Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Donna Gracia Mendes (Lisbona, 1510 - Istanbul, 1569)

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Donna Gracia Nassì (Beatrice de Luna) è una marrana nata in Portogallo. Tra le donne più ricche e influenti del Rinascimento europeo, è protagonista delle vicende politiche e della vita culturale della diaspora sefardita fra Portogallo, Fiandre e Italia. La figura di Gracia è ricordata nei romanzi storici Q e Altai del collettivo Wu Ming.


Nascita: 1510

Date note sulla vita: 1537
Trasferimento da Lisbona ad Anversa

Date note sulla vita: 1543
Trasferimento da Anversa a Venezia

Date note sulla vita: 1549
Trasferimento da Venezia a Ferrara

Date note sulla vita: 1552
Dopo un breve ritorno a Venezia si trasferisce definitivamente a Istanbul

Morte: 1569

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Categorie

  • filantropo | benefattore

Tag

  • Ferrara ebraica

1. Da Lisbona all’Italia

Gracia Nassì nasce a Lisbona nel 1510, battezzata con il nome di Beatrice De Luna. La famiglia appartiene al gruppo dei nuovi cristiani, diventati tali a causa dei battesimi imposti dai sovrani portoghesi nel 1497. Educata occultamente al giudaismo, a 18 anni sposa lo zio materno Francisco Benveniste-Mendes, anch’egli marrano, che ha quasi il monopolio del commercio delle spezie prodotte dall’impero portoghese. Nel 1537, dopo essere rimasta vedova giovanissima e con una figlia, Beatrice decide di trasferirsi con tutto il proprio seguito e il proprio patrimonio ad Anversa dall’altro zio e cognato Diogo Mendes, anche a causa dell’introduzione del tribunale dell’Inquisizione in Portogallo. Ad Anversa Beatrice partecipa attivamente alla gestione delle attività famigliari: grazie alle proprie relazioni e con la copertura delle attività commerciali, i Mendes fanno parte della rete di aiuto per l’espatrio dei marrani e dei loro beni. Tale è la sua abilità che Diogo, prima della morte improvvisa nel 1543, la nomina fra gli esecutori testamentari, “con tanto che Beatrice di Luna sia prinzipale” (Leoni 2011, pp. 358-359), e le affida la tutela della figlia, sua erede universale. Dopo la morte di Diogo, Beatrice si rimette di nuovo in viaggio, raggiungendo prima Venezia e poi alla fine del 1548 la vicina e accogliente Ferrara.

2. Ferrara

Grazie alla politica di tolleranza della casa d’Este può abbandonare la facciata cristiana e il nome da convertita, tornando a essere Donna Gracia Nassì. Il suo soggiorno a Ferrara è breve (1548-1551) ma lascia un segno indelebile. Per continuare a gestire la grande impresa bancaria e commerciale della famiglia Mendes chiede a Ercole II (1508-1559) di essere esonerata dai limiti che gli Statuti cittadini impongono all’autonomia delle donne ferraresi. Il duca accoglie la richiesta, giustificando “la propria risoluzione con le eccezionali doti morali ed intellettuali di Beatrice” (Leoni 2011, p. 360). Gracia Nassì è perciò l’unica donna che nella Ferrara del XVI secolo può godere di ampia autonomia decisionale e del potere di gestione del proprio impero bancario e commerciale. Importante protagonista della vita culturale della sempre più numerosa comunità sefardita ferrarese, attiva soprattutto nell’aiutare la fuga dei marrani perseguitati dal Portogallo. È soprattutto grazie a lei che Ferrara diventa il centro della produzione editoriale marrana e fra il 1552 e il 1553 a lei vengono dedicate due opere fondamentali: la Biblia en lengua española, la prima tradotta dall’ebraico, dello stampatore Avraham Usque e la Consolazione delle tribolazioni di Israele, opera in portoghese di Samuel Usque.

3. Istanbul

Dopo un breve ritorno a Venezia, già nel 1552 Gracia Nassì si trasferisce definitivamente a Istanbul, dove è conosciuta semplicemente come ‘la Señora’. Qui fonda un’accademia rabbinica e si dedica all’assistenza dei poveri, sempre continuando a gestire gli affari di famiglia e rimanendo attiva anche sul piano politico in aiuto dei propri correligionari nell’Europa cristiana: quando il papa Paolo IV (1476-1559) condanna al rogo ad Ancona ventisei convertiti accusati di continuare a professare il giudaismo, Gracia organizza insieme alla comunità marrana di Istanbul il boicottaggio del porto dello Stato pontificio, tentando di trasferire i traffici a Pesaro, nel Ducato di Urbino, e fa intervenire il sultano Solimano I per cercare di bloccare le esecuzioni. Gracia muore nel 1569 a Istanbul, città dove fino al 1890 è attiva una sinagoga a lei dedicata intitolata appunto la Señora.

Ente Responsabile

  • Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Autore

  • Federica Pezzoli
  • Sharon Reichel