Via Savonarola
Via del centro storico cittadino, che si estende dall’incrocio tra via Voltapaletto e via Terranuova, sino a quello tra via Madama, via Cisterna del follo e via Ugo Bassi.
Denominazione e cenni storici
È questa via luogo di importanti memorie cittadine, oltre che di edifici notevoli.
Due furono le sue denominazioni precedenti: Strada di Voltapaletto, in quanto continuazione dell’omonima via, e Strada di Belvedere, «perché prima che sorgesse la delizia reale di tal nome, fuori Porta Po, si chiamave “Belvedere” la località presso S. Francesco, ove ora sono il già palazzo Estense di Pareschi e la casa Romei» (G. Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e delle strade di Ferrara e Ampliamenti all’opera di Gerolamo Melchiorri, a cura di C. Bassi, 2G Editrice, Ferrara 2009, p. 135s.). L’attuale denominazione di via Girolamo Savonarola risale al 7 febbraio 1860: voluta dal Consiglio Comunale, si deve alla presenza della casa paterna del frate domenicano, noto per la sua attività politica e di predicatore per la quale fu impiccato e arso vivo a Firenze “per iniqua sentenza” (così recita la lapide commemorativa del rogo situata nel capoluogo Toscano, in piazza della Signoria). Eretta nel 1447 e situata al civico n. 19, è lì che Savonarola, naturalizzato fiorentino, ma di natali ferraresi, trascorse i suoi primi vent’anni, come ricorda la lapide lì collocata. Il palazzo è stato incorporato per un certo tempo a quello che fu l’ospedale degli esposti. Oggi allo stesso civico, dell’Ateneo ferrarese e afferente al Dipartimento di Scienze umane è la sede del Centro Teatro universitario.
Non è tuttavia Savonarola il solo personaggio illustre nato in questa via di Ferrara: al civico n. 10 un’epigrafe ricorda come quella sia stata la casa natale del celebre pittore Giovanni Boldini. Meno noto ai più, ma celebre nel mondo ortopedico, è il pediatra Marino Ortolani, originario di Altedo, ma trasferitosi e attivo a Ferrara, dove mancò nel 1983, come ricorda la lapide apposta l’anno seguente dal Rotary Club al civico n. 15, dove si trovava il suo ospedale. Al n. 5 visse e morì, invece, «(come da lapide) il celebre archeologo, paleografo e numismatico concittadino canonico cav. Giuseppe Antonelli seniore» (G. Melchiorri, cit., p. 136).
Di altra natura l’epigrafe all’angolo tra Casa Romei e via Praisolo, a memoria dell’agguato del 1508 di cui fu vittima Ercole Strozzi, «poeta e filologo rinomatissimo», figlio di Tito Vespasiano Strozzi, poeta a sua volta, morto e ricordato da un’altra epigrafe in quella che fu la dimora di famiglia al civico n. 15 di questa stessa strada, posta di fronte all’angolo con via Pergolato.
Percorrendola da via Voltapaletto in direzione via Cisterna del Follo, sull’angolo a sinistra per primi si incontrano il sagrato e la Chiesa di San Francesco. Sullo stesso lato, al civico n. 9 sorge il palazzo Renata di Francia, costruito nel XV secolo per volere di Ercole I d’Este, di cui è visibile lo stemma sul capitello dei pilastri del portale. La struttura originaria si deve all’architetto Pietro Benvenuto degli Ordini, ci si aggiunge la mano di Biagio Rossetti, sebbene l’attuale edificio non consenta di rilevarne l’apporto. Contestualmente al retrostante Parco Pareschi, ha nel tempo mutato proprietari e destinazioni, fino a divenire sede dell’Università degli Studi di Ferrara. Ciò fino al sisma che ha colpito l’Emilia il 20 maggio 2012, episodio dal quale lo stabile è chiuso in attesa di recupero.
Proseguendo, sulla destra, al civico n. 30, si trova Casa Romei. Oggi musealizzata, è un meraviglioso esempio di casa signorile, completa di cortile d’onore. Progettata probabilmente dall’architetto Pietrobono Brasavola, presenta una pregevole equilibrio tra elementi medievali e rinascimentali.
