Giuseppe Bongiovanni
Il noto fisico, astronomo e metereologo attivo a Ferrara dal 1877 al 1918. Frequentò de Chirico e Savinio nel corso della loro permanenza a Ferrara.
Giuseppe Bongiovanni fu un personaggio molto noto nell'ambiente scientifico italiano e internazionale dell'epoca. Si occupò di ricerca in diversi campi della Fisica e si dedicò con passione all'insegnamento. Nel 1873 si laureò a Pisa in Scienze Fisiche e Matematiche. Insegnò Fisica e Chimica nel Regio Liceo di Aquila (1874) e dopo pochi anni fu trasferito nel Liceo Ariosto di Ferrara, dove fu docente di Fisica Sperimentale dal 1877 al 1917. Nell'anno accademico 1884/85 prese servizio presso l'Università di Ferrara dove gli venne assegnato l’incarico per l’insegnamento di Fisica Sperimentale e la direzione dell'Osservatorio Meteorologico che portò al suo massimo splendore.
L'Osservatorio Meteorologico ebbe sede presso il Palazzo dell'Università, Palazzo Paradiso in via Scienze dal 1876 al 1896, anno in cui venne demolito e gli strumenti furono trasportati nel nuovo Osservatorio allestito nella torre Panfilia (torre Nord o torre di S.Caterina) del Castello Estense.
Le attività di ricerca di Bongiovanni sono testimoniate da una quarantina di lavori a stampa. Membro di diverse Accademie scientifiche nazionali e internazionali, nel 1897 fu tra i firmatari della circolare che portò alla costituzione della Società Italiana di Fisica. Realizzò uno studio dettagliato sul clima di Ferrara basato su molti anni di osservazioni che pubblicò nel 1900. Le ricerche condotte nel campo della Meteorologia ebbero rilievo nazionale e internazionale.
Bongiovanni fu anche direttore del Gabinetto fisico, di cui usava gli strumenti sia per la didattica sia per le sue ricerche in ambito fisico e meteorologico. Il Gabinetto ebbe sede presso Palazzo Paradiso dal 1790 al 1895 quando venne trasferito nella vicina chiesetta di Sant'Agnesina in via delle Scienze 27, dove restò fino ai primi decenni del Novecento.
Alcuni degli strumenti del Gabinetto fisico sono oggi conservati presso la Collezione Instrumentaria delle Scienze Fisiche dell’Ateneo di Ferrara.
Bongiovanni, amico degli artisti e degli intellettuali, e iscritto sin dal 1913 nel registro delle presenze dello studio di Filippo de Pisis (1896-1956), frequentò Giorgio de Chirico (1888-1978) e Alberto Savinio (1891-1952) sin dai primi mesi del loro soggiorno ferrarese. Nel gennaio del 1916, de Chirico dedicò una poesia all’amico astronomo, che fu pubblicata solo nel 1919, dopo la morte di Bongiovanni sulla rivista “Noi: raccolta internazionale d'arte d'avanguardia”, edita a Roma dall’artista Enrico Prampolini (1894-1956).
Testimonianze di de Chirico e De Pisis
“La notte misteriosa”
all’astronomo Bongiovanni
Era il professore Martino e Grancane il suo dolce amico.
Inseparabili nella buona come
nell’avversa fortuna. Entro lo stesso telescopio
mirava l’uno la costellazione pomeridiana
già scorta dall’altro.
O dolcezza…
Due carciofi di ferro sulla tavola d’ocra.
La geometria delle ombre straziava il cuore
al mattino immalinconichito.
Ma venne la sera e si fusero i volumi e le forme.
Uomini ed animali passavan come ombre silenti
nella luce crepuscolare.
Luce di sogno lungo. Giungon sordi i rumori strani
solo le ruote della mente roteano vertiginose.
…………………
E tardava il mattino. Nella stalla li vidi e mi vidi anch’io.
Il lezzo delle mucche mi mozzava il respiro.
Ignudi giacevano Martino e Grancane nei ballatoi ancora umidi dell’umore dei parti. Ignudi giacevano
ed il loro dorso era coperto di peli bruni e lunghi lucenti come seta. Ogni uno carponi nel suo
ballatoio cantava come canta l’usignolo innamorato nella notte di luna. Curvi su di loro uomini taciturni
dalle braccia erculee li tondevan lentamente.
Appariva la pelle candida sotto i lampi lividi delle tosatrici d’acciaio.
La notte è lunga…
Che odo mai!… Sono urla?… Forse la folla in delirio scaglia l’immane trave contro l’uscio malfermo
che schiantasi come barbacane sotto i colpi del gatto e dell’ariete?
No, non è nulla. Tutto dorme; anche le coccoveggie e i vespertilli che pur nel sogno sognan di dormire.
Gennaio 1916
Giorgio de Chirico, La notte misteriosa, “Noi: raccolta internazionale d'arte d'avanguardia”, Roma, gennaio 1919, p. 17
“La tua [di Savinio] ombra vera, precisa, si delineava nelle vie asciutte della “bella Salonicco”, tu forse pensavi alle mie strade, alle stradone della città del Worbas, al castello con le quattro torri e le palline di Bongiovanni astronomo”.
Filippo de Pisis, I predestinati, 1918, in Sandro Zanotto, Filippo de Pisis ogni giorno, Neri Pozza, Vicenza 1996, p.101.
Bibliografia
- M. Graziani Bottoni (a cura di), Perché lei deve essere così letterato?, «Quaderni del Liceo Classico L.Ariosto», 1997, Ferrara
- G. Zini e C. Caracciolo, La Meteorologia a Ferrara dal XVIII al XX secolo, Vol. 5, Università di Ferrara, Dipartimento di Fisica, 2009
- De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie, Catalogo della mostra, Palazzo dei Diamanti, Fondazione Ferrara Arte Editore, Ferrara 2015
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Ente Responsabile
- Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, Università degli Studi di Ferrara
Autore
- Susanna Bertelli
- Grazia Zini