Dall'Unità alla prima guerra mondiale
Piazza della Cattedrale, monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Fotografia Paola Boccalatte, 2015
L’annessione di Ferrara al Regno d’Italia vede la Comunità ebraica ferrarese composta da circa milleduecento persone, un dato destinato a ridursi a causa dell’emigrazione. Raggiunte l’integrazione e la parità giuridica, si assiste alla dilatazione della popolazione ebraica verso nuovi spazi fuori dal ghetto. Tra il 1914 e il 1918 gli ebrei ferraresi prendono parte attiva alla mobilitazione bellica.
1. La storia
Al momento dell’annessione al Regno d’Italia gli appartenenti alla comunità ebraica di Ferrara sono circa milleduecento e rappresentano il 4% della popolazione, un numero che si riduce a causa dell’emigrazione verso centri maggiori, fino ad arrivare a circa mille su tutto il territorio provinciale nel 1911. Raggiunta la parità giuridica, il processo di integrazione all’interno del tessuto cittadino è piuttosto rapido e fra le sue manifestazioni più evidenti ci sono il trasferimento fuori dalla zona del ghetto, in nuovi quartieri, come ad esempio la zona nei pressi di piazza Ariostea, e l’ammissione dei più benestanti nei circoli cittadini più esclusivi, come il Circolo Unione, il circolo della nobiltà e dell’alta borghesia fondato all’inizio del XIX secolo, luogo non solo di mondanità ma anche di cultura e di politica. Gli artigiani e i commercianti rimangono invece in via dei Sabbioni, ora denominata via Mazzini: la profumeria-cartoleria-tabacchi dei Finzi, la gastronomia degli Zamorani o quella di Nuta Ascoli con la sua cucina strettamente kasher, la scelta di mantenere nell’antico spazio di reclusione “il profumo della vita e dei commerci ebraici potrebbe essere letta come orgogliosa rivendicazione identitaria” (Provasi 2010, p. 90). Per quanto riguarda la distribuzione sociale, accanto a questi piccoli artigiani e commercianti troviamo diversi professionisti e funzionari pubblici e due famiglie di imprenditori: gli Hirsch e i Tedeschi, proprietari rispettivamente di un maglificio e di due zuccherifici. L’alto tasso di alfabetizzazione permette loro di accedere alle professioni e all’amministrazione pubblica e di far parte della cittadinanza votante. In tale contesto il primo conflitto mondiale rappresenta “un ulteriore fondamentale collante” (Provasi 2010, p. 93). Fra il 1914 e il 1918 gli ebrei anche a Ferrara prendono parte attiva alla mobilitazione e alla fine della guerra, come in tutti gli edifici scolastici, anche sulla facciata dell’asilo della comunità viene affissa una lapide che riproduce il bollettino della vittoria.
2. Le medaglie
Sono 15 le medaglie al valore conferite alla memoria dei caduti ferraresi di origine ebraica e il 26 gennaio 1919 una lapide commemorativa dei caduti viene posta nell’atrio del Tempio Italiano: “Gloria immortale / agli eroici combattenti per la patria redenzione / per la libertà e la fratellanza dei popoli / Israeliti ferraresi / caduti nella guerra MCMXV – MCMXVIII / Minerbi Guglielmo / Tedeschi Umberto / Vitali Gilberto / Cavalieri Pico / Pesaro Ivo / Pisa Bruno / Sinigaglia Giacomo / Finzi Gilberto / Levi Silvio / Tedeschi Gastone / Rossi Gherardo / Sinigaglia Oscar / Schonheit Enrico / Hirsch Amerigo / Rossi Ernesto / Deliberazione 16/6/1918 del Consiglio d’Amministrazione dell’Università Israelitica” (Magrini 2015, p. 317).
Bibliografia
- Italia Judaica. Gli ebrei nell'Italia unita 1870-1945 Atti del IV convegno internazionale (Siena, 12-16 giugno 1989), Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Roma 1993 Vai al testo digitalizzato
- Provasi, Matteo, Ferrara ebraica, 2G Editrice, Ferrara 2010
- Magrini, Silvio, Storia degli ebrei di Ferrara. Dalle origini al 1943, Belforte, Livorno 2015
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Ente Responsabile
- Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
Autore
- Federica Pezzoli
- Sharon Reichel