Monumento a Ludovico Ariosto
Nel 1833, dopo secoli di vicissitudini, la Piazza Nuova venne dedicata al cantore del Furioso e alla sommità della colonna venne posta la statua dell'Ariosto.
In memoria di Ercole I d'Este
Ludovico Ariosto cantò in più occasioni le lodi del duca d’Este responsabile di quella imponente opera di espansione urbana nota come Addizione Erculea. A chiudere la nuova area della città, l’architetto Biagio Rossetti aveva inserito la Piazza Nuova che, secondo la descrizione di Bruno Zevi, si apre nell’Addizione come un cortile nel proprio palazzo. Allo scopo di celebrare i fasti del principe il progetto originario prevedeva l’erezione di un monumento in suo onore al centro della piazza. Si trattava di una statua equestre montata su due colonne poste su una base a gradoni riccamente ornata di decorazioni e trofei. A tale scopo erano state fatte giungere da Verona per via fluviale due colonne: una di queste fu irrimediabilmente perduta durante le operazioni di scarico mentre quella superstite, trasportata nella piazza di destinazione, fu affidata alle mani di abili scultori e scalpellini, rimanendo tuttavia al suolo Andrea e Michele Bresciani sono gli artisti cui si deve la decorazione a tralcio di quercia che percorre ancora oggi l’imponente fusto della colonna così come era stato progettato nel disegno realizzato per l’occasione dall’architetto e pittore comacchiese Cesare Mezzogori. Alla morte di Ercole I nel 1505 la colonna doveva essere ormai ultimata ma, né Alfonso I, né i seguenti Ercole II e Alfonso II si curarono di seguire il disegno del loro predecessore.
La colonna fu eretta solo nel 1675 per ospitare la statua in bronzo di Alessandro VII. Successivi cambiamenti politici videro nuovi monumenti avvicendarsi alla sommità del monumento: nel 1796 fu posta la statua della Libertà poi calata dagli austriaci nel 1799, mentre nel 1810 toccò alla statua di Napoleone ergersi al centro della piazza, perdurando però soli quattro anni.
In memoria del Poeta
Solo nel 1833 la piazza acquisì il nome di “Piazza Ariostea” e al suo centro, sulla colonna dedicata al suo duca, venne posta la statua di Ludovico Ariosto, opera di Francesco e Ludovico Vidoni, così come appare oggi adorna della semplice iscrizione “A Ludovico Ariosto – La Patria”. E così la presenta Gianna Pazzi: “Lieta di verde e di sole, accoglie la statua del poeta lanciata verso l’azzurro cielo dalla colonna che doveva un tempo servire, insieme ad altra eguale, a sostenere la statua equestre del duca Ercole I” (Pazzi 1929, p. 308). Dalla sua sommità il Poeta pare scrutare il mondo dalla sua contrada, con lo sguardo rivolto lontano, ma il busto calcato nel presente:
Visto ho Toscana, Lombardia, Romagna,
quel monte che divide e quel che serra
Italia, e un mare e l’altro che la bagna.
Questo mi basta; il resto de la terra,
senza mai pagar l’oste, andrò cercando
con Ptolomeo, sia il mondo in pace o in guerra;
e tutto il mar senza far voti quando
lampeggi il ciel, sicuro in su le carte
verrò, più che sui legni, volteggiando.
(Sat. III, 58-69)
Bibliografia
- Girolamo Baruffaldi, Vite de' pittori e scultori ferraresi: con annotazioni, Tipi Domenico Taddei, Ferrara 1846
- Gianna Pazzi, Ferrara antica e Ferrara d'oggi (1000-1927), Lunghini & Bianchini, Firenze 1929
- Antonio Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, Francesco Pomatelli, Ferrara 1971
- Bruno Zevi, Saper vedere l'urbanistica: Ferrara di Biagio Rossetti, la prima città moderna europea, Einaudi, Torino 1971
- Raffaele Belvederi, Virgilio Ferrari, Arturo Malagù, Ferrara e l'Ariosto. La Ferrariae Decus nel V centenario della nascita del poeta, SATE, Ferrara 1974
- Ludovico Ariosto, Cesare Segre, Satire e Lettere, Einaudi, Torino 1976
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Stefania De Vincentis