In nome del popolo sovrano
Regia: Luigi Magni
Interpreti: Nino Manfredi, Serena Grandi, Alberto Sordi, Massimo Wertmüller,
Luca Barbareschi,
Elena Sofia Ricci
Soggetto: Arrigo Petracco, Luigi Magni
Sceneggiatura: Luigi Magni
Fotografia: Beppe Lanci
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Musica: Nicola Piovani
Scenografia: Lucia Mirisola
Produzione: Erre Produzione - Rai 2
Durata: 110’
Location
Palazzina Marfisa d’Este
Castello Estense (Loggia degli Aranci)
Palazzo Massari
Palazzo Giulio d’Este
Sullo sfondo degli avvenimenti che portano all’instaurazione della Repubblica Romana, nel 1848, si consuma il dramma di Eufemio Arquati (Wertmüller), la cui moglie (Ricci) si innamora di un garibaldino (Barbareschi) e scappa per raggiungerlo, ma questi viene catturato dagli austriaci e fucilato.
Il regista
Luigi Magni (1928-2013) inizia la sua carriere cinematografica, in veste di soggettista e sceneggiatore, accanto ad Age&Scarpelli (nome d’arte del duo di sceneggiatori di Agenore Incrocci e Furio Scarpelli), per poi approdare al cinema, lavorando accanto a registi del calibro di Carlo Lizzani, Alberto Lattuada, Mauro Bolognini, Luciano Salce, Mario Monicelli e via dicendo. Nel 1986 esordisce alla regia con Faustina, interpretato da Ottavia Piccolo e Renzo Montagnani. Nel 1969 esce Nell’anno dei signore, seguito da La Tosca (1971), uno dei suoi lavori più riusciti, Quelle strane occasioni (1976) e In nome del Papa re (1977) che vince un David di Donatello per la sceneggiatura. Uno degli attori feticcio di Magni è Nino Manfredi, ma ammira e si serve anche di Claudia Cardinali e di Ugo Tognazzi. Tra gli anni Ottanta e Novanta Magni gira altre pellicole di particolare rilievo, quali Secondo Ponzio Pilato (1987), ‘O Re (1988), In nome del popolo sovrano (1991) e Nemici d’infanzia (1995); successivamente, negli anni duemila, realizza alcuni lavori, tra cui uno anche per la televisione ma, dopo la scomparsa di Manfredi, Magni smetterà di girare film.
Collaboratori&cast
Tra i collaboratori, in questo film, troviamo Nicola Piovani (vedi scheda La vela incantata), ma anche due tra i più popolari attori della storia del cinema italiano: Alberto Sordi e Nino Manfredi.
Alberto Sordi (1920-2003) nasce a Roma il 15 giugno del 1920. Nel corso della sua carriera, Sordi ha lavorato a moltissime pellicole, più di 150 film, ma il suo esordio artistico avviene nel mondo della radio, in cui lavora come doppiatore, riscuotendo grande successo; vincerà in seguito un concorso della MGM come doppiatore dell’attore comico statunitense Ollio (1892-1957), allora ancora sconosciuto, donando al personaggio quell’inconfondibile accento estremamente originale e parodico della cadenza americana. Negli anni Quaranta, Sordi si afferma nel Teatro di Rivista, un genere di spettacolo teatrale di impronta musicale e umoristica molto popolare in Italia tra la fine degli anni Trenta e la metà degli anni Cinquanta. Nel 1942 Sordi interpreta di I tre aquilotti di Mario Mattoli; il suo debutto televisivo avviene nel 1948, introdotto alla Rai dalla scrittrice Alba de Cespedes (1911-1997), con il programma Vi parla Alberto Sordi. L’approdo al grande schermo avviene con un film destinato a riscuotere un enorme successo, vale a dire Lo sceicco bianco diretto da Federico Fellini (1952), tratto da un soggetto di Antonioni, in cui Sordi interpreta un divo di fotoromanzi. Fellini chiama di nuovo l’attore romano in un altro capolavoro del cinema italiano, I vitelloni (1953) per il quale vince il Nastro d’Argento come migliore attore non protagonista. Tra gli altri lavori memorabili è opportuno segnalare Il segno di venere (1955), accanto a Edoardo De Filippo, Lo scapolo (1955), Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo (1956), Ladro Lui, ladra lei (1968). Negli anni Sessanta la fama di Sordi è ormai pienamente consolidata e l’attore continua a ricevere riconoscimenti per le sue interpretazioni in pellicole cult come La grande guerra di Mario Monicelli (1958), a fianco a Vittorio Gassman che Sordi ritroverà sul set di Crimen di Mario Camerini (1960), assieme a Nino Manfredi, Silvana Mangano e Dorian Gray. Nel 1965 Sordi interpreta un episodio, Guglielmo il dentone, del film I complessi di Luigi Filippo d’Amico, Dino Risi e Franco Rossi (1965). Nel 1966 Sordi si cimenta nella regia con il suo Fumo di Londra, e negli anni a seguire ritorna a lavorare con registi di alto livello come Comencini, Zampa, Loy e di nuovo Monicelli. Tra le opere di maggiore rilievo si ricordano Lo scopone scientifico (1972), Il malato immaginario (1979), Il marchese del Grillo (1981) , Io e Caterina (1980) e Il tassinaro (1983) entrambi dello stesso Sordi e L’avaro (1990). Sordi ha, in un serto senso, contribuito a creare situazioni e personaggi rappresentativi di un particolare carattere di italianità che sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo e nella storia di una nazione. L’attore scompare a Roma il 25 febbraio del 2003, dopo una carriera sbalorditiva colma di onori, all’età di ottantadue anni.
Saturnino (Nino) Manfredi (1921-2004) nasce nella provincia di Frosinone il 22 marzo del 1921; dopo la laurea in giurisprudenza, si iscrive all’Accademia di Arte Drammatica, esordendo nel teatro nel 1945 e calcando le scene accanto a illustri personaggi, come Edoardo de Filippo e Orazio Costa che Manfredi considera il suo maestro. Nel 1949 l’attore esordisce nel cinema con Torna a Napoli e Monastero di Santa Chiara, ma parallelamente lavora per la tv e in teatro, e anche come doppiatore, fino al successo de L’impiegato (1959) e Io la conoscevo bene di Pietrangeli (1965). In questi anni Manfredi conferisce ai suoi personaggi tutte le sfumature tipiche dell’italiano medio del boom economico, incontrando, lungo il cammino, felici collaborazioni come quella con Nanny Loy in Il padre di famiglia (1967) e Café Express (1980), con Luigi Comencini nelle Avventure di Pinocchio (1972), con Ettore Scola che lo sceglie per l’indimenticabile C’eravamo tanto amati (1974), con Vittorio Gassman, Stefano Satta Flores, Stefania Sandrelli e Aldo Fabrizi. Dietro la macchina da presa Manfredi dirige alcuni film che riscuotono successo: L’avventura di un soldato, ispirato a un racconto di Calvino, episodio del film collettivo L’amore difficile (1962), diretto assieme a Sergio Sollima, Luciano Lucignani e Alberto Bonucci; Per grazia ricevuta (1970) con cui conquista la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1971 per la Migliore opera prima, e Nudo di donna (1981) una pellicola meno nota che dirige e interpreta accanto a Jean-Pierre Cassel ed Eleonora Giorgi.
Bibliografia
- Aldo Bernardini (a cura di), Nino Manfredi. La vita, la carriera, il teatro, la televisione, i dati completi e le più belle foto di tutti i film, Gremese, Roma 1999
- Gian Piero Brunetta, Guida alla storia del cinema italiano, Einaudi, Torino 2003
- Claudio G. Fava (a cura di), Alberto Sordi. La biografia, la carriera artistica, i dati e le più belle foto di tutti i suoi film, Gremese, Roma 2003
- Maria Piccone, Conversazione con Luigi Magni. La vita, il cinema, la politica, Effepi Libri, Roma 2008
- Paolo Micalizzi (a cura di), Terra e cinema / Land and cinema, Provincia di Ferrara, Italia Tipolitografia, Ferrara 2010
- Paolo Mereghetti (a cura di), Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Baldini&Castoldi, Milano 2017
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Doris Cardinali
- Matteo Bianchi