Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Famiglia Ravenna

Famiglia Ravenna. Foto archivio Paolo Ravenna. © Archivio Paolo Ravenna

La famiglia Ravenna è una delle più antiche dell’ebraismo ferrarese. La sua presenza in città risale alla metà del XV secolo.


Date note sulla vita: 1469
Presenza della famiglia Ravenna a Ferrara

Date note sulla vita: 1815 - 1885
Isaia Ravenna

Date note sulla vita: 1861
Isaia Ravenna diventa il primo professore ebreo del Regio Liceo Ariosto

Date note sulla vita: 1893 - 1961
Renzo Ravenna

Date note sulla vita: 1926 - 2012
Paolo Ravenna

Date note sulla vita: 1926
Renzo Ravenna diventa il primo e unico podestà ebreo dell’Italia fascista

Date note sulla vita: 1943 - 1945
La maggior parte dei componenti della famiglia Ravenna perdono la vita ad Auschwitz

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  • avvocato | insegnante | amministratore pubblico | famiglia

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  • Ferrara ebraica

La famiglia Ravenna è una delle più antiche e prestigiose famiglie della Comunità ebraica ferrarese; la sua presenza in città è attestata fin dal 1469, come documenta il certificato rilasciato a Renzo Ravenna nel gennaio 1939 dal presidente della Comunità Silvio Finzi Magrini.

Dall’età dell’emancipazione le biografie di alcuni dei suoi componenti si intrecciano con la storia della città. È Isaia Ravenna (Ferrara, 1815-1885), figlio di Samuel Ravenna e di Allegra Coen, a celebrare come rappresentante dell’intera Comunità ferrarese la proclamazione di Vittorio Emanuele II a re d’Italia e la scomparsa di Cavour nel marzo e nel giugno 1861. Isaia Ravenna è anche il primo ebreo ferrarese a ricoprire un incarico nell’amministrazione pubblica: nel 1861 diviene il professore di francese del Regio Liceo Ariosto. Nel 1863 sempre Isaia Ravenna detta il testo della lapide, poi affissa all’interno del complesso di via Mazzini, che ricorda il primo Congresso Israelitico nell’Italia unita.

Questo è il testo: “Qui / ove risuonavano i lamenti / di lungo servaggio / per la suprema virtù / di / Vittorio Emanuele II / meravigliosamente cessati / i Deputati delle Università Israelitiche / del Regno d’Italia / a promuovere morali e civili ordinamenti / il primo solenne congresso / tennero / XII Maggio MDCCCLXIII” (Magrini 2015, pp. 301-302).

Nel 1926 Renzo Ravenna, nato da Tullio, uno dei cinque figli di Isaia Ravenna, diventa il primo e unico podestà di origine ebraica del fascismo. Questo purtroppo non cambierà le sorti sue, dei suoi cinque fratelli e sorelle e delle loro famiglie a partire dal 1938. In quell’anno Renzo Ravenna viene costretto a dimettersi dalla carica di podestà, ma la situazione degenera dall’autunno 1943 con l’occupazione nazi-fascista di Ferrara: iniziano gli arresti e le deportazioni. Delle famiglie dei sei fratelli Ravenna (Margherita, Gino, Renzo, Alba, Bianca, Lina) solo Renzo, Lina e il figlio di Margherita, Gianni, non vengono arrestati e deportati ad Auschwitz. L’unico a tornare a Ferrara dal campo di sterminio polacco è Eugenio (Gegio) Ravenna, figlio di Gino e di Letizia Rossi: è lui ad ispirare il personaggio di Geo Josz del racconto bassaniano “Una lapide in via Mazzini”. Dopo la seconda guerra mondiale è Paolo Ravenna, il secondogenito di Renzo, a legare strettamente la propria biografia alla città di Ferrara. Tullio Ravenna, il fratello maggiore, si trasferisce a Correggio, mentre Donata e Romano, i più giovani, emigrano in Israele. Paolo Ravenna, dagli anni Sessanta fino alla sua scomparsa nel novembre del 2012, affianca alla sua professione di avvocato un costante impegno nel recupero, nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale di Ferrara e del suo territorio.

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Ente Responsabile

  • Istituto di Storia contemporanea di Ferrara

Autore

  • Federica Pezzoli
  • Sharon Reichel