Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Carlo Carrà

Carlo Carrà. Fotografia a Pieve di Cento, 1917, © Archivio Raimondi, Bologna

Lo straordinario pittore italiano che, dopo una militanza nel futurismo, conobbe Giorgio de Chirico a Ferrara, rimase influenzato dalla sua pittura e per un breve periodo dipinse opere d’ispirazione metafisiche.



Nascita: 1881

Morte: 1966

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  • Ferrara Metafisica

Carlo Carrà nasce nel 1881 a Quargnento, in provincia di Alessandria. Dopo un periodo trascorso a lavorare come decoratore, nel 1906 entra come allievo all’Accademia di Brera. Collabora con il movimento futurista divenendo uno dei suoi esponenti principali. Nel corso della militanza nel gruppo di Marinetti, dipinge alcune opere cruciali come I funerali dell'anarchico Galli (1910-11), Trascendenze plastiche (1912) e Manifestazione interventista (1914). Allo scoppio della prima guerra mondiale, Carrà viene inviato come soldato a Pieve di Cento. Qui, grazie all’amico Ardengo Soffici, entra in contatto epistolare con Giorgio de Chirico che incontra nell’aprile del 1917 a Villa del Seminario, quando i due vengono ricoverati in osservazione. Nei quattro mesi che trascorrono insieme, Carrà trova nelle opere di de Chirico una nuova fonte da cui trarre ispirazione e dipinge alcune delle sue opere metafisiche più riuscite, tra cui L’idolo ermafrodito, La camera incantata, Solitudine, Il cavaliere occidentale e Composizione TA. Uscito dall’ospedale di Villa del Seminario, Carrà rientra a Milano, dove continua a dipingere opere d’ispirazione metafisica fino al 1919. Tra queste, l’Ovale delle apparizioni (1918) è senza dubbio il capolavoro più conosciuto di questa sua fase. A partire dal 1920, il suo stile cambia e diviene più personale, in direzione di un recupero della classicità italiana che aprì la strada alle ricerche del ritorno all’ordine e alla pittura del Novecento italiano.


 

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Ente Responsabile

  • Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara
  • Fondazione Ferrara Arte

Autore

  • Giuseppe Di Natale