I Teatri dell'aristocrazia
La Devoluzione del Ducato di Ferrara allo Stato Pontificio del 1598 e il conseguente trasferimento della sede della corte Estense a Modena non stravolge la vita culturale della città. Ferrara possiede una tradizione teatrale ben consolidata e la sua collocazione, allo snodo fra capitali culturali come Venezia e Bologna, fa sì che il nuovo governo non ostacoli l’interesse per il teatro manifestato dall’aristocrazia. Il Seicento diventa così il secolo in cui nobili e mecenati si assumono il compito di dotare la città di nuovi teatri, funzionali all’evoluzione dello spettacolo in quel secolo; nello stesso tempo emergono membri dell'aristocrazia che si dedicano con costanza e competenza alla promozione di feste e rappresentazioni o all’organizzazione di compagnie di comici. Grazie a questo impegno sull’area interna alle mura cittadine oggi conosciuta come Piazza Verdi - situata di fronte al baluardo ristrutturato in epoca papale e intitolato a San Lorenzo - nel corso di tre secoli sono sorti ben tre teatri, ognuno sulle “ceneri” della struttura preesistente: il Teatro degli Intrepidi, il Teatro degli Obizzi, l’Arena Tosi-Borghi. Nella stessa area, e ancora una volta a partire da quanto rimane dell’edificio preesistente, viene realizzato il Teatro Verdi, attivo sino agli anni 80 del secolo scorsoe ora al centro di un impegnativo progetto di recupero. Per il loro valore storico e architettonico vanno poi ricordati i teatri pubblici di proprietà delle famiglie Bonacossi e Scroffa, che hanno svolto un ruolo fondamentale in città sia prima che dopo l’edificazione del Teatro Comunale di Ferrara.
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Ente Responsabile
- Fondazione Teatro Comunale di Ferrara