessanta ora tra-
scorsi, così da riprendere l’attività che prose-
gue tuttora.
Nell’archivio storico di questo
ente si conservano sistematicamente i
Verbali
del Consiglio d’amministrazione
(dal 1918), la
Corrispondenza
(dal 1917), la
Contabilità
(dal
1917), le
Concessioni ferroviarie
per i viaggi dei
gruppi di bambini avviati alla colonia (1917-
1939), nonché alcune carte private del bene-
fattore Lazzaro Levi (1862-1918).
Più contenuti i complessi documentari
relativi al
Legato «Federico Zamorani»
(1933-
1941), da cui venivano erogate periodica-
mente rendite alla Comunità israelitica, agli
ospizi, agli asili, ai templi e alle confraternite,
e all’Ospizio israelitico «Anna Cavalieri San-
guinetti» (1942-1944), casa di riposo per an-
ziani gestita dalla Comunità ebraica ferrarese
che fu attiva fino al 1944, quando anche i de-
genti in essa furono avviati al ricovero negli
ospedali comuni o alla deportazione. Dopo il
1945 la sua amministrazione fu concentrata
nella ricostituita Comunità ebraica.
L
A COMUNITÀ EBRAICA DI
L
UGO
E IL SUO ARCHIVIO
All’interno dell’archivio della Comu-
nità ebraica di Ferrara è confluita anche la
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