Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa del Seminario (Città del Ragazzo)

Villa del Seminario, panoramica. © Servizio Centro Studi Opera Don Calabria (ex-Villa del Seminario), Ferrara

L’edifico costruito alla metà del 1800 per i giovani  seminaristi. Nel corso della prima guerra mondiale fu adibito a ospedale militare di riserva. Dal 1951 a tutt’oggi è sede dell'Istituto Don Calabria "Città del Ragazzo”, centro di formazione professionale.



Lat: 44.816936 Long: 11.661935

Costruzione: 1800
L’edifico costruito alla metà del 1800 per i giovani seminaristi

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  • Ferrara Metafisica

Percorso storico

La “Villa del Seminario”, situata al 3° Km dell’attuale Via Comacchio, a Ferrara, è un edificio costruito nella seconda metà del 1800. Il fabbricato, voluto dal Card. Luigi Vannicelli (1859-1877), iniziò ad essere costruito nel 1851 ed i lavori terminarono nel 1857. Fu destinato a residenza estiva dei giovani frequentanti il Seminario ed il Collegio Vescovile. Papa Pio IX (1792-1878) durante le manifestazioni per la sua visita a Ferrara l’11 Luglio 1857 si recò alla “Villeggiatura del Seminario-Collegio” per una sorta di inaugurazione ufficiale dello “Stabilimento”.

All’inizio della Prima Guerra Mondiale l’Arcivescovo Card. Giulio Boschi (1838-1920) mette a disposizione dell’Autorità Militare la villa estiva che verrà destinata ad ospedale militare di riserva e verrà riconsegnata nel 1919. Verranno rilevati danni alla cucina economica, nelle logge e nei soffitti dei loggiati.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la villa superò, quasi indenne, i numerosi bombardamenti aerei iniziati il 29 Dicembre 1943.

Nel dopoguerra, per aiutare ed ospitare giovani bisognosi, l’Arcivescovo Mons. Bovelli prese contatti con Don Giovanni Calabria(1873-1954), sacerdote veronese, fondatore della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, successivamente chiamata “Opera Don Calabria” per adibire la villa a luogo di educazione-formazione, anche con la costruzione di diversi capannoni adibiti a laboratori con l’aiuto degli artigiani ferraresi.

Appena pochi mesi dopo la sua inaugurazione, nel 1951, con il nome di “Città del Ragazzo”, la struttura offrì un contributo importante nell’affrontare la povertà ed il disagio generati dall’alluvione del Polesine.

La vita interna era organizzata a tutti i livelli, dal lavoro allo sport, alla banda musicale, uscendo così dallo schema del “collegio”, ed educatori e ragazzi lavoravano insieme, corresponsabili ed impegnati per un unico obiettivo.

Attualmente, l’Opera Don Calabria, dopo una completa ristrutturazione interna dell’edificio a fine anni ‘90, che solo in una parte mantiene le caratteristiche volumetrie originali con le volte a padiglione, continua a dare vita alla struttura con attività di formazione professionale a tutti i livelli, formazione di base, per diplomati e laureati, e per lavoratori; ha attivi anche servizi nell’ambito delle disabilità acquisite e nel disagio sociale attraverso il Centro Studi Opera Don Calabria “Città del Ragazzo”.

 

 

 

L’edificio al tempo di de Chirico

Nel primo decennio del ‘900 Ferrara era all’avanguardia nel campo della medicina ed una delle maggiori scuole psichiatriche italiane “la scuola di Ferrara”, grazie all’attività dell’Accademia delle Scienze, dell’Università, del nuovo Arcispedale “Sant’Anna” e del Manicomio Provinciale diretto da Ruggero Tambroni. Durante la Prima Guerra Mondiale si tennero all’Accademia delle Scienze le prime riunioni medico-militari volute dal Prof. Gaetano Boschi (1882-1869). Grazie al suo attivismo Ferrara divenne uno dei centri principali per l’analisi sperimentale delle malattie di guerra. Fu grazie agli studi ed alle ricerche condotte da Boschi, padovano di nascita, che la Villa del Seminario venne riadattata negli ambienti interni e destinata ad essere il primo Ospedale Militare Neurologico per nevrosi di guerra, che lui stesso diresse durante la Prima Guerra Mondiale come ufficiale medico con i gradi di Maggiore.

