Il padre di Ludovico, Niccolò Ariosti, si premurò di acquistare diverse dimore per sopperire ai bisogni della sua numerosa famiglia: nel 1485 fu la volta di questa piccola abitazione. Riuscì però a permettersi l’acquisto effettivo solo di una parte della residenza continuando a pagare l’affitto perpetuo dell’altra metà. Data la modestia dell’abitazione, Niccolò procedette, nel 1488, ad ingrandirla sopraelevandola.

Egli investì considerevoli somme nei lavori di ampliamento e restauro dell’abitazione che, sommate a quelle per l’acquisto di un podere a Masi S. Giacomo, rappresentarono un esborso di quattrini forse esagerato a causa del quale gli giunsero molte polemiche da parte della municipalità di allora. Ne resta testimonianza eloquente nei versi di un poeta del tempo:

A spese del comune la possessione
Comprasti e questa non è cosa oscura.
E la tua bassa debile casetta
Levasti in alto, ser Nicolò mio,
questa è la legge c’hai sotto la bretta

(Ferrari 1974,in Virgilio Ferrari, Ferrara e L’Ariosto, p. 52)

Questa, insieme alle altre dimore paterne, fu divisa tra i fratelli di Ludovico Ariosto alla morte del padre, Niccolò. A Ludovico spettò la casa paterna (oggi scomparsa) che vendette poi nel 1528 per trasferirsi nella “parva domus” di via Mirasole.

L’abitazione, di cui oggi rimane una sola porta al civico n.31, si trovava vicina alla casa del canonico Brunoro, in posizione attigua alla canonica della chiesa di santa Maria delle Bocche.