Area di riequilibrio ecologico “Schiaccianoci”
L’Area di Riequilibrio Ecologico “Schiaccianoci”, situata ad est della città, è caratterizzata da una ricca vegetazione e dal macero E17, tuttora visitabile.
Introduzione
L’Area di Riequilibrio Ecologico (“A.R.E.”) “Schiaccianoci” ricopre circa 23 ettari sui due lati di via Caretti, una strada di circonvallazione nel perimetro extra murario. L’area protetta venne istituita nel 2011. Presenta una ricca vegetazione arborea ed arbustiva, cresciuta spontaneamente su terreni abbandonati. Vi sono farnie, pioppo bianco, salici, sanguinella, rosa canina e anche specie esotiche, come l’acero negundo e la robinia. Il cuore dell’A.R.E. è rappresentato dal macero E17, su suolo pubblico e visitabile. La zona è costeggiata da una pista ciclabile separata dalla strada.
La vicenda storica dell’A.R.E. Schiaccianoci è un piuttosto singolare. Il nome è stato scelto dai cittadini residenti nei paraggi che, nel 2009, preoccupati all’idea che quella zona abbastanza naturale che si era formata spontaneamente venisse distrutta dall’espansione urbanistica, si costituirono in un comitato che chiese ed ottenne la protezione dell’area.
Storia
Nei secoli passati, la zona era destinata ad alimentare una fornace locale, la Fornace di Malborghetto o fornace Morari, che si trovava dove adesso sorge il centro commerciale “Le Mura”: la fornace è presente nella carta storica del 1814. L’argilla necessaria per la produzione dei manufatti veniva prelevata dai terreni circostanti scavando grosse buche, che venivano poi riempite con gli scarti di lavorazione. L’uso degli scavi di fornace come discarica era usuale a Ferrara sin dal Medioevo.
Poco dopo la seconda guerra mondiale e fino agli anni ‘80, le discariche ricevettero non solo materiali inerti, ma anche pericolose sostanze inquinanti di origine industriale provenienti dall’impianto petrolchimico situato a nord ovest della città. Negli anni ‘80 vennero emesse le prime leggi nazionali per regolamentare lo smaltimento dei rifiuti.
Nel frattempo, la fornace cessò l’attività e le zone di terreno abbandonate vennero progressivamente colonizzate dalla vegetazione. La zona in cui si trovava è stata trasformata in area residenziale attorno al 1990, epoca di intenso “urban sprawl”(1). L’Istituzione dell’A.R.E. bloccò l’ulteriore espansione e consentì l’avvio di un complicato processo conoscitivo e gestionale teso alla bonifica delle falde inquinate. Da un paio d’anni è attivo un complesso sistema di raccolta ed asportazione del percolato per evitare che le sostanze inquinanti continuino a scendere nel sottosuolo.
Note
1. Urban sprawl: intensa proliferazione urbanistica realizzata attraverso la costruzione di nuovi quartieri residenziali composti soprattutto da villette a schiera.
Bibliografia
Sitografia
Fototeca
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Ente Responsabile
- Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara