Largo Antonioni o Quadrivio del Novecento
Largo Michelangelo Antonioni. Foto tratta dall'articolo "Ferrara ricorda Antonioni a cento anni dalla nascita" su telestense.it
Frutto del piano regolatore del 1931 e di chiaro stampo razionalista sul piano estetico, Largo Antonioni esprime sul piano funzionale i precetti fascisti volti a riunire i poli scolastici, musicali, scientifici, ricreativi della città. È una delle principali espressioni dell’Addizione Novecentista ferrarese.
Storia
La pianificazione del piazzale, come degli edifici che vi insistono, risale agli anni Trenta del ‘900: si inscrive nella riqualificazione e ridefinizione dell’area su cui al tempo si sviluppava l’ex ospedale cittadino, trasferito nel 1927 nella sede di Corso Giovecca, dove è rimasto sino al 2012. Si trattò di intervenire su strutture fatiscenti e sul piano urbanistico, aspetto di cui si occupò, come supervisore, Girolamo Savonuzzi, ingegnere capo del Comune, assieme al fratello Carlo, nel 1931. Quest’ultimo curò anche la progettazione degli edifici, per i quali scelse di attenersi ai precetti razionalisti.
La sua edificazione risponde dunque allo sviluppo urbanistico-architettonico avviato a partire dalla metà degli anni ’20 e proseguito alacremente fino alla fine degli anni ’30, per il quale non si può non ricordare l’impegno del podestà ebreo Renzo Ravenna. Già prima di ottenere quella carica, assunta nel 1926 e mantenuta fino al 1938, quando ancora ricopriva il ruolo di Assessore, Ravenna fu uno dei promotori e protagonisti del rinnovamento ferrarese in chiave novecentista, grazie anche allo stretto legame con Italo Balbo.
Il volto della città fu dunque arricchito e modellato secondo i criteri razionalisti rispondenti all’estetica del regime fascista, pur senza limitarsi dall’innestare elementi di originalità in stretta connessione alla storia e all’architettura locale sino ad allora caratterizzante. L'amministrazione coinvolse in questo, in tempi successivi, diversi architetti e ingegneri. Tra i principali si ricordano Adamo Boari, Angiolo Mazzoni, Virgilio Coltro, Giorgio Gandini, Filippo Galassi, Girolamo Savonuzzi (ingegnere capo del comune) e il fratello Carlo Savonuzzi. Furono loro i principali artefici della progettazione e della costruzione di numerosi edifici ancora oggi importanti per l’aspetto e la vita della città di Ferrara.
È a quel periodo che risale la progettazione e la realizzazione di numerose costruzioni ancor oggi notevoli, come il Palazzo delle Poste (1927-29), l’acquedotto monumentale (1930-32), Palazzo dell’Aeronautica (1935-37) e gli altri edifici che insistono sul “Quadrivio del Novecento” e con quella costituiscono la cosiddetta “Addizione Novecentista”, solo per citarne alcuni.
Descrizione
I quattro importanti edifici che vi si affacciano, insieme tra loro e congiuntamente alle vie Previati, De Pisis, Boldini, Mentessi, volute dal medesimo piano regolatore del 1931, contribuiscono a definirne il perimetro. Come d’uso nella concezione razionalista, quest’area è stata concepita per riunire i principali ambiti di impegno del regime fascista a favore della cittadinanza, attraverso rispettivi edifici/poli: la scuola (“Umberto I”, ora “Alda Costa”, 1932-33), le scienze (Istituto di Storia Naturale, ora Museo di Storia Naturale, 1935-37), la musica (Conservatorio “Girolamo Frescobaldi” e Auditorium, 1935-39) e il dopolavoro, inteso come luogo aggregativo e culturale (Dopolavoro Provinciale Fascista, oggi Complesso Boldini, 1935-1939).
Concepito secondo un disegno organico, appare evidente come tra queste quattro strutture siano legate da un dialogo stringente in termini di funzione e di senso, che trova una esplicita declinazione nell’aspetto architettonico. Essi rispondono e si corrispondono vicendevolmente attraverso la dinamica di linee e forme, tra parallelepipedi e semicilindri, in una relazione evidenziata anche dall’aspetto cromatico.
Largo Antonioni negli itinerari turistici
Il cosiddetto Quadrivio del Novecento si colloca, dirigendosi in direzione sud-est, a poche centinaia di metri dal Castello Estense, da Palazzo Municipale, da Piazza Trento-Trieste, e, seguendo l’asse viario corso Giovecca - viale Cavour, a poche centinaia di metri da Palazzo delle Generali, dal Palazzo dell’I.N.A. e dal Palazzo delle Poste.
È parte dell’itinerario Ferrara città del Novecento.
Note
Scheda a cura di Barbara Pizzo
Bibliografia
- Lucio Scardino, Itinerari di Ferrara moderna, Alinea Editrice , Ferrara 1995
- Carlo Bassi, Ferrara patrimonio dell’umanità. Dichiarazione dell’Unesco 8 dicembre 1995. Guida alla storia, ai monumenti, ai percorsi con qualche ragionamento, Gabriele Corbo editore, Ferrara 1996
- Carlo Bassi, Ferrara. Lessico di architettura “frammenti di un discorso amoroso”, Gabriele Corbo editore, Ferrara, 2005
- Carlo Bassi, Ferrara rara. Perché Ferrara è bella, Archivio Cattaneo editore in Cernobbio, 2015
- Ramona Loffredo, Ferrara moderna nell’album dell’ingegnere Carlo Savonuzzi, Persiani, Bologna 2018
Sitografia
Fototeca
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara