Inaugurazione del Grattacielo
Molti ferraresi, spinti dalla necessita di avere un'abitazione e fare famiglia, hanno acquistato subito gli appartamenti del grattacielo, pagando cifre abbastanza convenienti, anche se i problemi di una simile struttura si sono da subito evidenziati nelle sue complessità strutturali, di gestione e di conduzione.
Aspettative
Il Grattacielo nasce da un progetto iniziale dell'architetto ferrarese Gian Carlo Capra. L'dea ebbe successo e la costruzione avvenne nell'immediato; grazie anche alla splendida vista su viale Cavour questo edificio era destinato a fare la differenza. Inizialmente sarebbe dovuto essere un edificio a uso residenziale per il ceto medio, che però non sempre apprezzò in quanto lo ritenne poco adatto allo stile di vita locale e più vicino a un eventuale modello americano. Le aspettative furono quindi deluse e alcuni appartamenti, soprattutto quelli esposti verso la periferia, rimasero inabitati a lungo, fino a quando, nella seconda metà degli anni Novanta, cominciò a popolarsi di stranieri in seguito all’ondata migratoria: si trattava specialmente di disoccupati in cerca di lavoro.
La parola a Bassani
«Ogni volta che scendo dal treno alla stazione e vedo il famigerato grattacielo, non saprei dire se più brutto o più stupido, letteralmente mi si stringe il cuore. L'ignobile casone fu concepito sotto questa amministrazione. Non importa. Se fosse possibile ricorrere a qualche sicario dell'Oas perché provvedesse a farlo saltare, io, per me, non avrei nulla in contrario. Il carattere di Ferrara deve essere mantenuto: non fosse altro che per ragioni amministrative, economiche, pratiche» [Giorgio Bassani durante un consiglio comunale, il 25 giugno 1962].
Anni '90
Si creò così un clima ostile di intolleranza e pregiudizi. La polizia cominciò a fare dei sopralluoghi in seguito ad alcune lamentele, arrivando ad arrestare qualche abitante per spaccio. Questa zona, che ha conteso e strappato, nell’immaginario del ferrarese medio, a viale Krasnodar l'appellativo di “Bronx” di Ferrara, adesso rientra nel quartiere GAD (Giardino-Arianuova-Doro). Nei primi anni del XXI secolo la cattiva fama del grattacielo aumentò sconsideratamente, ingigantita anche da false voci diffuse da una certa stampa locale. Si arrivò a pensare di demolire questa imponente costruzione, ma c’erano e ci sono ancora idee differenti riguardo la questione: c’è chi è convinto che gli edifici vadano riqualificati per rimediare allo stato di degrado in cui versano attualmente e chi crede che la via più semplice e veloce per sbarazzarsi del problema sia la demolizione.
Bibliografia
- Silvia Imbesi, Giulia Spanazza, Le Radici della Torre. Rilettura e valorizzazione del grattacielo di Ferrara e dell'area adiacente, Tesi di laurea - Università degli Studi di Ferrara, Facoltà di Architettura, Ferrara A.A. 2007/2008
- Arianna Maini, La fine dell'era dei grattacieli: dal database delle demolizioni europee al progetto per l'area delle torri di Ferrara (G. A. D.), Tesi di laurea - Università degli Studi di Ferrara, Facoltà di Ingegneria, Ferrara A.A. 2014/2015
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Classe VB, Istituto tecnico "G. B. Aleotti"