Antifascismo e Resistenza
Quello all’interno della Comunità ebraica ferrarese può essere definito un antifascismo di stampo liberale, maturato nell’ambiente colto della borghesia che dà origine a un gruppo interpartitico e interclassista attivo tra Ferrara e Bologna.
1. L'antifascismo
Quello all’interno della Comunità ebraica ferrarese può essere definito un antifascismo di stampo liberale, maturato nell’ambiente colto della borghesia, ma capace di dialogare con le altre componenti dell’opposizione al regime, dando origine ad un gruppo interpartitico e interclassista che agisce fra Ferrara e Bologna con propaggini nella Romagna e contatti con la Toscana. Figura di riferimento di questo gruppo è la maestra socialista ferrarese Alda Costa (1876-1944), come ricorda Matilde Bassani nella sua casa si incontrano “Giorgio Bassani, Gian Luigi Devoto, Silvano Balboni, il professor Morpurgo di Trieste e mi rincresce di non poter citare tutti i nomi di quegli operai, di quei professori, di quegli studenti che divennero amici fedeli e compagni fidati in una strada irta di difficoltà. Tra i vecchi antifascisti ricordo il dottor Renzo Bonfiglioli, i coniugi Mario e Lia Casesa, l’avvocato Zanatta, l’avvocato Ugo Teglio, l’avvocato Colagrande” (Garutti 1987, pp. 181-182).
Fra le attività principali: la preparazione di materiale di propaganda da distribuire nelle fabbriche e di atti di protesta, la raccolta di denaro per il ‘soccorso rosso’, ricerca di contatti con gruppi antifascisti di altre città. Un’altra modalità per resistere alla discriminazione imposta dal regime è l’organizzazione delle lezioni della scuola di via Vignatagliata fra il 1938 e il 1943. Fra gli esponenti di origine ebraica dell’antifascismo e poi della Resistenza ferrarese ci sono anche Renato Hirsch, più vicino ai comunisti, e Nino Contini (1906-1944).
A Ferrara il primo Comitato di Liberazione si costituisce il 2 luglio 1943, ne fanno parte: Mario Cavalieri e Ugo Teglio per i socialisti, Raffaello Melli per i democratici, Ermanno Farolfi per i comunisti, Giuseppe Stefani per i democristiani, Cesare Monti per i liberali, Mario Zanatta e Pasquale Colagrande per il Partito d’Azione.
2. Resistenti ebrei ferraresi fuori dall’Emilia
Alcuni ebrei ferraresi partecipano alla Resistenza fuori dall’Emilia Romagna. Fra questi c’è Corrado Isreael De Benedetti (1927): segnalato alla Questura per propaganda antifascista fra gli studenti ebrei, viene arrestato e trattenuto nel carcere di Ferrara dal novembre 1943 al gennaio 1944. Una volta liberato si rifugia prima a Faenza e poi combatte nei pressi di Brisighella. I fratelli Hanau prendono parte ad azioni di guerra nelle Marche, mentre Egidio Minerbi combatte in Albania con la Brigata Firenze.
Bibliografia
- La medaglia d'oro richiesta per Ferrara, in «Ferrara. Rivista del Comune», a. III, n. 1, 1962, Ferrara, pp. 6-9
- Formiggini, Gina, Stella d’Italia Stella di David. Gli ebrei dal Risorgimento alla Resistenza, Mursia, Milano 1970
- Sitti, Renato - Ticchioni, Carla (a cura di), Ferrara. Immagini della Resistenza, Ferrara 1979 Vai al testo digitalizzato
- Garutti, Patrizia, La comunità ebraica ferrarese durante il Fascismo, Università degli Studi di Ferrara, Materie Letterarie, 1987-1988
- Balboni, Alberto - Bonetti, Edda - Menarini, Guido, Repubblica sociale italiana e Resistenza. Ferrara 1943-1945, Politeia, Ferrara 1990
- Provasi, Matteo, Ferrara ebraica, 2G Editrice, Ferrara 2010
Fototeca
Luoghi correlati
Soggetti correlati
Temi correlati
Ente Responsabile
- Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
Autore
- Federica Pezzoli
- Paola Boccalatte