Collezioni del Museo Ebraico
Gli oggetti esposti nel Museo della Comunità Ebraica di Ferrara provengono in parte da Ferrara, in parte da Cento e in parte da donazioni di collezionisti privati. Dal dicembre 2014 parte della collezione è ospitata nei locali della Palazzina del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara.
1. Introduzione
In seguito al sisma il museo ebraico di via Mazzini è temporaneamente chiuso per restauri. Dal dicembre 2014 parte della collezione del Museo della Comunità Ebraica di Ferrara è quindi ospitato nei locali della Palazzina del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di via Piangipane 81 a Ferrara, presso la mostra Torah fonte di vita. La collezione del Museo della Comunità Ebraica di Ferrara (19 dicembre 2014 – 31 dicembre 2015).
A causa delle diverse spoliazioni subite durante l’ultimo conflitto mondiale e alla devoluzione delle comunità ebraiche nel dopoguerra, diversi oggetti della collezione provengono da Cento. Fra questi l’aron policromo (armadio contenente i rotoli della Torah), la bimah (podio sul quale il rabbino legge la Torah), intagliati a motivi floreali e dipinti, risalenti al XIX secolo, mentre è ferrarese il ner tamid (lume perenne, sempre acceso nelle sinagoghe in funzione, in ricordo del lume che ardeva nel Tempio di Gerusalemme) del XIX secolo in rame e ottone.
2. Ornamenti della Torah
Da Cento provengono i ketarim (corone), manufatti che sovrastano i rotoli della Torah per marcare la sua importanza, spesso assomiglianti alle corone dei monarchi o a quelle che ornavano il capo delle statue della Vergine. I ketarim centesi, aventi un diametro di circa 20 cm, risalgono al XVIII e XIX secolo, sono sbalzati, cesellati e incisi, fra questi alcuni presentano inserti dorati. Particolari sono, invece, le corone in ferro di proprietà della Comunità ebraica ferrarese: forse sono state realizzate in epoca di ristrettezze economiche, oppure utilizzate come esempi per gli argentieri.
Da Cento vengono anche i rimmonim (puntali), oggetti rituali posti sui manici della Torah ornati da campanelli che risuonano quando quest’ultima viene spostata sia per dare un’idea di festa sia per richiamare l’attenzione dell’assemblea prima della lettura del brano della scrittura. La collezione ferrarese comprende sia rimmonim del XVIII secolo in argento e rame argentato, riproducenti melagrane parzialmente dipinte – significato etimologico della parola rimmon in ebraico – sia puntali ispirati alle forme architettoniche delle torri o dei campanili, risalenti al XVIII e al XIX secolo e riccamente decorati con motivi floreali o con simboli religiosi.
Nel Museo troviamo esposti anche diversi tassim (singolare tas, piastre) in argento sbalzato del XVIII secolo: le comunità possiedono spesso più di una Torah (il loro numero in passato era segno di benessere economico e culturale). Spesso le piastre riportano un’iscrizione che indica su quale passo sia ripiegata la Torah e, di conseguenza, la festa in cui darne lettura.
3. Oggetti rituali
Fra gli oggetti rituali troviamo le yadaim (singolare yad, mani indicatrici) in argento del XVIII secolo, usate per leggere i rotoli della Torah che non possono essere toccati direttamente con le mani, e una Seggiola di Elia del XVIII secolo proveniente da Lugo (usata durante il rito della circoncisione): quattro zampe di artiglio dorate che afferrano sfere dipinte di blu, fanno da piedi a questa seduta le cui decorazioni a intagli e volute in lamina d’oro risaltano sulla struttura color verde acqua; anche la seduta e lo schienale sono rivestiti di velluto verde, su quest’ultimo è appuntato un ricamo a filet. Legati al rito della milah (circoncisione) ci sono anche un corredo di strumenti formato da un coltellino, una piastra di sicurezza a giglio, una vaschetta, un portaerbe e uno spargi polvere emostatica parzialmente decorati ad incisione; inoltre alcuni shaddai (amuleti portafortuna) in argento e un completino in seta azzurra e tulle a ricami bianchi, provenienti da collezioni private.
4. Tessuti
La collezione del Museo della Comunità Ebraica di Ferrara comprende diversi meillim (singolare meil, mantelli, stoffe ricamate che ricoprono la Torah) del XVIII secolo di manifattura italiana o francese: di diversi colori, sono tutti ricamati a motivi floreali e decorati con passamaneria sfrangiata. Prima di essere ricoperti con il meil, i rotoli della Torah vengono avvolti dalla mappah, una striscia di tessuto: la Comunità ferrarese ne possiede una del XVIII secolo in seta gialla ricamata in filo di seta multicolore con decorazioni non solo fitomorfe ma anche di uccelli.
5. Oggetti d'uso familiare o domestico
Nel Museo è esposto un piatto in argento sbalzato per il Pidyon Haben, il riscatto del primogenito (la cerimonia nella quale viene offerta una somma simbolica in sinagoga per il riscatto del primo figlio), di proprietà di Tina Ottolenghi. Dalla donazione di Bruna e Catullo Uhrmacher provengono invece i besamim in argento del XVIII secolo, contenitori per spezie di diverse forme usati durante la cerimonia dell’havdalah che segna la fine del sabato, provenienti in parte dall’Europa orientale e in parte dalla Turchia.
La collezione comprende diverse channukiot – il candelabro a nove bracci usato durante la festa di Channukah che ricorda la vittoria dei Maccabei sui Selucidi ottenuta nel II secolo a.C. – sia nella forma di candelabro sia nella forma di lampada a muro. Inoltre si può ammirare una trottola di Channukah in argento di pregevole fattura proveniente da Israele e appartenente al rabbino capo della Comunità Luciano Meir Caro.
Un’intera vetrina è dedicata alle meghillot di Ester (singolare meghillah, rotoli) letti in occasione di Purim, il carnevale ebraico. Fra queste si notino le due risalenti al XVII secolo: una in legno con decorazioni architettoniche e floreali e l’altra in argento finemente cesellato.
Fra i calici per il kiddush (rito di benedizione della cena del sabato) uno proviene dal Piemonte, risalente al XVIII secolo, è in argento sbalzato e cesellato con decorazioni floreali e fitomorfe, mentre un altro proveniente da Israele e dell’artista Leo Contini è in argento dorato e il riflesso dell’incisione sul piatto forma sul bicchiere una stella di David.
6. Libri
Oltre a un libro di Salmi stampato a Mantova nel 1761 e un libro di preghiere stampato a Venezia nel 1772, fanno parte della collezione del Museo un libro di preghiere del 1714 con rilegatura in velluto e decorazioni dorate, inoltre sono in mostra due dei 17 volumi del “Pahad Izhak” (Timore di Isacco), l’enciclopedia talmudica di Isacco Lampronti pubblicata a Venezia tra il 1750 e il 1753.
Bibliografia
- Istituto per i beni culturali della regione Emilia-Romagna, M. Bondoni, Simonetta - Busi, Giulio, Cultura ebraica in Emilia-Romagna, Luisè, Rimini 1987 Vai al testo digitalizzato
- Reichel, Sharon (a cura di), Torah fonte di vita. La collezione del Museo della Comunità ebraica di Ferrara, s.e., Ferrara 2014 Vai al testo digitalizzato
- Bonilauri, Franco - Maugeri, Vincenza, Sinagoghe in Italia. Guida ai luoghi di culto e della tradizione ebraica, Mattioli 1885, Fidenza (Parma) 2014
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Ente Responsabile
- Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
Autore
- Federica Pezzoli
- Sharon Reichel