Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Abitazione di Corrado Govoni

Via Centoversuri, 24. Fotografia di Cinzia Salmi. © Assessorato alla Cultura, Comune di Ferrara

La casa in cui il celebre poeta di Tàmara visse dal 1915 fino al gennaio 1917. Attualmente è un’abitazione privata non aperta al pubblico.

 


VIA CENTOVERSURI 24

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  • casa | abitazione

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  • Ferrara Metafisica

In questo palazzo nella centrale via Centoversuri, il poeta Corrado Govoni (1884-1965) visse per breve tempo, dal 1915 fino al gennaio del 1917 quando si trasferì in via comunale a Quacchio. Fu in questa casa che scrisse alcune delle poesie più rilevanti del suo primo periodo post-futurista e fu qui che ospitò Alberto Savinio (1888-1978) e Giorgio de Chirico (1888-1978) nel corso dei primi mesi che i due fratelli trascorsero a Ferrara. Fu con molta probabilità l’intellettuale toscano Giovanni Papini (1881-1956), già in contatto e in amicizia con Govoni e con de Chirico e Savinio, a raccomandare i due fratelli al poeta.


 

 

Testimonianze

Nella città dove l’acclamano tra mille statue su piedestalli

sì bassi che sembra esse camminino coi cittadini frettolosi.

Sul palcoscenico tutto è mistero …

Lo specchio sul cavalletto. Il quadro non è ancor compiuto.

Il filosofo dorme. Si picchia all’uscio.

Son gli amici; ché il sole già scende, e l’ombre

già lunghe si fanno più lunghe, e invitano

all’amicizia peripatetica.

… Si picchia all’uscio. Invano! Invano!…

La fante oscena strilla dalla finestra:

Tutta notte egli ha vegliato, guardando

la piazza, e il castello rosso, e il fiume chiaro …

e adesso dorme, dorme, dorme, … e non bisogna,

non bisogna svegliarlo!

Giorgio de Chirico, Il signor Govoni dorme, in Alberto Savinio, “Frara” città del Worbas , «La Voce», Firenze, 31 ottobre 1916 , poi in Alberto Savinio, Hermaphrodito, Firenze, 1918.

 

“Il povero Govoni non è veramente l’uomo adatto a sollevare gli animi smarriti … […] Le sue poesie ultime non sono mica brutte. […] scorro la “Voce” da Govoni.”

Lettera di Alberto Savinio ad Ardengo Soffici, Ferrara, 18 settembre 1915 (Firenze, Archivio di Stato).

 

“Ho visto ultimamente Govoni, nella sua casa di campagna”

Lettera di Giorgio de Chirico ad Ardengo Soffici, Ferrara, sabato il 9 settembre 1916 (Firenze, Archivio di Stato).

 

“Carissimo Papini, dopo due giorni di faticoso viaggio sopportato da me con rassegnata allegria, eccomi nella Città di Ariosto e di Govoni. (...). Mandami l'indirizzo di Govoni, di Chirico e quello di Soffici”.

Lettera di Carlo Carrà a Giovanni Papini, 8 gennaio 1917, in Il carteggio Carrà-Papini : da Lacerba al tempo di Valori plastici, a cura di Massimo Carrà, Skira, Milano 2001, p.83-84.

 

"Gli incontri casuali con Ravegnani, Govoni, de Chirico, Savinio, De Pisis, erano momenti di gioia per me. Parlare d'arte e di poesia con qualcuno era un sollievo e uno sfogo. Ritornato in caserma pensavo a queste parentesi con il rammarico della loro brevità"

Carlo Carrà, La mia vita, Longanesi, Milano 1943, pp. 699-700.

 

"Conobbi il poeta Govoni; ma lo vidi poche volte; era ritroso e non molto accogliente. Ricordo la sua casa, che pareva come perduta in mezzo alla campagna; le rare volte che andai da lui incombeva su Ferrara la canicola; il caldo era soffocante ma la casa del poeta Govoni aveva tutte le persiane chiuse; c'erano un ombra e una frescura deliziose e mi ricordai di certe case in Grecia, d'estate, ai tempi della mia infanzia. C'era anche la moglie di Govoni, che era una bellissima signora pallida e bruna, con quello sguardo profondo, con quello sguardo "notturno" e con quel disegno speciale degli occhi, che sono una caratteristica di alcune donne ferraresi. (...). Ricordo anche delle bellissime illustrazioni in una edizione dei Promessi Sposi che Govoni teneva nella sua biblioteca; le illustrazione erano di Gaetano Previati."

Giorgio de Chirico, Memorie della mia vita, Rizzoli, Milano 1962, p.87-88.

 

 

 

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Ente Responsabile

  • Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara
  • Fondazione Ferrara Arte

Autore

  • Giuseppe Di Natale