Mura con fuciliere
I restauri compiuti negli anni Ottanta e Novanta nel tratto murario compreso tra la Punta di Francolino e il Torrione di San Giovanni hanno svelato forme e dettagli architettonici davvero unici.
Fuciliere, camminamenti e terrapieni: le sorprese dei restauri del Progetto Mura
Tra la fine del XV e il primo decennio del XVI secolo, lungo il versante orientale delle Mura (dalla Punta della Montagnola al Torrione di San Giovanni) furono costruiti nove torrioni semicircolari, di cui ne restano ancora tre: le fondazioni degli altri sei sono state ripristinate dai restauri degli anni '80-'90 del secolo scorso. All'epoca degli interventi, l'intera configurazione del sistema fortificato era pressoché illeggibile per via delle ingenti quantità di terreno accumulatesi nel controfosso interno, a ridosso della cortina e dei torrioni. Le operazioni di sterro e di diserbo hanno consentito di portare alla luce oltre 213 fuciliere (o feritoie), delle quali si era persa ogni traccia documentaria (oltre che fisica), realizzate tra il XVII e il XIX secolo, poste ad interassi variabili da 2,5 a 3 metri. Le tipologie di fuciliere individuate sono tre e per ciascuna di esse è stata disegnata e restaurata la conformazione e la tessitura muraria originale.
Lungo l'intero tratto nord-est è stato riscoperto e restaurato anche l'antico camminamento di ronda, contraddistinto dalla presenza di grandi lacune e di dissesti dovuti alla maggiore esposizione agli agenti atmosferici. Il grave stato di degrado in cui si presentavano le parti orizzontali del camminamento pose seri interrogativi sulla reale fattibilità del recupero di quanto restava.
Il restauro ha richiesto dunque un lunghissimo lavoro impiegato per lo smontaggio, la pulizia e il rimontaggio delle zone degradate, mentre le lacune sono state integrate con mattoni nuovi e di recupero tra loro appositamente miscelati e segnalate tramite una fugatura di andamento longitudinale segmentato. Ad intervalli sono stati applicati gocciolatoi ortogonali allo scopo di consentire il deflusso dell'acqua che altrimenti avrebbe ristagnato, dato che l'originaria pendenza verso l'esterno era venuta meno (Bernardi-Pastore 2003, p. 137).
E' stata inoltre reintegrata la quota di percorso mancante verso l'esterno, realizzata in rapporto allo stato di conservazione della cornice in cotto aggettante, composta – dal basso verso l'alto – da due mattoni sagomati a trapezio e un mattone posto di piatto, insieme aggettanti dal filo della muratura.
L'intervento sul terrapieno è stato ridefinito secondo l'antica configurazione, in particolare riscavando il controvallo e ridisegnandone le pendenze. Il collegamento tra terrapieno e torrioni (non svuotati, ma lasciati pieni di terra) è stato ricavato con la realizzazione di un ramparo, compreso all'interno di una figura trapezoidale ispirata alla iconografia storica reperita: il ramparo è la parte interna del terrapieno delle mura, sopraelevata rispetto alla linea difensiva principale (Bernardi-Pastore 2003, p. 134).
Bibliografia
- Francesco Scafuri, Le mura di Ferrara. Un itinerario attorno alla città, tra storia ed architettura militare, in Maria Rosaria Di Fabio (a cura di), Le mura di Ferrara. Storia di un restauro, Minerva, Bologna 2003 , p. 44
- Maurizio Bernardi, Michele Pastore, Il restauro delle Mura: gli interventi, in Maria Rosaria Di Fabio (a cura di), Le mura di Ferrara. Storia di un restauro, Minerva, Bologna 2003 , pp. 130-137
- Sabina Carbonara Pompei, Le mura di Ferrara nel XVIII secolo: interventi sulle lacune “secondo le buone regole dell'arte”, in Riccardo Dalla Negra, Alessandro Ippoliti (a cura di), Le lacune urbane tra passato e presente , Ginevra Bentivoglio Editoria, Roma 2017, pp. 125-138
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara