Si tratta di un’edizione ritenuta fantasma in quanto, al momento dell’acquisto da parte della Biblioteca Ariostea avvenuto nel 2014, nessuno dei repertori conosciuti ne dava notizia. Una volta acquisita, catalogata e inserita in EDIT16 (catalogo on-line del censimento delle edizioni italiane del Sedicesimo secolo) ne è stato censito, fino ad ora, un altro esemplare posseduto dalla biblioteca Trivulziana di Milano.
L’esemplare presenta fregi xilografati ricorrenti nel testo che dimostrano una uniformità iconografica non riscontrabile però nelle vignette xilografate, dall’aspetto piuttosto abbozzato. Alcune delle vignette all’inizio di ogni canto si ripetono, mentre certe immagini sono state riscontrate identiche nell’edizione Venezia, Francesco Rampazetto, 1549 posseduta dall’Ariostea. La legatura è ottocentesca con cucitura stretta e tagli di testa e davanti rifilati tali da interessare l’asportazione parziale della paginazione.
L’esemplare nel suo complesso non è di buona fattura, sembra piuttosto essere stato realizzato per un vasto pubblico, destinato pertanto ad un uso popolare. Lo dimostrano il formato in 8°, il piccolo corpo dei caratteri, le illustrazioni alquanto grossolane, la carta di qualità scadente. Questi aspetti fanno supporre che il libro abbia avuto una diffusa circolazione con relativa probabile dispersione, tanto da giustificarne la rarità.