Museo Ebraico
Museo della Comunità Ebraica di Ferrara, arredi del tempio di Cento. fotografia Meneghetti. © IAT Ferrara - Ferrara Terra e Acqua
Fondato nel 1997, il Museo ebraico si trova all’ultimo piano del complesso in via Mazzini al civico 95. È formato da sei sale: le prime due presentano una sintesi della vita religiosa e delle festività ebraiche, le altre illustrano la storia della Comunità ebraica ferrarese. È temporaneamente chiuso per restauri in seguito al sisma del 2012.
Il Museo viene istituito nel 1997 ed è formato inizialmente di tre sale. Nel 2002 viene riallestito e ampliato con l’aggiunta di altre tre sale. È temporaneamente chiuso per restauri in seguito al sisma del 2012. Dal dicembre 2014 parte della collezione del Museo della Comunità ebraica di Ferrara è ospitato nei locali della Palazzina del Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah di via Piangipane 81 a Ferrara, presso la mostra Torah fonte di vita. La collezione del Museo della Comunità Ebraica di Ferrara (19 dicembre 2014 – 31 dicembre 2015).
Sala I
Su un lato si trova la ricostruzione degli elementi essenziali di una sinagoga: l’aron policromo (armadio contenente i rotoli della Torah) e la bimah (podio sul quale il rabbino legge la Torah) intagliati a motivi floreali, risalgono al XIX secolo e provengono dalla Comunità di Cento. Dal soffitto pende il ner tamid (lume perenne, sempre acceso nelle sinagoghe in funzione, in ricordo del candelabro del Tempio di Gerusalemme) e sulla bimah è appoggiato un Sefer Torah (Rotolo della Torah) con gli ornamenti che lo ricoprono quando viene riposto nell’armadio: manto (meil), corona (keter), puntali (rimmonim), piastra (tas). Di fronte alla bimah è collocata una panca che probabilmente risale alla prima sinagoga ferrarese del XV secolo, sopra alla quale si leggono tre frammenti in legno con alcuni versetti del Kaddish (la preghiera per i morti). In questa sala sono esposti anche un libro di Salmi stampato a Mantova nel 1761 e un libro di preghiere stampato a Venezia nel 1772, due candelabri del XVII secolo, prima nella sinagoga tedesca, e una grande corona dorata proveniente dal Tempio italiano.
Sala II
È dedicata alle festività e alle ricorrenze, illustrate in una grande vetrina al centro della sala. Nelle vetrine si trovano esposti oggetti rituali, alcuni testi per la Pasqua (Haggadot) e rotoli di Ester (meghillot, letti in occasione di Purim, il carnevale ebraico) e altri che hanno solo carattere decorativo.
Sala III
Gli oggetti qui esposti illustrano i momenti principali della vita ebraica: una sedia di Elia laccata in verde del XVIII secolo proveniente da Lugo (usata durante il rito della circoncisione) e oggetti legati alla circoncisione (milah), un piatto d’argento per il Pidyon Haben, il riscatto del primogenito (la cerimonia nella quale viene offerta una somma simbolica in sinagoga per il primo figlio), e due ketubbot (contratti nuziali) redatti a Ferrara nel 1880 e nel 1908. Qui si trova anche un tampone di legno del XVIII proveniente da Cento, sul quale è incisa a rovescio la parola shalom, pace, leggibile anche come shaloh, suo. È un oggetto in uso solo in alcune comunità, come Ferrara, Mantova e Padova, per controllare che i sepolcri non fossero violati: il tampone veniva appoggiato sulla superficie di sabbia che copriva il cadavere prima che fosse posta – a un anno dal decesso – la lapide di marmo, e la scritta che ne risultava veniva poi coperta da una tegola; se rimaneva intatta, il sepolcro non era stato violato. Chiudono la sala due frammenti di stele sepolcrali risalenti al XVI secolo e al 1675.
Sala IV
Questa sala documenta i luoghi della vita ebraica ferrarese: alle pareti si trovano le ricostruzioni degli edifici delle sinagoghe presenti a Ferrara, ad opera d Francesco Corni, mentre nelle vetrine centrali sono conservati lasciapassare dell’epoca del ghetto e nelle vetrine ai lati delle finestre alcuni documenti di fine Ottocento inerenti le attività commerciali di ebrei a Ferrara.
Sala V
Nelle ultime due sale si ripercorre la vicenda storica della comunità ebraica ferrarese. Qui troviamo narrata l’età del ghetto: sono esposti le imponenti chiavi dei portoni e documenti che illustrano la vita all’interno dei cancelli. Si possono anche ammirare due dei 17 volumi del “Pahad Izhak” (Timore di Isacco), l’enciclopedia talmudica di Isacco Lampronti pubblicata a Venezia tra il 1750 e il 1753. Attraverso diversi facsimili di copertine di volumi stampati in lingua ebraica, spagnola e portoghese, si vuole dar conto della grande fioritura della stampa ebraica a Ferrara fra la prima e la seconda metà del XVI secolo.
Sala VI
È dedicata all’età dell’emancipazione e alla prima metà del XX secolo. Vi sono esposti documenti sui sommovimenti che la Comunità vive fra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento fino all’apertura definitiva dei cancelli del ghetto nel 1859. Ampio spazio è dedicato alla partecipazione degli ebrei ferraresi alla nascita del sionismo. Sono esposti poi documenti sulle persecuzioni nazifasciste, tra i quali un quaderno del 1944 in cui è stato registrato il vitto somministrato agli ebrei rinchiusi nel Tempio italiano dalla polizia della Repubblica Sociale.
Bibliografia
- Tedeschi Falco, Annamarcella, Ferrara. Guida alle sinagoghe e al museo, Marsilio, Venezia 2001
- Luoghi ebraici in Emilia Romagna, Touring Club Italiano, Milano-Bologna 2006
- Zanon, Michela - Favia, Roberta, Musei ebraici italiani, in «Nuova Museologia», n. 25, Agosto, 2011, Milano Vai al testo digitalizzato
- Reichel, Sharon (a cura di), Torah fonte di vita. La collezione del Museo della Comunità ebraica di Ferrara, s.e., Ferrara 2014 Vai al testo digitalizzato
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Ente Responsabile
- Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
Autore
- Federica Pezzoli