Punta della Montagnola
Prima Torrione di Francolino, poi Punta della Montagnola: un sito architettonicamente strategico, mutato nel corso dei secoli e ancora oggi esteticamente affascinante
Le rivelazioni dei restauri e delle indagini archeologiche
Posto sul vertice nordorientale del circuito fortificato costruito tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, il Torrione della Montagnola o di Francolino (nome del paese in riva al Po verso cui è rivolto, distante pochi chilometri) risente delle ingenti modifiche strutturali apportate negli anni '30 del Settecento al tratto di mura compreso tra il Torrione di San Giovanni e la Porta degli Angeli. Perizie, documenti, mappe e disegni del periodo 1724-1738 restituiscono una situazione conservativa delle muraglie davvero precaria e gravemente compromessa, dovuta principalmente ai cedimenti delle fondazioni e ai crolli ingenerati dall'effetto corrosivo e scalzante delle acque della fossa contro i paramenti murari. Si procedette quindi a restaurare in tutto oltre 400 metri di cortina sprofondata; a risarcire con nuove palificazioni le fondamenta lesionate; ad abbattere, ricostruire e abbassare interi plessi murari diroccati; ad atterrare torrioni circolari: lavori imponenti e costosi, eseguiti “secondo le buone regole dell'arte” a detta dell'architetto Luigi Vanvitelli, interpellato tra il '35 e '37 proprio per verificarne la qualità.
La cartografia cinquecentesca documenta l'assetto originario delle mura in questo punto: le mura nord che si dipartivano dal Torrione di Francolino si trovavano su una linea più avanzata rispetto a quella attuale, articolandosi in due bastioni circolari per poi interrompersi bruscamente, piegando ad angolo retto verso sud, contro una cortina muraria più interna, che andava a formare una rientranza nel perimetro difensivo.
All'inizio del Seicento il torrione venne spianato e nelle carte della seconda metà del secolo non compare più nemmeno il primo tratto delle mura nord, ma la cortina muraria è arretrata sulla linea più interna e viene raccordata con le mura est mediante la Punta di Francolino, nuovamente ricostruita dopo il crollo nel 1735, arretrando anche il tratto contiguo alle mura est.
La mirata indagine archeologica condotta nell'estate del 1990 ha fatto emergere importanti testimonianze architettoniche, specie nell'area antistante l'odierna Punta (saggio F16) e in corrispondenza dell'apparato terminale delle mura verso la Porta degli Angeli (saggio F11). Nel saggio F16 sono state individuate le fondazioni del bastione di Francolino, che già doveva essere visibilmente dissestato come documentano le profonde lesioni rilevate lungo tutto il suo spessore e che già erano state documentate con precisione dal perito Giovanni Giacomelli in un rilievo del 1735 conservato nell'Archivio di Stato di Ferrara. Lungo tutto il perimetro esterno della struttura sono comparsi pali lignei di rinforzo conficcati nel terreno, con l'intento di arginare il grave dissesto statico, che ha poi provocato il crollo delle muraglie. Nel saggio F11 sono state rinvenute nel corso dello scavo varie strutture fra loro collegate, tra cui una fondazione rinforzata da plinti pertinenti all'attuale cortina muraria che aveva riutilizzato parte del cordolo a tortiglione delle mura rossettiane (Visser Travagli; D'Agostini).
Gli scavi archeologici hanno confermato le attestazioni documentarie sui crolli avvenute nel primo Settecento, grazie al ritrovamento di ammassi di detriti laterizi e di numerosi frammenti di intonaco dipinto: alcuni mattoni riportano ancora sulla fascia esterna lo strato pittorico di colore rosso, verde, nero e bianco. Il deposito di detriti copriva inoltre alcuni reperti ceramici, tra cui un boccale ingubbiato, dipinto a ferraccia e ramina con un motivo di foglie di pioppo, databile alla fine del XVI-XVII secolo e oggi conservato (assieme a tutti i reperti trovati) presso i Musei Civici di Arte Antica di Ferrara.
È inoltre ancora ben visibile la mensola che reggeva la garitta di guardia costruita sulla Punta.
Bibliografia
- Anna Maria Visser Travagli, Notizia sull'indagine archeologica alle mura rossettiane di Ferrara, 1990, in Guido Biscontin, Daniela Mietto (a cura di), Le Superfici dell'architettura: il cotto. Caratterizzazione e trattamenti, Atti del convegno (Bressanone, 30 giugno-3 luglio 1992), Libreria Progetto Editore, Padova 1992, pp. 725-735
- Alessandra D'Agostini, Mura nord-orientali, in Anna Maria Visser Travagli (a cura di), Ferrara nel Medioevo. Topografia storica e archeologia urbana, Grafis, Bologna 1995 , pp. 146-149
- Francesco Scafuri, Le mura di Ferrara. Un itinerario attorno alla città, tra storia ed architettura militare, in Maria Rosaria Di Fabio (a cura di), Le mura di Ferrara. Storia di un restauro, Minerva, Bologna 2003 , pp. 42-43
- Anna Maria Visser Travagli, Il contributo dell'archeologia al restauro delle Mura di Ferrara, in Maria Rosaria Di Fabio (a cura di), Le Mura di Ferrara. Storia di un restauro, Minerva, Bologna 2003 , pp. 203-205
- Maria Teresa Gulinelli, Ricerche archeologiche nel tratto settentrionale delle Mura Estensi, in Maria Rosaria Di Fabio (a cura di), Le Mura di Ferrara. Storia di un restauro, Minerva, Bologna 2003 , pp. 209-213
- Maurizio Bernardi, Michele Pastore, Il restauro delle Mura: gli interventi, in Maria Rosaria Di Fabio (a cura di), Le mura di Ferrara. Storia di un restauro, Minerva, Bologna 2003 , pp. 128-130
- Sabina Carbonara Pompei, Le mura di Ferrara nel XVIII secolo: interventi sulle lacune “secondo le buone regole dell'arte”, in Riccardo Dalla Negra, Alessandro Ippoliti (a cura di), Le lacune urbane tra passato e presente , Ginevra Bentivoglio Editoria, Roma 2017, pp. 125-138
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara