Baluardo di San Lorenzo
Costruito nel 1583 e modificato nel secolo successivo per adeguarlo a protezione della nuova Porta Paola, il Baluardo di San Lorenzo fin dall'inizio del Novecento è uno spazio caro ai ferraresi per la sua funzione di area mercatale.
Cenni storici
Sorge sul precedente Bastione di Castelnuovo, nome derivante dall'omonimo fortilizio estense costruito da Giovanni da Siena a partire dal 1427 a ridosso del fiume Po e smantellato tra il 1562 e il 1570, anno del terremoto che arrecò gravissimi danni anche alla cerchia muraria cittadina.
Costruito nel 1583 con la direzione tecnico-progettuale dell'architetto Giovanni Battista Aleotti (1546-1636) e ristrutturato in epoca papale (quando fu detto anche Baluardo di Sant'Agnese, a presidio dell'omonima Porta dirimpetto alle attuali vie Spronello e Scienze), costituisce insieme al precedente Baluardo di San Paolo il sistema di protezione della interposta Porta Paola edificata nel 1612. All'inizio del Novecento la sommità del bastione venne destinata al mercato settimanale ed il luogo era comunemente noto come “Mercato dei cavalli”, per realizzare il quale si modificarono il terrapieno, le relative quote e le inclinazioni delle scarpate. Ancora oggi l'area assolve alle funzioni mercatali (il lunedì), oltreché di servizio per il parcheggio delle auto.
Tra il 1911 e il 1914 tutto il percorso terrapienato delle mura e bastioni meridionali subì incisive modifiche, necessarie alla creazione della strada di circonvallazione interna, allora denominata “Rampari di Piangipane”, ora Via Baluardi (terminata nel secondo dopoguerra).
A differenza dei baluardi di San Pietro, Sant'Antonio e dell'Amore, quello di San Lorenzo è privo di sporgenze arrotondate ai fianchi (i cosiddetti “orecchioni”) e dotato solo di salienti contraddistinti dalla presenza di cinque arcate parzialmente tamponate e protette da grate metalliche. Poste poco più in alto rispetti al piano di campagna, davano accesso ad altrettante gallerie (parti integranti delle “piazze da basso”), parzialmente esplorate nei primi mesi del 2003 durante gli interventi di verifica di alcuni cedimenti del terrapieno sovrastante: queste negli anni Cinquanta venivano definite da Malagù ancora in buono stato, inoltre secondo lo stesso autore erano collegate al sovrastante piano di tiro mediante scale e dotate di ben conservati sfiatatoi, anch'essi in parte documentati durante i sopralluoghi (Scafuri 2003, p. 58).
In passato questi anfratti (detti anche “casematte” o “camattoni”) vennero abitati da indigenti e durante l'ultima guerra usati come rifugi antiaerei.
Il Baluardo era munito di cannoniere, le cui tracce sono segnalate da tamponature in mattoni di uguali dimensioni sulla sommità dei parapetti murari: una di queste postazioni per armi da fuoco, purtroppo in parte distrutta è venuta alla luce durante alcuni lavori di riqualificazione del terrapieno condotti dall'Ufficio Tecnico del Comune di Ferrara nel 1998 in prossimità del parapetto della faccia ovest del Baluardo, poi nuovamente interrata (Scafuri 2003, p. 58). Caratterizzata da una pavimentazione in mattoni, la cannoniera era talmente degradata che non si sono potute effettuare le misurazioni necessarie: dai resti rimasti si è dedotta la sua lunghezza di circa cinque metri, adatta ad una delle potenti artiglierie della seconda metà del XVI secolo.
Dal 2011 al 2018 l'intero Baluardo di San Lorenzo è stato oggetto di importanti lavori di consolidamento strutturale sia nei paramenti esterni, soggetti alle spinte deformative dei carichi terrosi interni, sia negli assetti murari interrati.