Furono presi ad esempio da diversi eserciti europei i suoi studi sulla medicina di guerra ed il riconoscimento della neuropsichiatria in ambito militare. In una delle sue pubblicazioni dedicata all’Ospedale Villa del Seminario, Boschi descrive con dovizia di particolari tutta la struttura e l’organizzazione interna. Scrive così di un edificio, collocato in pianura, lontano dal fronte, che era idoneo a non ricordare gli ambienti bellici , luogo congeniale secondo Boschi alla pratica terapeutica. L’edificio disponeva di 200 posti letto in grandi camerate e 30 posti per gli ufficiali in camerette singole. Ampi e confortevoli ambienti di soggiorno con poltrone, tavoli da gioco, una piccola biblioteca, spettacoli teatrali e musicali. All’esterno erano presenti vasti spazi verdi adibiti ad attività sportive, per la rieducazione motoria a diverso livello. All’interno erano presenti un gabinetto diagnostico, dotato di mezzi per la microscopia e la chimica clinica, per l’elettrodiagnostica e per la semeiotica medica e neurologica in genere. La maggior parte delle strumentazioni furono offerte da un comitato di gentili signore, il “Comitato pro Malati Funzionali”. Fu costituita una farmacia e realizzati, ed adattati, diversi ambulatori: idroterapia, fototerapia con l’utilizzo delle “camere blu”, aeroterapia, elettroterapia, chinesiterapia, termoterapia, un’officina per la costruzione di apparecchi protesici, ed un reparto di isolamento attuato con un procedimento etico, non punitivo, ma di difesa sociale. Era presente una chiesa, interna, preesistente, e una stalla con due cavalli per il landau assegnato all’ospedale. Vi era praticata “l’ergoterapia”, una meccanoterapia della psiche, come la chiama Boschi, centrata su attività lavorative di aiuto nel recupero delle proprie attività personali e capacità. Si lavorava così la terra con attività di orticoltura, giardinaggio, la manutenzione del viale di accesso e dei prati contigui, ma anche un allevamento di conigli e piccioni; erano presenti inoltre laboratori di falegnameria, sartoria, calzoleria, meccanica, arte muraria, verniciatura, fotografia, disegno e pittura, musica ed una scuola elementare per una “riparazione” sociale. Le lezioni, molto partecipate, erano impartite con passione dalla Maestra Chiarina Bigoni.

A Villa del Seminario furono ricoverati nella primavera del 1917 Giorgio de Chirico (1888-1978) e Carlo Carrà (1881-1966) che in questo luogo crearono alcuni dei loro più importanti capolavori del periodo metafisico. Frequentarono il luogo in quei mesi Andrea de Chirico (nome d’arte Alberto Savinio) (1891-1952), fratello di Giorgio e Filippo De Pisis  (1896-1956) insieme alla sorella Ernesta (1895-1970). La Villa fu luogo di incontro di artisti e anche di protezione di questi intellettuali durante il periodo bellico, attraverso l’attività della rete delle Associazioni giovanili cattoliche che il Conte Giovanni Grosoli Pironi (1859 –1937), nella cui casa aveva un appartamento De Pisis, teneva tra Ferrara, Bologna e Roma. De Chirico la chiamava “la villa degli enigmi”. Villa del Seminario accolse quindi un intreccio virtuoso tra personalità eccezionali nel campo delle manifestazioni artistiche e le culture psichiatriche di quei tempi.


 

Testimonianze di de Chirico, Alberto Savinio, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Gaetano

Giorgio de Chirico racconta : « Con Carrà ci ritrovammo in una specie di ospedale o piuttosto convalescenziario dove in una cameretta io mi misi a lavorare un pò. Lui si mise a rifare le stesse cose che facevo io… » Sono di questo periodo le opere « Il trovatore », « Ettore ed Andromaca », « Le muse inquietanti ».

Alberto Savinio aggiunge immagini : « Un fabbricone sgangherato chiamato Seminario, dalla sua antica funzione di scuola dei preti… nel quale si aggirano dei pazzi », le cui figure descrive con efficacia.

Carlo Carrà parlava di una « forte insonnia… cupa malinconia, deperimento organico » che lo colsero durante l’assegnazione da militare ad un ufficio del Comando di stanza a Ferrara (il 27° Reggimento Fanteria) ; da qui il ricovero nella Villa del seminario, dove il Prof.Boschi gli assegnò una cameretta e lo spinse a dipingere ; là ebbe la seconda rivelazione, la « metafisica ». Sono di questo periodo opere come « Solitudine », « La camera incantata », « Madre e figlio », « La musa metafisica ».

Filippo de Pisis, riformato dal servizio militare per cefalea e disturbi nervosi aveva conosciuto Villa del Seminario quando da liceale vi andava a ripetizione da un dotto sacerdote. Raccontava : « In una serena settecentesca villa patrizia del suburbio, già dimora per gli onesti spassi estivi per il Seminario, i pittori de Chirico e Carrà in grigio verde alternavano gli ozi militareschi alle pitture metafisiche. Sarei troppo ardito se dicessi che queste produzioni potevano essere pretesto ai bravi superiori per crederli un tantino malati di mente ? Ma, Dio mio, è la vecchia tragedia del secolo XX dagli Enciclopedisti in poi, dove finisce la pazzia e incomincia il genio ? Io andavo ogni tanto a trovare i pittori soldati. »

Gaetano Boschi racconta della confortevolezza dell’ambiente : « Parlando dei principi tecnici informativi dell’Ospedale già dissi delle indicazioni che il sito sia ameno ; e già dissi come fosse opportuno, in questo caso particolare dell’ospedale di guerra, conciliare la amenità colla situazione in pianura. Queste condizioni fortunate presenta Villa del Seminario : vasto e magnifico il parco antistante il fabbricato ; piacevole il giardino ; comodo di viali anche l’orto. E intorno una campagna senza tradizioni epiche, straordinariamente georgica. »


 

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Ente Responsabile

  • Servizio Centro Studi Opera Don Calabria (ex-Villa del Seminario), Ferrara

Autore

  • Rodolfo Liboni