In corrispondenza dell’incrocio con via Pergolato si apre uno slargo oggi «intitolato a Giovanni Tavelli da Tossignano, vescovo di Ferrara fondatore dell’Arcispedale Sant’Anna, le cui spoglie sono venerate nella chiesa» (C. Bassi, in G. Melchiorri, cit., p. 253) che vi si affaccia, preceduta da un sagrato erboso. Dedicata a San Girolamo, la sua costruzione fu avviata nel 1703 e venne ultimata nel 1712. È stata danneggiata dal sisma del 2012: i suoi pinnacoli sono ancora visibili sul prato antistante, in attesa di ricollocazione e restauro.
Di fronte, al civico n. 15, oltre a quelle citate dedicate a Marino Ortolani e a Tito Vespasiano Strozzi, un’epigrafe ricorda che lì ebbe sede fino al 1994 il Centro della Talassemia di Ferrara, che svolse un’azione importante nella lotta alla malattia, un tempo diffusa nella provincia ferrarese.
Il palazzo al civico n. 27 è stato a lungo la sede della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Ferrara, e, di fronte, quello al civico n. 38, sempre dell’Ateneo cittadino, ha ospitato uffici e una sala studio: entrambi sono stati danneggiati dal sisma del 2012 e attendono di essere ristrutturati. Quest’ultimo edificio, palazzo Contughi-Gulinelli, opera di Girolamo da Carpi eretta nel 1542, si distingua immediatamente per la facciata, che all’ultimo ordine, in corrispondenza delle finestre, reca estratti dagli Adagia di Erasmo da Rotterdam.
In corrispondenza dell’angolo con via Ugo Bassi, a chiudere la rassegna epigrafica di via Savonarola è la commemorazione dedicata all’ospitalità lì offerta dalla Contessa Carolina Cicogna Giglioli al patriota risorgimentale, cui appunto è dedicata una delle vie dell’incrocio.
Nella letteratura
Un’istantanea di via Savonarola è offerta da Giorgio Bassani, in uno dei suoi più celebri romanzi: Gli occhiali d’oro.
Benché reinventata nella scrittura, la vividezza di quella descrizione e dei suoi dettagli non soltanto visivi, ma anche olfattivi e sonori, può indubbiamente aver trovato nutrimento dall’esperienza diretta dello scrittore, familiare a quelle vie, essendo la sua casa di famiglia collocata in via Cisterna del Follo, al civico n. 1, proprio all’angolo con via Savonarola. Come forse non è un caso che diversi tra i suoi personaggi più noti trovino dimora proprio nelle strade dei dintorni.
Testimonianze
«Scendevo adesso per via Savonarola nella quiete soleggiata dell’una dopo mezzogiorno. Poche persone e sparse lungo i marciapiedi; dalle finestre aperte uscivano musichette di radio e sentori di cucina. Camminando, alzavo ogni tanto gli occhi in su, al cielo azzurro, perfetto, contro cui si incidevano duramente i profili dei cornicioni e delle grondaie. Ancora umidi di pioggia, i tetti intorno al piazzale della chiesa di San Girolamo apparivano più bruni che rossi, quasi neri.»
(G. Bassani, Gli occhiali d’oro, ne Il romanzo di Ferrara, Opere, Mondadori, Milano 2001, p.308)
Bibliografia
- Carlo Bassi, Perché Ferrara è bella. Guida alla comprensione della città, Gabriele Corbo Editore, Ferrara 1994
- Carlo Bassi, Ferrara patrimonio dell’umanità. Dichiarazione dell’Unesco 8 dicembre 1995. Guida alla storia, ai monumenti, ai percorsi con qualche ragionamento, Gabriele Corbo editore, Ferrara 1996
- Giorgio Bassani, Gli occhiali d’oro in Opere, Il romanzo di Ferrara, Mondadori 2001
- Melchiorri, Gerolamo, Bassi, Carlo, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara. Ampliamenti all'opera di Gerolamo Melchiorri, 2G, Ferrara 2009
Sitografia
Fototeca
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Barbara Pizzo