Baluardo di San Lorenzo e Piazza Verdi
Il connubio tra le due aree topograficamente prossime è ben spiegato da Gerolamo Melchiorri:
Quest'area, denominata già “Piazzale di S. Lorenzo”, era occupata dall'antico Teatro dell'Accademia degli Intrepidi, aperta in una legnaia ducale nel 1604, il quale, per essere divenuto proprietà dei marchesi Obizzi nel 1640, prese nome di Teatro Obizzi, abbruciato nel 1740. E quando nel 1810 si rimossero le macerie dell'incendio, l'area sgombrata prese il nome di “Piazza Nuova”. Destinata in seguito a luogo di mercato per la compera e la vendita dei cavalli, fu popolarmente detta “Piazza del Mercato dei Cavalli”. Fu appellata inoltre “Piazza dell'Arena” quando Giulio Tosi Borghi, nel posto attiguo al sito occupato già dal Castelnuovo, faceva sorgere il Teatro popolare, denominato “Arena Tosi Borghi” inaugurata la sera del 12 dicembre 1858. Trasformata l'arena suddetta dagli ingegneri conte Antonio Mazza e Faust Finzi, e mutata nel maggio in moderno teatro, sotto il nome di Giuseppe Verdi, la nuova denominazione al vecchio teatro popolare fece mutare con deliberazione della Deputazione di Storia Patria del 7 dicembre dell'anno stesso il nome di Piazza Nuova in quello di “Piazza Verdi”. Sopra di essa il 7 giugno 1914 fu inaugurato un modesto monumento dello scultore Zilocchi al gran maestro dell'armonia italiana.
A lato di questa piazza sorgeva la chiesa di Santa Maria di Castelnuovo, eretta dagli abitanti del rione di San Clemente a una Madonna dipinta sopra un muro: tale chiesa veniva poi denominata San Lorenzo nel 1512, quando distrutta in Quacchio la parrocchiale di San Lorenzo, si eresse un altare a quel martire. Attiguo a San Lorenzo, nel gran locale che si stende fin sopra la Via di Ripagrande n. 72, dove tiene le sue esercitazioni la Palestra Ginnastica-Ferrara fondata nel 1879, era fino dal 1663 un magazzino, che nella parte superiore aveva granai, e nella inferiore un Quartiere delle milizie pontificie, e il magazzino per l'appalto dei cenci.
Dopo lunghissimi anni di lavori e restauri, avviati e interrotti a più riprese, il teatro e l'antistante piazza sono prossimi ad una riqualificazione adeguata al circostante spazio urbano: l'attuale parcheggio assumerà le forme di un'area pedonale protetta e delimitata da grandi aiuole verdi, seppur integrata nel contesto del centro storico in cui è inserita, e ingentilita da un gioco di piani pavimentati di diversi livelli, in grado di accogliere eventuali manifestazioni e allestimenti occasionali di diverso genere. Nello storico ex Teatro Verdi verranno invece localizzate una serie di attività dedicate alla mobilità sostenibile, al turismo culturale e più in generale all'innovazione tecnologica e sociale.
Bibliografia
- Gerolamo Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara (1918), a cura di Eligio Mari, Liberty house, Ferrara 1988 , pp. 235-236
- Rossana Torlontano, Il sistema fortificato di Ferrara prima della costruzione della fortezza del papa e il ruolo di Giovan Battista Aleotti in Opus. Quaderno di storia dell'architettura e restauro, 6 1999 , pp. 207-230
- Francesco Scafuri, Le mura di Ferrara. Un itinerario attorno alla città, tra storia ed architettura militare, in Maria Rosaria Di Fabio (a cura di), Le mura di Ferrara. Storia di un restauro, Minerva, Bologna 2003 , pp. 55-57
- Maurizio Bernardi, Michele Pastore, Il restauro delle Mura: gli interventi, in Maria Rosaria Di Fabio (a cura di), Le mura di Ferrara. Storia di un restauro, Minerva, Bologna 2003 , pp. 144-145
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara