Le mura aperte di Ferrara
Ferrara e le sue mura, Ferrara è le sue mura. Ne sono il suggello, la cornice, ma anche uno dei simboli più noti.
Molto più che una cinta difensiva, scopo per il quale sono state erette, oggi sono riconosciute e valorizzate nel mondo come patrimonio culturale e vissute, pienamente, dai turisti in visita ma anche dagli stessi abitanti.
Percorrerle offre ogni volta un’esperienza unica e irripetibile.
Le mura mutano al mutare delle stagioni, delle luci nell’arco della giornata, e in chi le attraversa cambiano profondamente vista e sensazioni optando per il vallo, in passato pieno d’acqua, o per la sommità. Si può scegliere di intravedere, tra le chiome degli alberi, vicino, in direzione del cuore della città, le torri del Castello, la Certosa, il cimitero israelitico, di immaginare «le dame, i cavallier, l’arme, gli amori» cantati da Ariosto e la Micòl bassaniana o il dottor Fadigati, oppure si può preferire spingere gli occhi più lontano, verso l’esterno, seguendo la linea del profilo verde dell’argine del Po, oltre il parco urbano e la campagna circostante, magari presagendo l’odore di salsedine in direzione del mare.
Per chi a Ferrara vive, le mura appartengono alla quotidianità, quella quotidianità che esse stesse contribuiscono a definire, delineando, non solo per lo sguardo, un orizzonte e una soglia e concedendosi come locus amoenus. Per chi arriva alla scoperta della città sono loro il primo approdo: un luogo — idealmente circolare — da varcare per raggiungere il centro storico e da poter percorrere liberamente in tutta la sua lunghezza o anche solo su una parte degli attuali nove chilometri. In passeggiata o su una bicicletta, è sufficiente concedersi di seguirne il ritmo, scandito dal susseguirsi di baluardi, torrioni, porte, per inseguire le testimonianze di una storia lunga e articolata, che nei secoli le ha viste modificarsi in risposta a necessità militari, esigenze ambientali, ricerca di svago e bellezza.
Se oggi i Bagni Ducali restano la sola testimonianza della grandiosità della Residenza estense della Montagna e del suo incredibile giardino, sono le mura intere a essersi trasformate in un vero e proprio parco, vedendo estendere il loro interesse da quello storico-architettonico, anche a quello naturalistico-culturale. Ed è proprio il profilo murario a determinare la peculiarità e la ricchezza di fauna e flora di quel parco: è la struttura ad anello a determinare un’interessante biodiversità per l’ampiezza e per la presenza anche di specie rare e protette, oltre a custodire anche quella che gli stessi i ferraresi chiamano campagna di città, raggiungibile dalla defilata via delle Erbe.
Recuperato a partire dalla fine del secolo scorso attraverso un’oculata operazione di restauro, il perimetro è oggi restituito in tutto il suo fascino a chiunque abbia il piacere di fruirne. Tra i principali monumenti della città, anche il visitatore di passaggio a Ferrara non può davvero non concedersi una disgressione al passo lento delle mura, immerso nella natura.
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Barbara Pizzo