Parco Pareschi
Il Parco Pareschi prende il nome dalla famiglia Pareschi che abitò nel palazzo attiguo a metà del XIX secolo. Oggi è un parco pubblico adiacente alla sede dell’Università di Ferrara, e diventa cinema all’aperto durante la stagione estiva.
Storia del Parco
Parco Pareschi anticamente era il giardino del palazzo estense, detto di San Francesco, risalente alla seconda metà del XV secolo e costruito da Pietro Benvenuto dagli Ordini e successivamente da Biagio Rossetti. All’inizio del XVI secolo, con il cardinale Ippolito II d’Este, vennero apportate ulteriori modifiche e il giardino divenne orto, ospitando alberi da frutto e fiori; persino la cinta muraria divisoria dell’area verde, acquisì una merlatura.
L’edificio, oggi chiamato palazzo Renata di Francia in onore della moglie Renata di Ercole II d’Este e figlia del re francese Luigi XII, è stato dimora della duchessa, la quale fu esiliata per il suo interesse al Calvinismo dal 1537 al 1554. L’ultimo proprietario della famiglia estense, il cardinal Luigi d’Este, trasformò il giardino in un vero orto botanico destinato all’Università.
I successivi proprietari furono i marchesi Gavassini che nel Settecento apportarono modifiche, sia al palazzo che al giardino, compiute dall’architetto Girolamo dal Pozzo, così da riportare ancora gli interventi al portale d’ingresso del giardino.
Il Parco prende il nome attuale della famiglia Pareschi che acquistò il complesso alla metà del XIX secolo, restaurando il giardino seguendo il gusto inglese. Fin da all’ora il suo aspetto è stato invariato.
La flora del parco
Le principali specie botaniche conservate all’interno del parco sono: l’acero americano (Acer negundo L) tipico dei giardini d’Italia, proveniente dall’America settentrionale; la Farnia (Quercus robur L) esemplare di quercia della pianura ed il Tasso comune (Taxus baccata L.). È un giardino ricco anche di cespugli, come l’agrifoglio (Ilex aquifolium L) e l’alloro (Laurus Nobilis) che creano ordine e armonia all’ambiente.
Un albero caratteristico di questo giardino è lo Spino di Giuda (Gleditsia triachantos), alto circa 26 m e importante per la sua dimensione e valore paesaggistico; si dice possa avere 118 anni. Il tronco e i rami sono ornati da spine ramificate, mentre le foglie sono alterne, composte, paripennate o bipennate a seconda dell’età dei rami. La corteccia, liscia e grigiastra, si screpola e si apre per far spazio alle spine. La fioritura inizia a maggio portando con sé fiori piccoli di colore giallo-verdastro per le infiorescenze maschili, e bianco-verdastro per quelle bisessuali che emanano un delicato profumo. I frutti, invece, sono legumi lineari di color brunastro di cui semi possono essere torrefatti, macinati e usati come succedaneo al caffè.
Il Tiglio (Tilia cordata), è un’altra specie ospitata nel giardino, la quale raggiunge circa i 22 m di altezza riconoscibile dal grosso tronco e dalla chioma ampia e fitta. Le foglie sono cuoriformi di un colore verde lucido, mentre i fiori giallastri rilasciano un dolce profumo allo sbocciare di giugno.
Bibliografia
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Ente Responsabile
- Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara