Noi siamo Ariosto
L'immagine elaborata da Silvia Franzoni per l'evento in questione giustappone il presente ferrarese al suo passato. Il volume del Castello Estense, volutamente in bianco e nero, si staglia su una celebre tela commissionata da Alfonso I per il Camerino delle Pitture, il Baccanale degli Andrii (1523-26), di Tiziano.
Sul finire della mostra Orlando furioso 500. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi, Stefano Scansani racconta la città del poeta secondo la sua rinnovata prospettiva
Il giornalista Stefano Scansani, direttore della Gazzetta di Reggio, già responsabile della Nuova Ferrara, nel penultimo giorno di apertura darà al pubblico una chiave di lettura originale per godere le ultime ore della mostra a Palazzo dei Diamanti, Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi. L’incontro aperto a tutti si intitola “Noi siamo Ariosto” e si terrà sabato 28 gennaio, alle 11, nell’Aula Magna “A. Campana” di Palazzo Turchi di Bagno, in corso Ercole I d’Este, 32. Se ad accompagnare l’esposizione di Scansani sarà Stefania De Vincentis, curatrice del cantiere “La città di Ludovico Ariosto”, le conclusioni spetteranno al vicesindaco Massimo Maisto.
Che cosa c’è e che cosa rimane dell’immaginario ariostesco nella Ferrara di oggi? Come sono visti la città e i suoi abitanti al di là delle mura, oltre il Castello, tra fantasia, abitudini e cronaca? A queste domande risponderà Scansani con un itinerario inconsueto e trasportando ai giorni nostri lo splendore del “come eravamo”. Il giornalista farà atterrare l’ippogrifo, e quindi «le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, / le cortesie, l’audaci imprese…» e i ferraresi stessi nel 2017, cioè nel “come siamo” diventati. Qualcosa raccontato dalle opere in mostra ancora aleggia, è sospeso, ispira turisti e cittadini alla ricerca dell’atmosfera Estense. Il giornalista giocherà sul ribaltamento del titolo della mostra, focalizzandosi su cosa vedono i ferraresi quando aprono gli occhi, sul patrimonio culturale che li circonda quotidianamente.
L’iniziativa è organizzata dal Comune di Ferrara e da Ferrara Arte, grazie al supporto dell’Università degli Studi Ferrara e del Sistema Museale di Ateneo. A ogni partecipante sarà consegnato un braccialetto che gli permetterà l’ingresso ridotto alla mostra nei giorni 28 e 29.
L'opinione
«Partirò dalla sua parva domus spesso trascurata. Eppure lo scriveva, che lavorava per la sua famiglia. È tipico del ferrarese, tornare a casa e stare tranquillo, ritrovarsi umanamente. Il Castello gli serviva per mandarci minaccioso Rodomonte, o farci sfilare Angelica di fronte. Ariosto non partecipava alla vita da cortigiano, perché aveva in mente solo due cose: lo sprigionamento della sua immaginazione e l’immissione di personaggi a lui utili in un poema che sapeva d’antico. Gli serviva per ripagare la sua penna».
Stefano Scansani, La Nuova Ferrara, 24 gennaio 2017, pag. 29
Bibliografia
- Ludovico Ariosto, Cesare Segre, Orlando furioso, I Meridiani Mondadori, Milano 1976
- Marco Praloran, Tempo e azione nell'Orlando furioso, Olschki Editore, Firenze 1999
- Italo Calvino, Orlando Furioso, di Ludovico Ariosto, Oscar Mondadori, Milano 2012
- G. Beltramini, A. Tura (a cura di), Orlando Furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi, Fondazione Ferrara Arte, Ferrara 2016
Sitografia
Fototeca
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Matteo Bianchi