Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Sergio Delle Fratte

Foto dell'architetto

Architetto di origine romana, fu uno dei due progettisti dei grattacieli ferraresi, proponendo la sua idea di skyline nell’opera.


VIA RENZO FELISATTI 5

Attività: 1955
Edifici a torre in Piazza della Stazione, Ferrara

Attività: 1956
Sede Provinciale dell'INAM, Sassari

Attività: 1957
Sezione Territoriale dell'INAM, Massa Marittima

Attività: 1960
Sezione Territoriale dell'INAM e Poliambulatorio, Adria

Attività: 1963
Centro di Addestramento Professionale per l'Industria, Priolo

Attività: 1967
Casa di Riposo per Anziani delle Suore Figlie di S. Giuseppe, Roma

Attività: 1967
Edificio residenziale in via Bracciano, Roma

Attività: 1978
Banque de Development des Etats de l'Afrique Central Brazeville (Repubblica del Congo)

Attività: 1981
Edifici residenziali per la Cooperativa Argentina, Roma

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Categorie

  • villa | viale | porta | orto | ingegnere | guerra | architetto | abitazione

Tag

  • grattacielo

Biografia e progetti

Sergio Delle Fratte frequentò la Facoltà di Architettura di Roma dal 1945. Si laureò nel 1952 e, due anni più tardi, si iscrisse all'Albo degli architetti romani. Svolse le prime esperienze per Enti e Istituti che rappresentano una pagina della storia della nostra nazione: l'INA-Casa, l'INAM e il CIAPI erano fra i principali committenti dei suoi primi lavori. La sua attività cominciò con la realizzazione di numerosi elaborati per conto dell'INAM. Ottenne i primi incarichi nel 1954, per la realizzazione di numerosi progetti nei Comuni di: Tempio Pausania (Sassari), Carbonia (Cagliari), Massa Marittima (Grosseto), Milano, Vittoria (Reggio Calabria), Brescia, Benevento, Sondrio. Contemporaneamente iniziò una collaborazione, che si protrarrà fino alla metà degli anni '60, con I'lNA-Casa. Parallelamente all'esperienza di edilizia residenziale popolare condusse un'intensa attività professionale nel campo dell'edilizia residenziale privata, realizzando a Roma numerosi edifici di civile abitazione. Tra le opere di maggior rilievo si menzionano i due grattacieli di Ferrara (in collaborazione con Luigi Pellegrin). Nel periodo a cavallo degli anni '70 e '80 realizzò una serie di progetti all'estero tra cui a Porto Sudan e a Jeddah (Arabia Saudita), dove elabora progetti di edifici per uffici, hotel e villaggi turistici. Nel 1975 vinse un appalto concorso con la SCAC di Milano, bandito dal Comune di Roma, per la costruzione di quindici asili nido, realizzati in diversi quartieri della città. Nel corso degli anni '80 si cimentò nel campo della cooperazione, realizzando a Roma iniziative di edilizia residenziale. Negli anni '90 progettò e realizzò a Roma numerose opere di urbanizzazione, compresi tre edifici scolastici.

La sua voce

Ma quali erano le intenzioni iniziali dei progettisti?
«Mio padre – ha proseguito Fabrizio – ha spiegato che per capirlo bisogna necessariamente storicizzare il contesto. Era il 1954, il dopoguerra, e c’era una forte richiesta abitativa. La priorità dell’amministrazione era realizzare una struttura ad alta densità e a basso costo per andare incontro alle esigenze di alloggio dei cittadini. Il grattacielo di Ferrara doveva avere residenze nella parte media e alta e servizi in quella bassa. Avrebbe quindi dovuto essere un edificio con una vita sua e portare una serie di servizi all’interno. Dal punto di vista di inserimento nel contesto e di sviluppo avrebbe potuto avere un esito diverso se accanto agli appartamenti, fossero rimasti i servizi».

L’architetto che ha progettato il grattacielo ricorda come venne accolto dalla città?
«Da parte dell’amministrazione comunale ci fu massima disponibilità, tanto che il progetto gli fu approvato in due mesi, un tempo impensabile per il periodo odierno. Ribadiamo che la priorità allora era dare le case alla gente, questo spiega un altro fatto eccezionale: l’area sulla quale fu eretto l’edificio, fu data in dono dal comune all’impresa costruttrice, a seguito del suo impegno a tenere bassi i costi. Poi però ci furono anche molte polemiche soprattutto sull’altezza dell’edificio, tanto che Pellegrin, l’altro architetto, decise di abbandonare il progetto. Poi sorsero problemi anche con l’ingegnere che seguiva i lavori. Mio padre sostiene che gli ha modificato il progetto e gli ha rovinato lo skyline, ma ormai sono cose difficili da ricostruire con precisione. Di certo la localizzazione del grattacielo colpisce ancora oggi. Fu probabilmente l’amministrazione a sceglierla. Le torri sono l’elemento terminale del più importante asse della città, quello di viale Cavour. Dal punto di vista formale sono state pensate come un elemento di chiusura».

[Intervista a Fabrizio Delle Fratte, figlio dell'architetto novantaquattrenne, di Stefania Andreotti, su Ferraraitalia.it, 20 gennaio 2015]

Sitografia

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Classe VB, Istituto tecnico "G. B. Aleotti"