Scheda: Evento - Tipo: Storico

La Battaglia delle Valli

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La “battaglia delle Valli” è stato l’evento più composito dell’offensiva degli Alleati sul finire della seconda guerra mondiale. Ai duri combattimenti prende parte anche la Brigata Ebraica.

 


Inizio: 01 Aprile 1945

Fine: 19 Aprile 1945

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  • battaglia

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  • Ferrara ebraica

1. Storia

Durante l’avanzata delle forze alleate, i movimenti partigiani, in accordo con le Comunità locali, organizzano le azioni della Resistenza. I nuclei meglio strutturati si attestano dalle Valli di Comacchio e dal confine con Ravenna lungo il fiume Reno e fino alle Valli di Argenta. Gli “uomini della Valle” guidano e raccordano i reparti sostenendo l’avanzata degli Alleati in un angusto corridoio tra le acque, l’Argenta Gap (la stretta di Argenta), con l’obiettivo di far loro raggiungere il Po lungo la strada più breve (Argenta - Ferrara) e costringere l’esercito tedesco a combattere con il grande fiume alle spalle e con i ponti demoliti. L’offensiva dell’8a armata britannica era stata preparata durante l’inverno e tra l’1 e il 19 aprile si susseguono i combattimenti fino all’attacco finale, quando l’Argenta Gap è il teatro dell’ultima battaglia, che porta alla conquista e alla liberazione di Argenta e di Portomaggiore.

In questo quadro è impegnata anche la Brigata Ebraica, cinque componenti della quale trovano la morte nei duri combattimenti: Aaron Goldberg, David Goldberg, Albert Yudin, Leo Smith e Jacob Levy riposano nel cimitero militare di Argenta.

2. Testimonianze

Testimonianza di Renata Viganò

“Ai primi di aprile eravamo tutti pronti [...] Aspettavano di giorno in giorno lo scatenarsi dell’offensiva. Il 6 aprile gli alleati ne iniziarono la preparazione, con bombardamenti sistematici di tutti i paesi e villaggi della valle e delle strade. I primi ad essere devastati furono Anita, Longastrino e Menate. Gli angloamericani sparavano di continuo anche con l’artiglieria. Tutto il giorno e tutta la notte si sentivano i fischi delle granate. Il 10 aprile, al mattino, un violentissimo bombardamento a tappeto distrusse Filo e Mulino di Filo. [...] Verso il tramonto del giorno 11 i tedeschi in ritirata occuparono tutte le case vicine a Mulino di Filo, e ci imposero di andarcene in dieci minuti [...] Passammo alla Pecorara, andando ad accrescere il numero già grande delle persone che vi erano ammassate. [...] Ma un’ora dopo sentimmo il rombo di un’esplosione: era saltato il ponte del Mulino, i tedeschi erano in fuga, i partigiani li avevano scovati dal villaggio. Passò un po’ di tempo sospeso nell’ansia, poi vedemmo una cortina di fumo bianco spiegarsi sulla valle, verso Longastrino. Diradata un po’ apparvero i carri armati inglesi. Ci credemmo salvi, e uscimmo dalla casa come una fiumana. Ma essi non arrivarono fino a noi, proseguirono sulla strada maestra e occuparono il villaggio già liberato dai partigiani. I tedeschi fuggiti dal paese, si erano sparsi per la campagna e, appostati dietro gli argini e nei fossi, 'cecchinavano' sulle strade secondarie che attraversano la valle”. (Note storiche, in Ferrara Partigiana, pp. 29-33)

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Ente Responsabile

  • Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Autore

  • Edoardo Moretti