Scheda: Evento - Tipo: Storico

Parisina, tra realtà e finzione

Particolare dell'affresco di Achille Funi in Sala dell'Arengo, a Palazzo Ducale. Ca 1934-38

Laura Malatesta, detta Parisina, figlia del signore di Cesena, nacque nell’ottobre del 1404. Rimasta orfana di entrambi i genitori in giovanissima età, venne ospitata alla corte dello zio paterno, a Rimini, e ben presto furono intavolate trattative per il suo matrimonio con Niccolò d’Este, concluse nel febbraio del 1418. La tredicenne sposa giunse a Ferrara pochi mesi dopo e non ebbe difficoltà ad adattarsi al nuovo ambiente e alle nuove funzioni.

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La tragedia

«Circondata da una numerosa corte privata, Parisina conduceva una vita brillante [e] tutti l’amavano per il suo buon cuore e per la ventata di novità che avevo portato all’ancora austera corte estense».

 

«Anche i rapporti con i figliastri erano sereni: si trattava spesso di suoi coetanei i quali si vedevano lesinare il denaro dal severo e talvolta avaro padre, al punto da avere difficoltà a procurarsi il fabbisogno per una vita consona al loro rango. Era allora la giovane matrigna a intervenire, affinché sia loro che i loro compagni avessero abiti e tutto quando abbisognava. Solo uno dei figli Niccolò, Ugo, era favorito e viziato dal padre: […] il principe, destinato alla successione, viveva addirittura con una piccola corte».

 

«Figlio primogenito di Stella de’ Tolomei, [Ugo] probabilmente vedeva in Parisina l’avversaria della madre e l’accusava di aver usurpato il posto che spettava a Stella. I rapporti fra i due non accennarono a migliorare con il passare degli anni, causando preoccupazioni e disagio nel loro padre e marito: fu così che Niccolò, allo scopo di facilitare il rasserenamento, nel maggio del 1424 ordinò a Ugo di accompagnare la matrigna in un viaggio a Ravenna, presso i signori di Polenta. Non sappiamo se l’amore nacque proprio durante quel viaggio […]. Di certo Ugo e Parisina si amarono appassionatamente e la loro storia andò avanti, per alcuni mesi, in segreto».

 

Scoperta la tresca, Niccolò diede sono alla sua ira, e dopo aver smascherato pubblicamente i due amanti li fece processare e condannare i due colpevoli e i loro complici, ordinando un’esecuzione immediata che ebbe luogo la sera del 21 maggio 1425.

 

«Parisina aveva compiuto vent’anni, Ugo ne aveva ancora diciannove. I loro corpi furono trasportati a San Francesco quella notte stessa quella notte stessa e là sepolti nel cimitero pubblico, lontano dalla cappella di famiglia».

 

«La drammatica fama del loro amore ha fatto degli amanti di Ferrara una vera e propria leggenda, ma offuscando il ricordo delle loro vite».

 

«Pochi personaggi femminili, forse, si sono prestati al pari di Parisina d’Este a ricostruzioni di fantasia, letture soggettive, ardite analisi psicologiche, manipolazioni letterarie degli accadimenti che l’hanno avuta come protagonista, lussureggianti messe in scena che contrastano con il vuoto desolante delle notizie archivistiche. Ogni elemento della sua vita si prestava all’elaborazione di una tragedia da romanzo».

 

«Tutto quello che ci è stato trasmesso su di lei è in qualche modo frutto di un’elaborazione narrativa […]. Nessuna fonte documentaria è rimasta a sostegno di interpretazioni sottoposte, per loro natura, a una forte carica di soggettività».

Una vita sospesa

«Pochi personaggi femminili, forse, si sono prestati al pari di Parisina d’Este a ricostruzioni di fantasia, letture soggettive, ardite analisi psicologiche, manipolazioni letterarie degli accadimenti che l’hanno avuta come protagonista, lussureggianti messe in scena che contrastano con il vuoto desolante delle notizie archivistiche. Ogni elemento della sua vita si prestava all’elaborazione di una tragedia da romanzo».

 

«Tutto quello che ci è stato trasmesso su di lei è in qualche modo frutto di un’elaborazione narrativa […]. Nessuna fonte documentaria è rimasta a sostegno di interpretazioni sottoposte, per loro natura, a una forte carica di soggettività».

 

Su Parisina la tradizione letteraria è lunghissima e ingombrante. Troviamo, infatti, tracce della vicenda nelle opere di autori e compositori come Bandello, Byron, D’Annunzio e Donizzetti.


Matteo Bandello: nelle sue Novelle (1544) ne parla nella famosa novella xliv che scrive a distanza di più di un secolo dagli avvenimenti, fingendo che a narrare gli eventi sia Bianca d’Este, nipote di Nicolò. Anton Francesco Grazzini: ne Le Cene (1540 ca.) nella v novella della II Cena, l’autore si ispira alla vicenda di Parisina, modificando contesto, nomi e finali. Lope de Vega: El castigo sin venganza (1631), il cui testo si ispira a quello del Bandello, pur modificando, anche in questo caso, i nomi. George Byron: Parisina (1816), in cui il poeta racconta la vicenda, ispirata a un passo dello storico Edward Gibbon (Antichità della casa di Brunswick, 1790-1791), insistendo sul fatto che tra gli Estense e i Malatesta vigeva un precedente accordo di matrimonio che vedeva uniti i due giovani; solo in un secondo momento, però, viene rovesciato l’accordo, dopo che Nicolò incontra Parisina e la sposa al posto del figlio Ugo. Hijalman Bergman: Parisina, in questa versione la figura dei due innamorati ricalca quella idealizzata del poema epico cavalleresco. Gabriele D’Annunzio: Parisina è una tragedia lirica in quattro atti scritta dal poeta e musicata da Pietro Mascagni, andata in scena per la prima volta nel 1913. Gaetano Donizzetti: Parisina d’Este, opera del compositore bergamasco, su libretto di Felice Romani, che ha debuttato al Teatro della Pergola di Firenze il 17 marzo del 1833. Tra le altre composizioni, si ricordano anche l’opera del fiammingo Edard Keurvels che andò in scena ad Anversa nel 1888, e una tragedia di Antonio Soma, Parisina, pubblicata nel 1836.

 

«Che cosa ha acceso la fantasia di tutti? L’amore, il tradimento, la morte. Un amore che ad alcuni è parso innocente, frutto dell’improvviso farsi strada di sensazioni mai provate prima, dello svelamento di un reciproco riconoscersi giovani e pieni di desiderio. Ad altri, invece, è sembrato il risultato di una seduzione femminile operata più per rivalsa e voglia di vendetta nei confronti di Nicolò che per autentico innamoramento. Per tutti costoro l’immagine di Parisina è quella di una donna tentatrice, piena di lusinghe e di vezzi, capace di circuire Ugo fino a fargli perdere l’onore, la dignità, il rispetto filiale. Quasi tutti pongono in evidenza l’affronto al marito e al padre, un inganno consumato nella bugia, nel sotterfugio, nella complicità bassa delle damigelle e degli uomini di corte, reso emblematico e fatale in quello spiare dalla fessura nel soffitto l’atto d’amore dei due innamorati, che immortala il Marchese e signore di Ferrara in gesto certo indegno del suo rango. […] Sono tutti, questi, ingredienti, variamente miscelati, di una rivisitazione sentimentale e romantica cupa degli eventi, che nella loro scarna linearità storica assai poco si prestavano a questo lussureggiante moltiplicarsi di accenti e di visioni da tragedia».

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Doris Cardinali
  • Matteo Bianchi