Via Mentana
Denominazione e cenni storici
Carlo Bassi la descrive come una delle vie più significative del disegno dell’addizione erculea, assieme a via Bellaria, via Mascheraio e altre.
In precedenza la sua denominazione era via Colonna, «forse dalla Farmacia della colonna o delle due colonne, che era aperta fino al 1515; o più verosimilmente dalla famiglia nobile dei Colonna, la quale nella persona di Alessandro, possedette il bel palazzino dei Pasetti, già conti Bernardi e Zuffi, in angolo alla via Cortevecchia» (G. Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e delle strade di Ferrara e Ampliamenti all’opera di Gerolamo Melchiorri, a cura di C. Bassi, 2G Editrice, Ferrara 2009, p. 93). Fu nel 1905 che la via assunse il nume attuale di via Mentana, in riferimento all’omonima battaglia, combattuta da Garibaldi il 3 novembre 1867 contro Roma papale.
Nella letteratura
Al civico n. 2 di questa via Giorgio Bassani colloca la dimora di Edgardo Limentani, protagonista del romanzo L’airone. Egli vive in un elegante palazzo, salvato nel 1938 da un matrimonio di interesse con una donna cattolica: è quello, nella vita del personaggio e della sua famiglia, oltre che per la Ferrara e l’Italia reali, un anno spartiacque. L’oscurità che avvolge la via, il palazzo e i suoi elementi sin dall’inizio suonano in qualche modo presaghi della tragica decisione del protagonista di togliersi la vita [nel terzo capitolo si legge: «Si chinò a sfiorare con le labbra la fronte della bambina, riattraversò la stanza, uscì per la terza volta nel corridoio. Girò l’interruttore della luce, guardò l’ora. Erano le cinque e cinque. Tornò indietro, a staccare il fucile dalla maniglia della finestra, se lo appese alla spalla sinistra, si avviò. E di lì a poco, con la sensazione di calarsi dentro un pozzo, scendeva lentamente per il buio scalone elicoidale che portava fin giù, nel portico dell’ingresso» (G. Bassani, L’airone, ne Il romanzo di Ferrara, Opere, Mondadori 2001, p.718)].
Vale la pena di ricordare, che, oltre la finzione letteraria, la dimora di Edgardo Limentani trova il suo corrispettivo nella Ferrara reale in Palazzo Zamorani, stabile del Cinquecento situato all’angolo con via Palestro, molto caro allo scrittore. Ne fu assiduo frequentatore negli anni giovanili, in particolare per il gioco del tennis, dopo l’estromissione dal Circolo della Marfisa a causa della promulgazione delle leggi razziali del ’38. È proprio in una di quelle occasioni che a Palazzo Zamorani conosce e si innamora di Valeria Sinigallia, sua futura moglie.
Testimonianze
«Tanto lei [“l’Imelde”, n.d.r.] quanto Romeo non potevano soffrire la Nives. Più o meno apertamente la disapprovavano in tutto, coinvolgendo in tale disapprovazione il ragionier Prearo, la cuoca elsa, la stessa Rory: ogni nuova persona o cosa, insomma, che al numero 2 di via Mentana si fosse presentata dopo il ’38. Quando gliene parlavano, non la chiamavano mai per nome. La chiamavano immancabilmente “la sgnóra so dlu”, l’unica, vera signora della casa restando per loro “la sgnóra Erminia, e Lilla, la barboncina di tre anni dalla quale sua madre si faceva tenere compagnia perfino a letto, l’unica, vera bambina da vezzeggiare in tutti i modi. Alla Nives non gliene passavano una buona, mai.»
(G. Bassani, L’airone, in Opere, Il romanzo di Ferrara, Mondadori 2001, p.721s.)
«La luna rischiarava via Montebello in tutta la sua lunghezza: dall’incrocio di Corso Giovecca fino laggiù, alla lontana, massiccia arcata di granito grigiastro posta all’ingresso del cimitero israelitico. Via Mentana era invece quasi al buio. Non appena girato l’angolo, accese un attimo i fari grandi. Il portone era spalancato. Davanti, fermo sul bordo del marciapiede, col berretto, la sciarpa di lanetta bigia avvolta intorno al collo e le mani affondate nelle tasche dei pantaloni, Romeo aspettava tranquillo.» (G. Bassani, L’airone, in Opere, Il romanzo di Ferrara, Mondadori 2001, p. 840)
Bibliografia
Fototeca
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Barbara Pizzo